Apre oggi, in Via Paolo Sarpi 2 a Milano, la mostra delle circa 300 opere che Finarte batterà in due tornate il prossimo 15 aprile in occasione della sua asta primaverile di arte moderna e contemporanea. Una selezione raffinata e ricca di spunti e suggestioni, quella messa insieme dalla casa d’aste milanese. Certamente uno dei cataloghi più interessanti di questo mese.
A guidare la proposta di Finarte, un iconico dipinto di Hans Hartung, T 1976-E 18, del 1976, proposto al lotto 175 con una stima di 80-120.000 €. Ma lungo il catalogo, fanno bella mostra di sé, fin dai primi lotti, lavori di Mario Tozzi, Mario Sironi, Achille Funi, Gino Severini – delicatissima la sua Maternità (1927) al lotto 22 – o Giorgio Morandi.
Dell’artista bolognese, ai lotti 28 e 29 abbiamo un’acquaforte del 1928 – Il poggio al mattino (stima: 6-8.000 euro) – e una bella Natura Morta a matita su carta del 1960 (stima: 20-30.000 euro).
Passato un delicato bronzetto di Pericle Fazzini ci imbattiamo in una Testa di Cavallo di Giorgio De Chirico. Opera realizzata agli inizi degli Anni Sessanta, questo olio su cartone telato è valutato 25-35.000 euro.
Molto divertente il Ritratto di Carrà fatto da Carlo Mattioli in uno squisito stile vignettistico (lotto 42, stima: 7-8.000 euro). Mentre dieci lotti dopo, al n. 53, ecco una Danseuse (1964) di Gino Severini valutata 18-20.000 euro e realizzata a pastello su carta.
Un’opera, quella dell’artista toscano, che ci conduce ad uno dei lotti più preziosi di questa asta: Testa femminile (1908-1909) di Umberto Boccioni. Stupendo pastello su carta azzurrina valutato 40-60.000 euro.
Sempre di ambito futurista è poi la scultura in ottone cromato ghiacciato Linea di velocità + forma rumore di Giacomo Balla, che troviamo al lotto 58 (stima: 10-15.000 euro). Si tratta però di un’edizione realizzata nel 1968 dalla Galleria l’Obelisco su disegno dell’artista.
Saltando al lotto 68, ecco che l’asta Finarte ci proietta dal Futurismo al Surrealismo, con un Senza titolo di Max Ernst del 1945. Proveniente da una collezione privata, questo olio di piccolissime dimensioni (15×20 cm) è proposto in vendita con una stima di 80-100.000 euro.
Poco dopo ecco alcuni lavori di Man Ray, tra i quali il libro d’arte – tirato in 100 esemplari + 20 fuori commercio – La Logique Assassine, del 1975, un anno prima della morte dell’artista, e contenente un testo allora inedito di Henry Miller. L’esemplare in asta è il secondo di quelli fuori commercio (numerati I-XX) ed è autugrafato dal celebre autore di Tropico del Capricorno.
L’asta prosegue con alcune preziose carte di Paul Delvaux, Osvaldo Licini – particolarissima la sua Amalassunta (1946) su carta di giornale al lotto 72 -, Achille Perilli e Piero Dorazio del quale abbiamo un bellissimo Reticolo del 1960, dedicato dall’artista ad Anna e Claudio Verna (lotto 74, stima: 10-15.00 euro).
Passata una bella scultura in cemento e ghisa di Giacinto Cerone (lotto 81), il catalogo apre ad una piacevole sezione di Pittura Analitica dove spiccano Ritmi in Rosa (1977) di Riccardo Guarneri (lotto 98, stima: 10-15.000 euro), una Composizione degli anni Settanta di Paolo Cotani (lotto 99, stima: 7-10.000 euro) e Anomalia n.3 (1969-70) di Rodolfo Aricò (lotto 105, stima: 30-50.000 euro).
Immediatamente dopo ecco Scultura H (La clavicola) di Fausto Melotti. Valutata 40-60.000 euro, questa scultura del 1972, vanta un bel curriculum espositivo e numerose pubblicazioni. Sempre di Melotti, peraltro, il catalogo Finarte propone anche un buon numero di carte e ceramiche.
Arriviamo così al lotto 115 dove abbiamo Antoni Tàpies con l’opera One is Nobody Series No. 16 del 1978 (stima 15-20.000 euro) e Lucio Fontana e Osvaldo Borsani autori di uno dei lotti più particolari tra quelli in catalogo: un’Anta di mobile a ribalta (1952-1963) in vetro azzurro, nero e grigio (lotto 121, stima: 30-50.000 euro) e nella quale il design razionalista dell’architetto milanese incontra il decoro astratto e ricco di reminiscenze barocche dell’artista italoargentino.
Superata una Superficie Lunare (1973) di Giulio Turcato e una bella tela del belga Jef Verheyen datata 1959 (lotto 124, stima: 14-18.000 euro) ecco ancora Lucio Fontana con un sontuoso Crocifisso (1947) in terracotta smaltata in nero e oro proveniente da una collezione privata di Varese (lotto 134, stima: 90-120.000 euro)
Il catalogo prosegue, così, con una serie di pregevoli lavori degli anni Cinquanta a firma di Enrico Prampolini, Atanasio Soldati, Alberto Magnelli e Antonio Sanfilippo. Suo il Senza titolo del 1955 al lotto 150 (stima: 15-20.000 euro). Sempre agli anni Cinquanta appartiene anche l’olio di Roberto Sebastian Matta al lotto 158 (stima: 65-80.000 euro). E’ invece datato 1964 la tela Grille 5 di Dorazio al lotto 166 (stima: 50-70.000 euro).
Si arriva così al già citato T 1976-E 18 (1976) di Hans Hartung che, stimato 80-120.000 euro, è stato scelto da Finarte come copertina per il catalogo dell’asta.
La selezione apre poi ad una breve partentesi dedicata all’Arte Cinetica e Programmata, con lavori storici di Dadamaino e Getulio Alviani, per poi arricchirsi dei lavori di Hermann Nitsch, molto presente in tutti i cataloghi italiani di questa primavera, di Shusaku Arakawa – lo troviamo al lotto 193 con uno studio per The Error del 1967 – e di Emilio Isgrò.
Al lotto 195 abbiamo, invece, un particolarissimo autoritratto di Francesca Woodman – Posso fare qualcosa per te? del 1977 – realizzato a grafite su carta e che la ritrae sul divano della sua casa romana.
Sul finale, tra il lotto 202 e il lotto 221, Finarte ci propone poi, qua e là, i pezzi per un’intrigante “collezione” di piccole sculture a firma, tra gli altri, di Paolo Icaro, Nanni Valentini, Maria Lai, Giuseppe Spagnulo e Ilya Kabakov del quale viene proposta la ceramica Charles Rosenthal 1913 Pianista e Musa del 2001 (lotto 216, stima 80-100.000 euro).