Abbiamo incontrato Clarice Pecori Giraldi i primi giorni di questo nuovo 2022. Siamo arrivate al PART in una giornata fredda e soleggiata di gennaio, percorrendo una Rimini ancora addobbata a festa e con i mercatini di Natale che stavano vendendo gli ultimi dolci prima dell’Epifania.
E così appena entrate nell’atrio, mentre ci toglievamo i cappotti e sistemavamo in sicurezze le nostre mascherine (atto ormai di rito varcate le soglie di un luogo al chiuso), abbiamo salutato Clarice immerse nel centro della grande opera site-specific di David Tremlet che accoglie tutti i visitatori del museo romagnolo.
Ed è più che giusto definire il PART soprattutto un museo romagnolo perché è anche grazie allo spirito innovativo di questa regione che possiamo vantare un‘ idea di museo così originale anche in Italia. Ma quindi, cos’è il PART? Letteralmente, Palazzi dell’Arte Rimini (https://palazziarterimini.it/). Praticamente, un museo pubblico che espone e conserva una collezione privata. E che collezione privata!
Quando abbiamo chiesto a Clarice di raccontarci della sua esperienza al PART conoscevamo già bene il progetto. In effetti, la notizia della sua inaugurazione nell’ottobre 2020 aveva rimbalzato su molte testate del settore, ma anche più generaliste. E proprio per questo volevamo raccontarlo anche sulle pagine di Collezione da Tiffany, perché più di altri questo modo di collezionare – e soprattutto di condividere la passione per il collezionismo – incarna la logica più che positiva che amiamo trasmettere con i nostri articoli.
La collezione ospitata all’interno degli spazi riminesi è di proprietà della Fondazione San Patrignano, realizzata anno dopo anno, opera dopo opera, grazie a donazioni di collezionisti, artisti e galleristi con l’obiettivo di costituire una dote senza precedenti per la Fondazione.
Come unico e fondamentale vincolo quello di valorizzare questo importante Patrimonio acquisito. Per dirla con le parole della sua responsabile curatoriale, Clarice Pecori Giraldi appunto, il suo fil rouge è il dono.
L’idea di raccogliere opere di arte contemporanea e farle diventare parte dell’esperienza di San Patrignano nasce alla fine del 2018 da un’intuizione dei co-fondatori della Fondazione, ispirati dal modello universitario statunitense dell’endowment. Come ci spiega Clarice, la collezione infatti può essere considerata un vero e proprio asset proprietario che supporta l’ente da molti punti di vista grazie a una donazione vincolata all’attività di valorizzazione.
Oggi la collezione conta più di 60 opere provenienti dalle principali correnti artistiche contemporanee, ma non esclude i giovani artisti che vogliono entrare a far parte di questa bella realtà.
L’incontro con Clarice ci ha permesso, inoltre, di approfondire moltissimi aspetti della struttura del museo, dal progetto di allestimento degli interni e del giardino, alle caratteristiche gestionali di una collezione in eterno sviluppo. Ci ha raccontato dei protocolli conservativi che, in collaborazione con il Comune di Rimini e i suoi restauratori, vengono applicati regolarmente.
Incuriosite, abbiamo chiesto del catalogo online aperto a tutti i visitatori e di quel premio “Artisti per il PART” che darà la possibilità a 12 artisti italiani o residenti in Italia di esporre nell’estate 2022 la loro opera e di concorre per entrare a far parte permanentemente della collezione.
Così, camminando nel silenzio quasi contemplativo delle sale del PART abbiamo visitato il museo ancora una volta. Siamo rimaste a osservare con ammirazione l’opera di Vanessa Beecroft, ci siamo confrontate con la grande scultura di Igor Mitoraj e abbiamo giocato anche per qualche minuto con Michelangelo Pistoletto.
È stato diverso da altri incontri. La chiacchierata con Clarice era stata pensata più come un’intervista per farci raccontare come funzionava tecnicamente il museo. In realtà, l’entusiasmo e la soddisfazione nel raccontare questo grande progetto, la precisione nello spiegarci come sta continuando il percorso curatoriale e il desiderio di far emergere il lavoro collettivo di tutte le figure che hanno collaborato alla nascita di questa idea ci ha messo di fronte alla rappresentazione di una collezione che non ci eravamo immaginate.
Ancora una volta abbiamo capito che esistono moltissimi modi di collezionare e di essere conservatori di un patrimonio con infinite valenze, non solo artistiche.