Finale di stagione bollente per il mercato italiano delle aste di arte moderna e contemporanea, con Cambi Casa d’Aste che mette sul piatto un catalogo di 128 lotti di qualità veramente eccelsa. Impossibile segnalare tutte le opere di pregio presenti nell’offerta della casa genovese che batterà a Milano il prossimo 5 luglio una selezione di dipinti, sculture e grafiche di artisti italiani e internazionali che vanno da Marino Marini a Victor Vasarely, da Mario Sironi a Maurice Utrillo, Carla Accardi, Afro Basaldella, De Pisis, De Chirico. Giusto per citare i principali.
Scorriamo insieme le pagine di questo catalogo che si apre con quattro stupende acqueforti di Giorgio Morandi tra le quali Natura morta con Paesaggio (1927), esemplare n. 26 di una tiratura di 50 (lotto 4, stima: 20-30.000 euro). Passato un acquerello di Maurice Utrillo del 1918 – Pont de l’Avenue de Saint-Ouen (lotto 5, stima: 20-30.000 euro), al lotto 8 l’occhio viene catturato dalla sensualità classica del Nudo di Schiena (1930) di Felice Carena, proposto con una stima di 8-10.000 euro
Al lotto 10 è invece l’intimità soffusa di Oscar Ghiglia che ritrae Benedetto al pianoforte (1935) che non può lasciare indifferenti. Un dipinto in cui risuonano le parole che Giuseppe Papini dedicò all’artista nel 1929: “Oscar Ghiglia è un pittore che non dipinge soltanto colle mani e con gli occhi. La sua pittura è il tentativo, sempre rinnovato, di tradurre in forme e in accordi qualcosa del suo spirito”.
Con un ritmo incalzante, davanti ai nostri occhi scorre un delizioso bronzo di Medardo Rosso (lotto 11, stima: 80-100.000 euro) che a mio avviso rimane uno dei migliori scultori che ci ha regalato l’Ottocento italiano. Un’opera che risente ancora clima della scapigliatura milanese ma in cui emerge potente il suo essere artista ribelle, anticonformista, figlio di quell’Italia alla prova della modernità che caratterizza il passaggio tra XIX e XX secolo.
Dal bianco e nero di August Macke si passa veloci ai colori acidi dei Pagliaccetti di Fortunato Depero realizzato a Capri nel 1918 (lotto 14, stima: 60-100.000 euro) che occhieggia al “paesaggio astratto” di Prampolini che si trova al lotto 18 – Sintesi arabescate di un paese (1922) – in una curiosa sitonia di colori e luoghi.
È poi la volta di Futurballa con Linee forse di paesaggio estivo (1920), che chiude un terzetto di opere futuriste che dispiace possano essere separate (lotto 19, stima: 80-120.000 euro). Di contrasto, l’atmosfera vagamente malinconica del Vaso di fiori in un interno (1940) di Filippo De Pisis al lotto 23 (stima: 25-30.000 euro).
Pagina dopo pagina, ecco il Cavallo impennato di Giorgio De Chirico, la Campagna romana di Giacomo Balla, fino ad arrivare ad un capolavoro assoluto della scultura italiana: Piccolo cavaliere (1946) di Marino Marini (lotto 26, stima: 150-250.000 euro) e che rappresenta la quintessenza del tema più iconico della sua ricerca.
Un’opera, peraltro, la cui data (1946) la pone sullo spartiacque tra i primi cavalli di ispirazione etrusca e quelli che successivamente evolvono in uno stile più duro e frastagliato, meno legato alle tradizioni formali, che caratterizzeranno la sua produzione a partire dal decennio successivo.
Tra le opere più belle di questa selezione vi è poi Trino di Achille Perilli (lotto 38, 45-55.000 euro), opera realizzata nel 1954 e un intenso Senza titolo di Giuseppe Santomaso (lotto 41, stima: 100-150.000 euro) proveniente da una collezione privata di New York e realizzato nel 1960, anno della sua personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Opera, come si legge nel catalogo, che si trova in “regime di temporanea importazione storico-artistica e doganale”. Gli oneri dell’importazione definitiva, specifica la casa d’aste, “saranno a carico dell’acquirente”.
Note tecniche a parte, ecco che davanti ai nostri occhi passano opere storiche di Tancredi, Turcato, Scanavino, Perilli, Reggiani, Vasarely in un crescendo che ci conduce quasi a metà asta con due opere della prima metà degli anni Sessanta di Agostino Bonalumi: Rosso (lotto 53, stima: 50-70.000 euro) e Bianco (lotto 54, stima: 60-80.000 euro).
I lotti scorrono e la proposta di Cambi si apre maggiormente agli artisti internazionali, con Roberto Sebastian Matta e Graham Sutherland per poi tingersi delle note Pop della Scuola romana di Piazza del Popolo, con Mario Schifano e il Kennedy di Sergio Lombardo.
Seguono Paolo Icaro, Piero Gilardi – con lavori degli anni Settanta – e l’incredibile Vola Colomba di Aldo Mondino, realizzata in occasione della mostra Berlin alla galleria Paola e Rossella Colombari, dedicata al crollo del muro. Ed è proprio una lastra-reliquia del muro quella che viene trainata in cielo da tanti palloncini colorati, in un contrasto che libera la pesante materia dalle radici del male per portarla in cielo verso l’eterna libertà.
Il racconto di questa asta prosegue poi con Claudio Parmiggiani, Hermann Nitsch, Jannis Kounellis, Ettore Spalletti e Salvo di cui Cambi propone uno stupendo Senza titolo del 1993. Con molta probabilità una delle opere più belle dell’artista siciliano che abbia mai visto passare in asta negli ultimi tempi (lotto 98, stima: 40-60.000 euro).
La parte fine dell’asta del 5 luglio prossimo è dedicata (lotto 99-128) ad una prima selezione di opere provenienti dalla collezione di Luigi Profenna scomparso recentemente. Un primo assaggio, potremmo dire, della vendita più ampia che la casa d’aste dedicherà al collezionista romano nel prossimo autunno. Tra le opere più significative di questo primo nucleo: Viola arancio, vinilico di Carla Accardi del 1993 (lotto 109, stima: 20-30.000 euro) e Niente da vedere niente da nascondere, ricamo di Alighiero Boetti del 1989 (lotto 128, stima: 40-60.000 euro).