Il nome è già di buon auspicio, col suo significato che, a seconda dalle origini, varia da “la bella” a “lieta, allegra”, ma anche “nobile”. Sto parlando di ADA (Your Art and Design Advisor), la nuova piattaforma online dedicata al collezionismo di opere d’arte contemporanea, design e vini di pregio italiani e francesi che sarà online da questo sabato (27 gennaio) a Roma, negli splendidi appartamenti Palazzo Doria Pamphilj. Un progetto che vuole rompere le barriere tra arte contemporanea e design e offrire a collezionisti e artisti un’esperienza personalizzata di consulenza. E che, scommettendo sull’arte delle nuove generazioni – gli artisti proposti sono tutti Under 40 -, vuole superare anche la normale dimensione del mercato online dell’arte, sfruttando la potenza del web ma senza “tradire” l’importanza dell’arte come esperienza da fare dal “vivo”.
Per conoscere meglio questa nuova piattaforma web pensata per accompagnare il cliente negli investimenti e nella gestione del proprio patrimonio e che, una volta online, fornirà consulenze, avvalendosi della valutazione gratuita ai fini di vendita di opere d’arte, di oggetti di antiquariato e modernariato e di vini di pregio italiani e francesi, abbiamo incontrato la persona che l’ha ideata: Carlotta Mastroianni, giovane Art Advisor (è nata nel 1991) con in tasca una laurea in Architettura ottenuta al Politecnico di Milano, un Master of Art della LUISS Business School di Roma e una specializzazione in Art & Finance presso il Sotheby’s Institute of Art di Londra. Ma anche un po’ di esperienza in gallerie e musei d’arte contemporanea e una grande attenzione per il lavoro degli artisti e dei designer under 40 tra i quali Luca di Luzio, Silvia Giambrone, JAGO, Gustavo Martini, Miriam Pace, già coinvolti nel progetto con una serie di opere che potrete ammirare proprio a partire da questo sabato negli appartamenti Floridi Doria Pamphilj. Ma ecco cosa ci ha raccontato Carlotta Mastroianni.
Nicola Maggi: Come nasce l’idea di ADA?
Carlotta Mastroianni: «ADA nasce grazie al piccolo bagaglio che ho riempito fino ad ora di elementi diversi: esperienze lavorative, formazione, crescita personale, sbagli. Durante le mie esperienze lavorative, che mi hanno insegnato moltissimo, sentivo il desiderio di sviluppare un servizio che potesse assistere il collezionista sotto diversi punti di vista e così mi sono messa in gioco e piano piano ho cercato di affinare il mio progetto. Il primo scoglio è stato quello di differenziarsi da ciò che già esiste sul mercato e cioè piattaforme web dedicate alla vendita di opere d’arte e alla consulenza. Ho cercato di dare un luogo fisico alle opere oltreché virtuale, così che il collezionista potesse vedere da vicino l’opera prima di acquistarla con un semplice click e con una velocità che credo svilisca il lavoro dell’artista. Da qui è nata la collaborazione con la Famiglia Doria Pamphilj, la quale, oltre ad offrire una cornice d’eccezione alle opere, è anche un perfetto esempio di come il mecenatismo e il collezionismo si siano evoluti durante più di 500 anni di storia.
N.M.: In cosa si differenzia ADA, rispetto alle tante piattaforme per l’acquisto online di opere d’arte?
C.M.: «La differenza sostanziale è che ADA non è una piattaforma di acquisto online. Mi spiego meglio, su ADA non c’è un “carrello”, non è una piattaforma e-commerce, ma si possono vedere le opere e richiederne il prezzo, a quel punto il collezionista entra in contatto con me e può visionare le opere dal vivo, o in mostra o nello studio dell’artista. Per quanto io sostenga fermamente il potere del web, non credo nella vendita online di opere d’arte (anche se so che i dati mi smentiscono), semplicemente perché spero che chi voglia acquistare un’opera di un giovane artista sia anche intenzionato a conoscerlo, a capire come e perché nasce quel tipo di lavoro. La piattaforma serve anche ad assistere il collezionista con consulenze personalizzate, valutazioni, assistenza legale, fiscale e, oltreché all’arte e al design, poniamo lo sguardo anche sull’affascinante mondo del vino da collezione».
N.M.: La prima selezione di artisti che proponi è tutta italiana. Nel futuro pensi di aprire anche alla scena internazionale?
C.M.: «In realtà c’è un artista brasiliano, ma è difficile riconoscerlo perché il nome inganna ed è Gustavo Martini, un designer di Rio de Janeiro che vive e lavora a Milano. Sicuramente il mio obiettivo è quello di dare ampio respiro ai giovani artisti italiani, ma Martini è solo la prima di una serie di contaminazioni che vorrei portare avanti. Non c’è nessun vincolo territoriale nella selezione degli artisti. C’è già in cantiere un progetto per portare artisti stranieri in Italia attraverso un programma di residenze e spero di parlarvene in un futuro prossimo».
N.M.: Il 26 gennaio ci sarà il lancio in Italia… stai pensando anche ad un lancio internazionale?
C.M.: «Per il 2018 spero di poter consolidare il progetto prima di tutto in Italia. A lungo termine, invece, l’obiettivo è diventare una piattaforma di riferimento per l’arte emergente, soprattutto italiana, all’estero».