Si intitola Incanti d’autunno il catalogo di opere che la casa d’aste Meeting Art batterà in 9 sessioni programmate dal 2 al 17 Ottobre, inaugurando così una nuova stagione di vendite. 740 i lotti messi insieme dal dipartimento di arte moderna e contemporanea guidato da Marco Laurini e Pablo Carrara.
Tra queste, spicca un prezioso bozzetto di Pablo Picasso, tracciato con inchiostro viola nel 1918. Intitolato A La Plage (lotto 220, stima: 72-80.000 euro), questo disegno che ritrae tre donne al mare è stato realizzato nella mitica spiaggia di Biarriz, sulla costa atlantica, dove l’artista catalano trascorrerà la luna di miele con la prima moglie, la balleria russa, Olga Khokholova.
L’opera fa parte di un corpus di 24 disegni che Picasso realizza nella località balneare e regalati dall’artista, nel 1918, a Eugenia Huici Arguedas de Errázuriz. Negli anni Settanta sono stati poi raccolti dal collezionista Heinz Berggruen che li pubblicherà, nel 1976, in un volume dal titolo: Pablo Picasso – Pour Eugenia.
Il disegno in asta è uno dei quattro che ritraggono figure sulla spiaggia e questo, nello specifico, è anche uno dei tre che presenta una figura danzante, emblematica del nuovo percorso “neoclassico” che l’artista sta intraprendendo. Peraltro è anche il lavoro dove questa figura è più compiuta, con movimenti meno abbozzati rispetto agli altri esemplari.
Scorrendo con ordine il catalogo Meeting d’ottobre, l’occhio attento non può farsi sfuggire alcune chicche, abbastanza abbordabili come prezzo, come il lavoro di Sandro De Alexandris proposto nella prima sessione del 2 ottobre (lotto 2, stima 2-3.000 euro) o i due Negativo-Positivo di Bruno Munari (lotti 29 e 31, stima: 2-3.000).
Molto bella anche la tela Figura aggredita (1955) di Gianni Dova, proposta al lotto 64 con una stima di 16-18.000 euro. Stupenda la carta di Mark Tobey al lotto 88, un Senza titolo del 1967 valutato 25-28.000 euro seguito, dodici lotti dopo, da un capolavoro dello scultore Toni Cragg, che chiude la prima sessione di questa asta: Early Forms del 1993, inserito in catalogo con una stima di 160-180.000 euro.
Degno di nota anche il progetto di Michele Zaza per Ritratto Segreto del 1976 che troviamo al lotto 173 con una stima di 3-4.000 euro
Scorrendo il catalogo, è al lotto 188 che troviamo un altro dei pezzi pregiati di questa selezione: Over the River, progetto del 2004 di Christo e valutato 90-100.000 euro. Si tratta di un lavoro che testimonia un’impresa artistica in realtà mai realizzata, a cui l’artista bulgaro fu costretto a rinunciare definitivamente nel 2017.
Con Over the River, Christo voleva coprire con un drappeggio di stoffa argentata più di 100 km del fiume Arkansas, in Colorado. Dietro la scelta di non portare a termine questo progetto, secondo il New York Times, ci sarebbe una chiara protesta dell’artista contro l’allora Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: il terreno sul quale sarebbe dovuta essere realizzata l’installazione è, infatti, di proprietà federale.
Si trattava di un progetto concepito più di 20 anni fa con la moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, e rimasto fermo per anni, bloccato dalle autorità locali del Colorado che sostevano che avrebbe danneggiato l’ecosistema del fiume.
Molto belli anche alcuni dei paesaggi in asta come quello, del 1941, che porta la firma di Giorgio Morandi. Realizzato a matita su carta questo lavoro, passato anche dalla collezione di Alberto della Ragione, è in catalogo al lotto 219 con una stima di 45-50.000 euro
Al lotto 358 troviamo, invece, un interessante lavoro di Alberto Burri in cellotex e vinavil. Si tratta di un progetto grafico del 1975 (stima: 18-20.000 euro) per l’operazione Arcevia ideata nell’agosto del 1972 da Italo Bartoletti che vuole fare del borgo fortificato di Palazzo di Arcevia, in provincia di Ancona, un’importante meta turistica.
Il progetto, a cui collaborarono, olte a Burri, Pierre Restany, Cesar, Aldo Clementi, Lucio del Pezzo, Edgardo Mannucci, Tilson, Valeriano Trubbiani, verrà presentato alla Biennale di Venezia del 1976, ma nonostante il successo e le numerose approvazioni, non verrà mai completato. Quella in asta è, così, una delle preziose testimonianze di questo utopico progetto.
Proseguendo, merita attenzione la carta del 1969, a firma di Achille Perilli, La mia gabbia che troviamo al lotto 394. Realizzata a pastelli e pennarello quest’opera è valutata 8-9.000 euro. E notevole è anche la tempera Vibrazioni simultanee di Mario Nigro del 1962, proposta al lotto 410 con una stima di 50-60.000 euro.
Degne di nota, poi, le tele Lesbo di Salvo (lotto 503, sima: 18-20.000 euro); Tre Fauni del 1954 di Enrico Baj (lotto 739, stima: 68-76.000 euro) e Marina del 1945 di Enrico Prampolini (lotto 740, stima: 72-80.000 euro).
Mentre è un vero e proprio capolavoro Composizione con idolo giallo di Massimo Campigli del 1962 (lotto 510, stima: 180-200.000 euro), con cui vogliamo chiudere questa nostra prima “lettura catalogo” del secondo semestre 2021.
Realizzata nell’anno dell’ultima partecipazione alla Biennale di Venezia dell’artista fiorentino, questa tela è un esempio indicativo di quella coerente visione che attraversa l’intera carriera artistica di Campigli e che affonda le sue radici nella visita che, nel 1928, l’artista fa al Museo etrusco di Villa Giulia a Roma e che gli diede appieno la rivelazione del suo mondo interiore.
Nascono così, come scrive Margherita Abruzzese, «le sue “donnine” stilizzate, in cui il geometrismo non diventa mai astrazione, ma solo volontà di purezza, di ordine e rigore compositivi. L’immagine, sempre più vicina al simbolo, sarà tuttavia una forma ricordo di una realtà intima e familiare, un archetipo di forme vagheggiate come vere».
Una pittura, quella di Campigli, che negli anni rimane sempre fedele a se stessa, con le forme essenziali che, «fissate in un gesto fermo nel tempo, articolate in uno spazio tutto ribaltamenti e invenzioni, nascono da una base di terre opache, con toni smorzati da affresco rialzati da qualche raro e prezioso accento cromatico, spesso da un po’ di biacca». L’opera in asta da Meeting è una stupenda espressione di tutto ciò e di quella maggior spontaneità che l’artista acquisce nel tempo.