Divulgati i dati sulla performance finanziaria dell’arte nei primi sei mesi dell’anno. Da gennaio a giugno il Mei Moses ® World All Art Index è calato dello 0.02% mentre l’S&P 500 e il FTSE All Share sono cresciuti, rispettivamente, del 9% e dell’1%. Una situazione confermata anche dai dati di luglio quando l’indice Mei Moses® ha segnato addirittura un -2.5%. Nonostante questo il CAR medio dell’arte è in linea con gli ultimi 5 anni.
Tempi duri anche per gli investimenti in arte. Dopo un 2011 estremamente positivo il Mei Moses® Art Index sta registrando, nei primi sei mesi di questo anno, una performance decisamente bassa: da gennaio a giugno l’indice elaborato dagli economisti newyorkesi Jianping Mei e Michael Moses ha segnato un -0,02% mentre l’indice S&P 500, usato nel mercato azionario statunitense come termine di paragone per misurare l’andamento dei titoli, e il FTST All Shares, utilizzato invece nel mercato inglese, sono cresciuti rispettivamente del 9% e dell’1%. Una situazione che si è fatta ancor più negativa nel mese di luglio, durante il quale il Mei Moses® è calato di ben 2.5 punti percentuali mentre l’S&P 500 e il FTSE sono cresciuti dell’11% e del 3%.
Anche il mercato dell’arte, quindi, inizia a risentire della crisi economica globale dopo un 2011 in cui l’arte aveva avuto una performance decisamente superiore a quella delle azioni finanziarie, dell’oro e dei beni immobili. Se lo scorso anno l’indice S&P 500 e il FTST All Shares erano rimasti sostanzialmente stabili, il Mei Moses® World All Art Index era infatti cresciuto del +10.2%. Dato che sembrava confermare, anche se in tono minore, l’ottimo andamento del 2010 (+22.0%).
Nella loro analisi dei mercati e delle varie categorie che compongono l’All Art Index, Jianping Mei e Michael Moses mettono in evidenza, comunque, come la crescita maggiore quest’anno sia stata fatta registrare dalla Pittura Americana e Inglese (+12.8%) che nell’ultimo decennio aveva avuto performance decisamente basse. Allo stesso tempo, per la prima volta dal 2007, l’indice relativo all’Arte Tradizionale Cinese è crollato del -3.9%. Per la terza volta dal 2002, infine, il World Impressionist and Modern Index (+3.5%) è andato meglio del World Post War and Contemporary Art Index (+2.7%).
Nel confronto tra il mercato azionario e quello dell’arte sembra, quindi, che stavolta il primo abbia avuto la meglio ma Mei e Moses invitano alla prudenza sottolineando che le cose, in realtà, non stanno proprio così se si guarda il ritorno economico delle due categorie d’investimento. «Conoscendo i prezzi di vendita e di acquisto degli oltre 1700 oggetti aggiunti al nostro database nella prima metà del 2012 – commentano i due economisti – possiamo calcolare un rendimento composto annuo (CAR) medio per l’arte del 7.3% mentre il CAR medio per somme equivalenti investite, nello stesso arco di tempo, nel S&P500 è stato del 6.2%». Il ritorno di un investimento in arte rimane quindi nettamente superiore rispetto a quello fatto sul mercato azionario. Il CAR medio dell’arte nei primi sei mesi del 2012, infatti, è stato addirittura superiore al rendimento medio registrato nell’ultimo decennio (4.6%) e solo leggermente inferiore a quello dell’ultimo quinquennio (7.7%). Negli stessi lassi di tempo, l’indice S&P 500 ha avuto un rendimento, rispettivamente, dello 0% e del 2.9%.