Su uno sfondo che richiama le acque dei caldi mari caraibici campeggia la scritta rassicurante: “Siediti, rilassati, respira, con Artshell potrai considerarti sempre in vacanza”. Sullo sfondo il rumore ipnotico della risacca. Si presenta così Artshell, il primo software italiano dedicato alle opere d’arte e alla loro gestione quotidiana ideato da Bernabò Visconti con un obiettivo preciso: rendere semplice e piacevole gestire e condividere la propria collezione d’arte, unendo in un solo software tutte le funzionalità necessarie al collezionista del XXI secolo.
Nicola Maggi: Come nasce l’idea di ArtShell e chi c’è dietro questo progetto?
Bernabò Visconti: «L’idea di Artshell è nata osservando e analizzando le attività di manutenzione e gestione di un archivio di opere d’arte all’interno delle gallerie, ma anche tra le collezioni private. Spesso e volentieri le soluzioni utilizzate oggi sono versioni personalizzate di software generici che rispondono solo in parte alle esigenze del mercato dell’arte, costringendo chi gestisce le collezioni a munirsi di una costellazione di applicazioni specifiche, ognuna essenziale per quella determinata attività: generare i pdf, inviare le newsletters, generare i consignment, inviare materiale ad alta risoluzione che non può essere inviato via mail ecc.. Ed ecco che per gestire le attività intorno ad una collezione d’arte bisogna anche orchestrarsi nell’apprendere il funzionamento di ogni programma, mantenerli e perdere un sacco di tempo nell’importare ed esportare lo stesso contenuto, più volte tra sistemi differenti. Da qui l’idea, perché non fare un unico programma che racchiuda tutte le funzionalità ? La risposta che mi è venuta in mente è Artshell».
N.M.: ArtShell, infatti, non è uno dei tanti strumenti per condividere la propria collezione o archiviarla online. E’ un vero e proprio gestionale…
B.V.: «Artshell è il primo sistema che offre tutte le funzionalità di un archivio professionale e sopratutto permette di condividere il materiale archiviato in diverse “versioni” con chi si desidera. Abbiamo imparato che l’opera d’arte ha bisogno diverse livelli di dettaglio a seconda del “medium” su cui viene condivisa, che sia sul proprio sito internet, su Instagram o via mail e grazie ad Artshell questo oggi è possibile».
N.M.: Peraltro si tratta del primo interamente made in Italy…
B.V.: «Assolutamente, interamente pensato, disegnato e sviluppato in Italia. Abbiamo in grande considerazione il mercato Italiano, riteniamo che il livello di qualità e di attenzione nel gestire le collezioni in Italia sia importante, abbiamo ancora un sacco di cose da imparare per migliorare il nostro programma e penso che le Gallerie e le Collezioni Italiane possano essere dei partner straordinari con cui arrivare ad un ottimo standard, da esportare poi in Europa».
N.M.: In cosa si differenzia rispetto a progetti simili che si trovano sul mercato?
B.V.: «La configurazione di diverse versioni del materiale archiviato e la loro condivisione direttamente dal programma è sicuramente il nostro punto di forza. Ultimamente però stiamo investendo molto nella costruzione di una nuova sintassi all’interno del programma, per aiutare chi gestisce la collezione nel registrare note ed attività e poterle ricercare ordinando i risultati per significato. Questa nuova funzionalità sarà pronta nei primi mesi del 2018 e speriamo di avere l’occasione di raccontarvela più nel dettaglio».
N.M.: Come è stato accolto del mondo del collezionismo?
B.V.: «I collezionisti hanno apprezzato molto come il programma risponde alle loro esigenze di archiviazione, il livello di dettaglio e la precisione con cui hanno saputo archiviare le loro collezioni, ha sorpreso anche me. In particolare devo ringraziare Rischa Paterlini che gestisce con Artshell la collezione dell’avvocato Giuseppe Iannaccone per avermi mostrato le potenzialità nell’applicare Artshell ad una collezione privata. Insieme abbiamo lanciato in occasione della mostra, Italia 1920-1945. Una nuova figurazione e il racconto di sé, presso la Triennale di Milano, la prima beta di “mostra virtuale” interamente collegata ad Artshell e generata dal programma. Oggi lavoriamo con diversi collezionisti sia italiani che esteri, che trovano in Artshell una buona soluzione oltre che per gestire la loro collezione, anche per poterla mostrare, via internet al mondo».