Dopo quello di Sotheby’s, anche il catalogo della prossima asta di Arte Moderna e Contemporanea della Casa d’Aste Il Ponte è online: circa 300 i lotti che saranno battuti a Palazzo Crivelli il 6 dicembre prossimo in due sessioni: alle 10.30 i lotti 1-163 e alle 15.30 i lotti 164-292. Giocando come di consueto tra grandi nomi dell’arte del XX secolo e artisti storicizzati che hanno ancora ampi margini di rivalutazione, il dipartimento guidato da Freddy Battino ha messo insieme un catalogo in cui sono ben rappresentate l’Astrazione italiana, la Poesia visiva, l’arte informale italiana ed internazionale del secondo dopoguerra, ma anche la Pop Art romana e l’Arte Cinetica e Programmata. Senza trascurare il Surrealismo e il Futurismo. Una selezione che, come è ovvio, dà la massima espressione di sé tra i 130 lotti scelti per la sessione pomeridiana su cui concentreremo la nostra lettura “ragionata”. Tra i top lot della serata anche un Senza Titolo del 1984 di Rudolf Stingel (lotto 189, stima: 100-150.000 €), artista che raramente si vede passare nelle aste italiane.
Tra Futurismo e Astrazione
Scorrendo la seconda parte del catalogo messo online ieri sera, saltano subito all’occhio alcuni lavori molto interessanti come quel Cavallo e cavaliere (Dinamismo di cavallo e cavaliere) a firma di un “giovanissimo” Roberto Marcello Baldessari. Datato 1915, e cuore della ricca raccolta dedicata al Futurismo che inaugura la sessione pomeridiana dell’asta, questo dipinto è un’opera in cui cavallo e cavaliere sono lanciati in velocità nello spazio in una composizione scandita dai tagli delle “linee -forza” boccioniane ed è un ottimo esempio della particolare rilettura che Baldessari fa di Boccioni, già molto personale nella scansione cromatica nonostante le giovane età (lotto 175, stima 8-12.000 €).
Dal Futurismo all’astrattismo italiano dove si incontrano una serie di lavori a firma, tra gli altri, di Manlio Rho, Atanasio Soldati, Mario Radice e Ideo Pantaleoni. E sono proprio le opere di questi ultimi due che, mi pare, meritino una particolare attenzione. Di Radice, infatti, il catalogo del Ponte propone un bellissimo Senza Titolo (lotto 189) della seconda metà degli anni Trenta che richiama alla mente il grande dipinto murale che l’artista, negli stessi anni, realizzò per la Casa del Fascio di Como.
L’opera, in passato appartenuta ad Arturo Galli che l’aveva acquistata per l’ufficio della Sala Campionaria della sua tessitura di Como, è valutata 10-15.000 €. Di Ideo Pantaleoni, invece, al lotto 183 troviamo una storica scultura destinata al soffitto della “Casa sperimentale” per la X Triennale di Milano del 1954. Questo Senza Titolo realizzato nel 1955 ha una stima di 4-6.000 euro.
La scultura italiana ancora protagonista
L’opera di Pantaleoni appena citata ci dà il là per parlare della presenza, tra le opere dell’asta di Palazzo Crivelli, di un nucleo importante di scultura contemporanea. Medium al cui ritorno sul mercato Il Ponte in questi anni ha dato un notevole contributo. E non a caso, anche nel catalogo che sarà battuto il prossimo 6 dicembre, la scultura è rappresentata in molte delle sue forme espressive e con diversi materiali: al lotto 287 spicca, ad esempio, Antiscultura di Fausto Melotti, esemplare unico in ottone e ceramica smaltata eseguito nel 1972 (stima: 80-120.000 €).
E sempre di Melotti, bellissimo il Tavolo in ceramica smaltata policroma del 1952 che troviamo al lotto 284 con una stima di 100-150.000 euro. Ma è il nucleo di opere di Bruno Munari che probabilmente rappresenta il vero clou di questa particolare sezione. Al lotto 192 troviamo una Macchina Inutile del 1956 (stima: 10-15.000 €). Un’opera di cui lo stesso artista ci ha lasciato una preziosa descrizione: «Questa macchina inutile viene ad avere due elementi di interesse: uno dato dalla sempre mutevole composizione dei sei rettangoli metallici, un altro dato dalla sempre mutevole composizione degli undici punti di colore. Gli undici punti di colore sono fissati in parti disuguali sulle superfici dei rettangoli e dato il sottile spessore di questi, il moto naturale nello spazio li porta, a volte, a condizioni di quasi invisibilità variando all’infinito la forma totale dell’oggetto». Non mi sembra ci sia altro da aggiungere…
Sempre di Munari, al lotto 197, troviamo invece una particolarissima Scultura pieghevole rossa del 1951. Si tratta di uno dei lavori che l’artista amava chiamare “sculture da viaggio” e a cui Domus dedicò uno speciale nel 1959 in vista della sua personale di Stoccolma che si sarebbe tenuta del settembre dello stesso anno. Quella in asta è uno dei primissimi esemplari realizzati da Munari e nato, anche qui è sempre l’artista a parlare, «per avere con sé, o per portare in una camera anonima d’albergo, un elemento della propria cultura». L ‘opera proviene da una collezione privata molto particolare, quella di Piero Polato: progettista allievo e poi amico e collega per tanti anni del Munari. Esposta nel 2013 in occasione della mostra “Quale Munari? Ognuno conosce un Munari diverso” allo Showroom De Padova di Milano, è offerta con una stima di 60-80.000 €.
Notevole, infine, la Struttura Spazio – Ambiente di Giuseppe Uncini, realizzata nel 1966 e esposta, nello stesso anno, alla XXXIII Biennale di Venezia. Inserita al lotto 247 questa scultura è valutata 6-8.000 €
Dal Gruppo Forma 1 all’Arte Cinetica
Continuando a sfogliare le pagine del catalogo del Ponte, dal lotto 198 al termine della selezione le ricerche pittoriche della seconda metà del Novecento si incrociano, creando confronti molto particolare. Si parte con gli artisti del Gruppo Forma 1 di cui la sessione pomeridiana dell’asta offre una selezione di opere storiche – bellissima la Superficie 489 del 1963 di Capogrossi (lotto 203, stima: 24-28.000 €) come anche Estensione 25/63 di Antonio Sanfilippo (lotto 209, stima: 25-30.000 € – che si incrociano con quelle dei protagonisti del cosiddetto Gruppo degli Otto che si raccolsero, tra il 1952 e il 1954, attorno alla figura dai Lionello Venturi. In primis Afro, presente in catalogo con una Zona recinta del 1967 (lotto 200, stima: 35-50.000 €), opera già esposta alla mostra antologica tenutasi a Palazzo Reale nel 1992.
Come molto belli sono i due Turcato – artista che fa un po’ da ponte tra di due Gruppi – proposti ai lotti 204 e 205: due Superfici lunari del 1972 valutate entrambe 10-15.000 €. Sempre per quanto riguarda gli Otto, colgo l’occasione per citare la bella tela, Vegetazione (1958), di Ennio Morlotti presente nella sessione mattutina al lotto 144 con una stima di 8-12.000 €. Per quanto riguarda la scena Informale internazionale, tra le tante opere proposte, da citare Black #2, grande tela del 1958 dell’americano Norman Bluhm (lotto 222, stima: 25-30.000 €).
Mentre sul fronte del Surrealismo “internazionale” la proposta del Ponte ruota attorno tre grandi autori: Roberto Matta, presente con due opere tra cui Missili, un grande lavoro del 1951 (lotto 232, stima: 40-60.000 €); Wifredo Lam, con un’opera su carta del 1958 (Senza titolo) offerta al lotto 229 con una stima di 15-20.000 € e Max Ernst di cui troviamo un prezioso olio del 1924, L’oiseau en cage, già esposto alla Galerie Denis René di Parigi nel 1945 (lotto 231, stima: 25-35.000 €).
Tra i lavori a firma dei maestri dell’Avanguardia italiana del secondo dopoguerra, invece, spiccano tre opere storiche di Gianfranco Baruchello: De la pictura liniale del 1973 (lotto 275, stima: 8-12.000 €), Piccola mostra itinerante antipotere del 1975 (lotto 276, stima: 2.800-3.500 €) e Nebbia di accrescimento e vapori di crescita, teca datata 1979 (lotto 277, stima: 10-12.000 €).
Passando, infine, alle opere di Arte Concettuale, Land Art, Body Art e Poesia visiva si distinguono, tra le varie in catalogo: Assioma ‑ Metro come misura adesso (1972) di Vincenzo Agnetti (lotto 280, stima: 35-50.000 €) e una esclusiva opera su tela di Emilio Isgrò del 2000: Freccia con cimice, valutato 10-15.000 € (lotto 279).
Mentre per quanto riguarda Pittura Analitica e l’Arte Cinetica, Programmata e Optical, tra le tante opere pregevoli e significative offerte in asta, credo che meritino una menzione speciale la storica tela Visionario (sette) del 1969 di Carlo Battaglia (lotto 244, stima: 10-15.000 €) e la grande tela Gürü M.D., eseguita da Victor Vasarely nel 1971 (lotto 246: stima: 50-70.000 €). Ma al di là delle opere citate, sono veramente tante i lavori inseriti nel catalogo del Ponte che credo meritino la vostra attenzione. Per questo, l’invito è inevitabilmente quello di studiarlo con attenzione e, se avete modo, di vedere il lotti dal vivo in occasione della mostra che si terrà, sempre a Palazzo Crivelli, dal 2 al 4 dicembre prossimi (orario: 10/13 – 14.30/18.30)
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