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Libro del mese: Arte e intelligenza artificiale (Jaca Book)

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Portrait by AI program sells for $432,000 (BBC); AI Art at Christie’s Sells for $432,500 (The New York Times). Questi sono solo un paio dei titoli che nell’ottobre 2018 dettero la notizia che Christie’s era stata la prima casa d’aste a vendere un’opera d’arte assistita dall’AI (intelligenza artificiale).

Il dipinto, intitolato Edmond de Belamy, from La Famille de Belamy (2018), portava la firma del collettivo di artisti francesi Obvious e fu stata aggiudicato per 350.000 $ (432.500 con il buyer’s premium) contro una stima in catalogo di appena 7-10.000 $.

La storia catturò inevitabilmente l’immaginazione del pubblico e fu ripresa da tutti i media del pianeta. Non mancarono sorpresa e sconcerto, sia tra gli addetti ai lavori che tra i semplici curiosi, rivelando quanto potesse essere problematica l’idea stessa di intelligenza artificiale per il mondo dell’arte.

Il dibattito nato da quell’evento fu inevitabilmente interdisciplinare, acceso e di grande interesse, soprattutto perché spingeva, al di là delle grida di scandalo, ad interrogarsi da più punti di vista su un concetto fondamentale per l’arte come quello di creatività.

Difficilissimo se non impossibile da definire in modo univoco e ancor più complesso se si cerca di comprenderne i processi neurali.

Oggi tutto questo lo si ritrova raccolto e approfondito nei saggi contenuti nel volume Arte e Intelligenza Artificiale, curato dalla studiosa di estetica Alice Barale e edito da Jaca Book.

Una lettura intrigante, ideale per chi vuole cimentarsi in una riflessione costruttiva sul concetto di creatività, capire meglio come è nato il ritratto di Edmond de Belamy e in cosa consiste l’uso dell’AI in arte, così da potersi fare una propria opinione su un fatto di cronaca artistica che da tanti è stato letto, in modo un po’ superficiale, come un oltraggio e come l’ennesimo colpo di teatro di un mercato senza remore, fuorviati anche dai titoli inesatti di tanti media.

Filosofi, artisti della scena internazionale, informatici, studiosi d’arte e di musica si confrontano ponendosi domande chiave come: che cos’è la creatività? Le macchine possono essere creative o la creatività è solo una caratteristica umana? Chi è l’artefice e chi lo spettatore? Il processo generativo di un sistema di intelligenza artificiale può essere qualificato come originale? Possiamo chiamare “estetici” gli algoritmi delle GAN (Generative Adversarial Networks), le reti generative avversarie inventate nel 2014 dal giovane studioso Ian Goodfellow, che discriminano fra milioni di “opere” generate da un computer?…

Dalle pagine del libro, capitolo dopo capitolo, prende forma un panorama ricchissimo, anche dal punto di vista estetico, e di enorme fascino per chi ama percorrere le strade dell’arte, comunque imprevedibili e da sempre in dialogo con le grandi innovazioni della scienza. Insomma uno di quei libri che inducono a riflettere su temi spesso dati per scontati, ma che l’arte non smette mai di rimettere in discussione.

Un’unica avvertenza… non lasciatevi intimorire dal primo contributo! Superato quello, forse un po’ troppo tecnico, le pagine scorrono veloci e avvincenti ponendo interrogativi e dando prospettive inedite che vi faranno guardare in modo diverso all’arte. Un’ottima ginnastica per la mente.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura.
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