Fine marzo nel segno di Martini Studio d’Arte che il 30 e il 31 marzo batterà il suo catalogo primaverile di arte moderna e contemporanea. Uno dei più interessanti tra quelli proposti in Italia in questa prima parte del 2021. 288 lotti da studiare con estrema attenzione per non farsi sfuggire alcune chicche di assoluto interesse.
È il caso, ad esempio, del lotto 29 dove troviamo un bel lavoro di Richard Smith: Aquiloni del 1976 (stima: 14-16.000 euro), realizzato un anno dopo l’importante personale, Seven Exhibitions 1961-75, alla Tate di Londra.
Scomparso nel 2016, Smith è stato uno dei pittori più originali della sua generazione e uno dei più sottovalutati, anche se tra gli anni Sessanta e Settanta non gli è mancato il successo di mercato.
L’opera proposta dalla casa d’aste bresciana appartiene alla serie dei suoi Kite Paintings in cui la gravità, intesa come elemento poetico, è una componente chiave. Esposto per la prima volta a New York nel 1971, Smith lavorerà a questo ciclo fino alla fine degli anni Ottanta.
Scorrendo le pagine ci si imbatte poi in un interessante Senza titolo di Gianni Dova del 1951 (lotto 57, stima: 18-20.000 euro), anno cruciale nella sua produzione che lo vede, sempre più vicino al Movimento Spazialista di Lucio Fontana, iniziare a realizzare opere informali in cui compaiono forme liquide e amebiche, di impronta precocemente tachiste nell’ambito milanese.
Ma ecco che, passati due pregevoli lavori di Pinot Gallizio (lotti 61-62), troviamo un bellissimo lavoro dell’espressionista astratto americano Norman Bluhm: Cold Steel del 1961 (lotto 68, stima: 50-60.000 euro), scelto anche per la copertina del catalogo.
Meno noto rispetto ad altri artisti della sua generazione, Bluhm si è formato all’Accademia di Belle arti di Firenze ed è stato una figura influente nell’arte americana ed è ampiamente venerato come “pittore di pittori”. Il suo lavoro utilizza una ripetizione di forme organiche e momenti semi-figurativi all’interno di pura astrazione per creare un linguaggio ritmico con la pittura. L’opera in catalogo appartiene agli anni del suo rientro negli States, dopo una parentesi parigina.
Un capolavoro, quello appena citato, a cui segue un’altra opera straordinaria: un Senza titolo di Hermann Nitsch del 1984 valutato 80-100.000 euro (lotto 69). Esposto nell’importante mostra allestita nel 1984 a Torino dalla Galleria Franz Paludetto: Hermann Nitsch – La pittura dell’Orgien Misterien Theater.
Sempre del fondatore del Wiener Aktionismus, il catalogo Martini propone, peraltro, anche due foto che documentano una sua azione del 1976 al Teatro Out Off di Milano, lo stesso anno, peraltro, che lo vede partecipare anche alla bolognese Arte Fiera. Altre due immagini documentano, invece, azione del 1970 e del 1975 (lotti 73-76, stima: 4-5.000 euro).
Sempre per quanto riguarda l’Azionismo Viennese, si segnala anche la presenza in catalogo di due rare foto che documentano azioni di Gunter Brus (lotto 77-79).
Poco dopo troviamo, invece, due opere di Pier Paolo Calzolari di grande qualità: Senza titolo del 1969 (lotto 87, stima: 50-60.000 euro) e Rapsodie inepte del 1972 (stima: 80-100.000 euro), anni fondamentale nella carriera dell’artista italiano che lo vedono lasciare Urbino e muoversi tra Parigi, New York e Berlino e porta a maturazione il suo progetto artistico, stabilendo i parametri del suo vocabolario plastico.
Molto bello, al lotto 90, anche l’Altorilievo di Paolo Icaro del 1989 e valutato 20-25.000 euro, come interessante è la piccola selezione di Poesia Visiva che troviamo ai lotti 99-106 con opere storiche di Luciano Ori, Sarenco, Lamberto Pignotti, Bruno Di Bello e Gianni Bertini.
Poco dopo due lavori degli anni Settanta di Renata Boero, il catalogo Martini ci propone due opere dell’artista visivo, poeta sonoro e visuale, editore, performer, regista e promotore di iniziative artistiche indipendenti, Henri Chopin: imprescindibile riferimento per diverse generazioni di artisti. Le due opere appartengono ai dattilopoemi dell’artista francese (lotti 128-129, stima: 1-2.000 euro), sorta di partitura dattiloscritta, di interfaccia poetico, in cui il dato visivo si mescola a tessiture fonetiche.
Ad inaugurare la seconda sessione dell’asta, in programma per il 31 marzo, è la carta, uno dei medium di maggior successo degli ultimi anni. Al lotto 141 abbiamo così, una stupenda china di Jean Dubuffet del 1980: Paysage avec 2 personnages, valutato 30-40.000 euro. Mentre al lotto 162 abbiamo invece una bella carta del 1946 a firma di Arturo Martini, Le Sirene (stima: 2-3.000 euro), seguita, poco più avanti, da una di Carol Rama del 1954 (stima: 6-7.000 euro).
Se le opere su carta stanno riscuotendo un notevole successo di mercato, non da meno sono quelle in ceramica. E su questo fronte ci piace segnalarvi la piccola scultura in gres e ferro di Nanni Valentini, Tripode ardente (1979-80). Un pezzo che ben esemplifica la grande capacità dell’artista brianzolo, come ha scritto Matteo Galbiati, «di tradurre in modo eccezionale la solida malleabilità della ceramica, plasmandola con la leggerezza della sua visionarietà cosa che, nell’unicità della sua interpretazione, lo ha reso uno dei maggiori ceramisti internazionali della seconda metà del XX secolo».
Nella sezione dedicata alla Pittura Analitica, accanto ad alcuni pregevoli lavori di Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri, spiccano invece due opere storiche di Noël Dolla, due Senza titolo rispettivamente del 1973 e del 1976 presentati entrambi con una stima di 20-25.000 euro.
Chiude la proposta Martini per questa primavera, una bella selezione di multipli originali d’artista. Prima vi lasciarvi vi ricordo che l’asta si svolgerà a porte chiuse e vi si potrà partecipare solo al telefono, online e lasciando offerte scritte.