Più che un debutto un test di mercato quello che attende la prima edizione della Warm Up Fair, in programma a Reggio Emilia dal 7 al 10 dicembre prossimo, in concomitanza con la 14esima edizione di Immagina: una fiera parallela in linea con iniziative simili, quali la nuova Set Up di Bologna e la torinese The Others.
Ideata e curata da Mauro Defrancesco, titolare della galleria trentina UfoFabrik, la Warm Up Fair si propone nel panorama fieristico italiano come progetto interamente dedicato alle giovani gallerie con poche e semplici regole: gallerie nate dopo il primo gennaio 2008, programmazione e prevalenza di artisti under 40 in fiera, prezzi delle opere tra i 100 e i 5000 euro.
Una scommessa difficile, in un momento di crisi come quello attuale per il mercato italiano, che ha messo a nudo alcuni caratteri del mercato dell’arte italiano molto interessanti. Ma ascoltiamo cosa ha da raccontarci Mauro Defrancesco.
Nicola Maggi: Mauro, tenere a battesimo una nuova fiera di arte contemporanea in un’Italia dove gli eventi fieristici stanno proliferando ma il mercato stenta a decollare.. bella sfida…
Mauro Defrancesco: «Ci sarebbero aggettivi più adeguati e non ripetibili, comunque, sì, una bella sfida ma sono cose che a 40 anni si possono fare. WARM UP è un prototipo pieno di contenuti e, naturalmente, con un sacco di problemi: siamo ancora sulla pista a controllare tutto, il decollo spero lo vedremo nel 2013. In Italia ci sono molti appuntamenti, siamo un paese con molte culture e visioni differenti. Sono troppi gli eventi fieristici? Esistono parametri assoluti come: numero fiere/collezionisti per kmq? Non ne ho idea. Certo oggi in Italia viviamo una crisi del mercato profonda, legata alla politica e, più vicino a noi, alla produzione artistica».
N.M: Come è stato accolto il tuo progetto dagli operatori di settore?
M.D.: « Nel più totale silenzio, in Italia. Evidentemente le gallerie italiane preferiscono dare un sacco di soldi ad altri network. Ottima, invece, la risposta all’estero e questo dovrebbe far meditare. Tutti vogliono venire a fare qualcosa in Italia, io sarei per dargliene l’opportunità».
N.M.: Su cosa punterete per differenziarvi dagli altri eventi simili che già esistono in Italia?
M.D.: «Una fiera che costa poco per le giovani gallerie e i nuovi collezionisti, ideata da un gallerista per un gruppo di galleristi stufi di essere presi in giro da venditori di stand. Un luogo dove tutto inizia e non finisce con l’appuntamento, in cui condividere esperienze e sviluppare nuovi progetti; se possibile il tutto in maniera piacevole».
N.M.: Warm Up scommette sulle gallerie giovani. Cosa significa aprire una galleria nell’Italia di oggi?
M.D.: «Fare un sacco di debiti».
N.M.: In questa prima edizione avete dedicato un focus ai paesi dell’area Baltica. Ci puoi anticipare cosa troveremo in quest’area?
M.D.: «Saranno presenti alcuni giovani artisti della scena baltica, la fiera si è gemellata con ARTVILNIUS per sottolineare la voglia di aprirsi in ambito internazionale».
N.M. Quello che si terrà dal 7 al 10 dicembre a Reggio Emilia in occasione di Immagina sarà un numero 0. Un primo test. Cosa troveremo nel vostro spazio?
M.D.: «Giovani: tutti sono invitati a conoscere e aprire la mente verso nuovi linguaggi e conoscere l’arte contemporanea in maniera libera, senza pregiudizi. Un dialogo, molte opere sono ideate e realizzate per i nuovi collezionisti».
N.M.: Come vorresti far evolvere questo progetto nel futuro?
M.D.: «Diventare il LISTE italiano. A parte gli scherzi, il sogno è quello di realizzare una bella fiera nel 2013, proseguire nella creazione di una rete europea di fiere, in seconda battuta formare un gruppo di gallerie italiane, questo per avere maggiore peso politico e contrattuale, dividere i costi e nonostante la crisi essere competitivi in ambito internazionale».