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Archivi e Design: progetti tra passato e futuro 

del

Se è vero che il mondo del Design può assomigliare, nelle sue dinamiche, a quello dell’arte più strettamente detto, ne va comunque riconosciuta la cadenza del tutto personale con cui si muove negli stessi circuiti. 

Parlando di archivi, infatti, numerosissimi sono anche quelli che si occupano di Design e Architettura. Si tratta sia di realtà indipendenti, che di fondi inseriti in più ampie istituzioni, come Triennale o CASVA a Milano. 

Sebbene, infatti, le dinamiche di conservazione della memoria abbiano dei punti in comune con il mondo dell’artesi sono sviluppate nel tempo delle peculiarità e competenze caratteristiche di questo settore.

Anche il mercato secondario si è infatti specializzato, portando alla nascita di realtà completamente dedicate, o all’apertura di distinti dipartimenti.

Proprio per l’importanza della tutela e promozione anche nel mondo del progetto, gli archivi di Design possono rivestire un ruolo cardine all’interno del mercato. 

Un punto di riferimento per il sistema culturale

Questo soprattutto in vista della specifica complessità che richiede il trattare pezzi al confine tra progetto e oggetto, alto artigianato e industria, serialità e unicità; e che prevedono l’interazione con diverse realtà industriali, alcune non più produttive, e altre ancora in piena attività. 

Alla luce di questa complessità, gli archivi non si occupano quindi solo dei prodotti, ma anche di tutti i materiali documentali che ne corredano la storia: oltre ai prototipi, i progetti, anche quelli mai realizzati, e tutta quella documentazione personale che pure è utile ai fini della memoria, come le fotografie, la corrispondenza, la biblioteca personale e altre collezioni che hanno nutrito la creatività dei nostri protagonisti. 

Queste realtà sono quindi, come gli archivi d’artista, un punto di riferimento per il sistema tutto, sia per i giovani designer che cercano storia e ispirazione, che per i curiosi, per gli enti e i collezionisti che necessitano di dati certi e competenze specializzate. 

Essi sono inoltre un importante strumento di monitoraggio della circolazione sul mercato. Ciò nonostante, rare sono le segnalazioni di certificati di autenticità.

Compaiono solo talvolta, e per i protagonisti più conosciuti, come quelli rilasciati da Gio Ponti Archives o Fondazione Franco Albini, o vi è la segnalazione dell’eventuale disponibilità, da parte degli archivi in questione, di rilasciare certificazioni su richiesta. 

Gli archivi di Design possono però diventare un riferimento importante non solo come strumenti di tutela per gli enti di riferimento, e garanzia per i collezionisti e le realtà coinvolte, ma anche una solida base per l’inizio di nuovi progetti o ri-edizioni di pezzi storici, come nel caso della collezione iMaestri di Cassina iniziata dal 1973, la quale raccoglie alcuni degli arredi più iconici del XX Secolo, ampliata nel 2023 in occasione del 50° anniversario. 

Un ulteriore esempio è la collaborazione tra Molteni&C e Archivio Gio Ponti, nata del 2012 e ancora attiva. 

Case study: il lavoro dell’Archivio Gio Ponti

Dopo un lungo lavoro di ricerca condotto negli Archivi del celebre designer e con i suoi eredi, si è giunti al rifacimento di pezzi storici, progetti speciali o piccole serie. 

È stata così rilanciata la produzione industriale di arredi disegnati da Gio Ponti tra il 1935 e gli anni Cinquanta. Ad ogni oggetto è stato poi abbinato un certificato di autenticità con numerazione progressiva rilasciato dall’Archivio Gio Ponti.

Dal 2016 sono poi state numerose le occasioni in cui questo rapporto si è consolidato anche in direzione della valorizzazione, come la mostra itinerante “Vivere alla Ponti” e le importanti mostre “Gio Ponti Archi Designer” al MAD di Parigi e “Gio Ponti Amare l’Architettura” al MAXXI di Roma del 2020.

Sebbene, dunque, il mondo del Design si muova in dimensioni ibride, che abbracciano passato, presente e futuro, storia e mercato, artigianato e industria, sempre più numerose sono le realtà che nascono e che consolidano la loro presenza nello scenario culturale contemporaneo, dettando modalità di collaborazione spesso inedite e peculiari.

Marta Raffa
Marta Raffa
Marta Raffa è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea e ha proseguito la sua formazione conseguendo un Master in Arts Management. Coltiva la sua passione per la scena contemporanea e i diversi linguaggi artistici, lavorando nel settore degli archivi d’artista, dei festival di arti performative e nell’editoria specializzata.

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