Meeting Art presenta l’asta di arte moderna e contemporanea intitolata “L’occhio dinamico”, incentrata sull’arte programmatica, ottica e cinetica degli anni ’50 del secolo scorso.
L’asta si svilupperà in sei giornate, dal 7 al 15 ottobre, suddivisa in tre segmenti. Il primo, considerato il più pregiato, è dedicato all’arte programmatica e cinetica e comprende opere provenienti dalla mostra del 1965 presso il MOMA di New York chiamata “Responsive Eye”. Il secondo, riguarda multipli e grafiche d’autore da una collezione privata biellese. Il terzo ed ultimo segmento esibirà opere di artisti del Novecento.
Tra le opere in evidenza ci sono i lotti 429 e 430, con stime tra 90.000 e 100.000€. Il lotto 429 presenta “Composizione” del 1954 di Mario Schifano, mentre il lotto 430 offre un’opera di Paul Jenkins del 1963 intitolata “Phenomena with Guardian”. Quest’ultima esibisce una vibrante miscela di colori, gestualità e fluidità, evocando movimento e vitalità.
È da menzionare anche il lotto 230 di Piero Gilardi, pioniere dell’arte povera, con l’opera “Tappeto Natura”, stimato tra 80.000 e 90.000€. Gilardi, noto per le sue “naturazioni”, crea opere che fondono scultura e ambiente naturale, incoraggiando l’interazione diretta con il pubblico. Tra i temi trattati da Gilardi vi sono quelli legati all’ecologia e alla critica al consumismo (sempre di Piero Gilardi troviamo in vendita il lotto 208 con stima 40.000-45.000€).
Focalizzandosi sul tema centrale dell’asta – l’arte cinetica, programmatica e ottica – si tratta di un movimento artistico nato dalla volontà di rappresentare il dinamismo crescente della società e della vita nel dopoguerra. Questi artisti hanno esplorato il meccanismo della visione, trasformandolo in rappresentazioni dinamiche che coinvolgono attivamente lo spettatore.
Tra le opere di grande valore figura il lotto 63 di Davide Boriani, “Pantachrime 36 M n°2” del 1967/76. Questa scultura è composta da pannelli luminosi che giocano con colori e intensità, creando un’esperienza visiva avvolgente.
Altra opera in vendita dove l’artista compie una ricerca sul colore, la luce e la superficie è Jorrit Tornquist (lotto 82, Senza titolo, 54.000-60.000€), la cui indagine era volta alla materializzazione dell’oggetto con un approccio scientifico alla pittura.
Un altro esponente di spicco dell’arte cinetica e programmatica è Alberto Biasi, con i lotti 76 e 92. Le sue opere sperimentano c5r illusioni ottiche, effetti visivi e movimenti apparenti.
Tra i lotti con stime più elevate, spicca l’opera di Victor Vasarely, “Cenlik (n° P.1168)”, per la quale la stima è disponibile su richiesta. Questo lotto si distingue per la combinazione di forme geometriche, colori accesi e illusioni ottiche, frutto di studi condotti negli anni ’40 sulle reazioni percettive prodotte da forme geometriche presentate con colori uniformi e brillanti.
A una stima leggermente inferiore, abbiamo i lotti di Franco Costalonga (lotti 52 e 74), nei quali emerge uno stile unico che fonde elementi astratti e cinetici. Queste opere si caratterizzano per le forme geometriche, le linee dinamiche e la sperimentazione con movimento e materiali, animate da motori o dispositivi meccanici.
Non possiamo non menzionare, nel contesto di questa presentazione del catalogo, Nanda Vigo e il concetto di cronotopo (lotto 84). Questo termine, introdotto dalla scrittrice di origini russe Bakhtin, descrive la relazione tra spazio e tempo all’interno di un’opera letteraria. L’artista sembra reinterpretare tale concetto in ambito artistico attraverso la sperimentazione di luce, movimento e interazione spaziale, esplorando così la percezione visiva dello spettatore.
Nella seconda parte della vendita, il catalogo presenta anche fotografie, come il lotto 227 di Steve McCurry, “Rajasthan Woman with Bangles” del 1996. McCurry tende a catturare temi di viaggio, cultura e i conflitti intrinseci della condizione umana nelle sue opere. In questa fotografia, in particolare, è rappresentata la cultura indiana: una donna con abiti tradizionali, colori vivaci e uno sguardo penetrante, il tutto convergente in una potente narrazione visiva.
Desidero concludere presentando le ultime due opere del catalogo di Meeting Art: il lotto 559 di Enrico Baj e il 560 di Filippo de Pisis. Il primo simbolizza l’interazione tra arte e vita quotidiana attraverso l’uso di oggetti ritrovati e materiali industriali. Il secondo, firmato da De Pisis, evoca elementi fantastici e onirici, con colori contrastanti e una palpabile malinconia