La Fondazione Luciana Matalon è uno di quei posti che non fatico a definire come “un luogo rivelazione”. Sì perché se camminando distrattamente per Milano, lasciandoti alle spalle il Castello Sforzesco, non fai attenzione alle vetrine che ti scorrono di fianco, rischi di non notarla perchè il suo affaccio sulla strada è certamente molto discreto.
Ma entrando dentro, ti si schiude uno spazio perfettamente allestito, studiato nei dettagli, decorato in alcuni suoi aspetti come un’opera site specific e che racconta la vicenda artistica di una persona controversa e visionaria.
La Fondazione ha ormai 23 anni ed è nata per volere della stessa Matalon che desiderava dare una casa alle sue opere, contestualmente al suo allontanamento dal mondo delle gallerie. L’idea era proprio quella di creare uno spazio perfetto e personale che fosse espositivo ma anche di vendita, senza mediazione intermedie: dal produttore al consumatore, si potrebbe dire.
Nello Taietti, il Presidente della Fondazione, è stato per Luciana Matalon prima di tutto un amico. Questo ha permesso di delineare durante l’intervista – con affetto e precisione – la figura di questa artista e ciò che le piaceva fare. E se i suoi atteggiamenti, cortesemente sopra le righe e slegati da qualsiasi forma di regolamentazione, hanno reso la sua produzione artistica ancora più interessante, certo non hanno aiutato sempre nella gestione di un’Istituzione culturale e di una collezione in continua crescita.
La collezione di proprietà della Fondazione, a firma monografica naturalmente, non è altrettanto monotematica se parliamo di tecniche esecutive e materiali. Dai metalli per le sue sottili sculture o per la linea di gioielli, alla carta per le delicate installazioni, alla pittura materica e non. I numeri non sono piccoli, ma grazie a un attento lavoro di catalogazione e una buona gestione dei depositi, Nello ed Eleonora Angiolini (exhibition manager) hanno avviato una grande attività di valorizzazione, anche grazie agli eventi che vengono regolarmente organizzati all’interno dello spazio milanese.
L’intervista è piena di aneddoti, storie e progetti che la Fondazione sta seguendo e a cui ha partecipato negli anni. Basta fare click sopra per dare un rapido sguardo all’interno delle sale, scoprire chi era Luciana Matalon e capire quanto potesse essere definita una collezionista di sé stessa.