Apre oggi al Centro Svizzero in Via Palestro 2 a Milano, la mostra delle opere che Pandolfini batterà in occasione della sua asta di Arte Moderna e Contemporanea in programma il 6 dicembre prossimo.
93 lotti in tutto guidati da un delizioso bronzo di Marino Marini, Piccolo Cavaliere (1946), che arriva sul mercato per la prima volta (lotto 27, stima: 250-400.000 euro) e da un capolavoro su carta di Jean Michel Basquiat, proveniente dalla collezione Stanley Moss – editore e amico di Basquiat – e dalla Galerie Jan Krugier di Ginevra.
Realizzato nel 1980, questo Senza titolo (lotto 26, stima: 200-400.000 euro), esposto in più occasioni a New York e a Parigi, affronta un tema ricorrente nell’opera di Basquiat: l’incidente, una forma di racconto biografico scaturito dall’evento tragico che segnò la sua vita quando all’età di otto anni fu investito in strada mentre giocava.
Poco prima, al lotto 25, abbiamo invece un Rilievo (1995) di Arnaldo Pomodoro (stima: 180-300.000 euro). Chiude il quartetto dei top lot dell’asta Pandolfini di questo dicembre, l’opera Senza titolo (Rosso e Blu), smalto su grafite datato 1965 a firma di Mario Schifano (lotto 41, stima: 100-150.000 euro).
Ma se questi sono i lotti di punta della preziosa selezione messa assieme dal Dipartimento guidato da Susanne Capolongo, tra le pagine del catalogo sono molti i lotti che meritano interesse. A partire dal n. 3 dove troviamo una interessante Natura morta astratta (stima: 3.500-6.000 euro) del 1946 di Serge Charchoune, artista di origini russe ammiratissimo da Picasso.
Al lotto 14 abbiamo, invece, l’olio Morphologie psychologique di Roberto Sebastian Matta (stima: 60-100.000 euro), opera realizzata nel 1938, anno in cui l’artista viene invitato a partecipare all’Exposition International du Surréalisme, partecipazione che segna il suo battesimo all’interno del movimento. Ma il 1938 è anche l’anno in cui inizia a produrre proprio le sue celebri morphologies psychologiques in cui adotta la tecnica dell’automatismo, dove le macchie di colore stese sulla tela, indirizzano il tracciato del pennello in un’improvvisazione gestuale.
Come se non bastasse, subito dopo abbiamo una bellissima carta di August Macke, Grosser Akt auf rotem Tuch del 1912 (lotto 15, stima: 90-120.000 euro), lavoro d’ispirazione fauvista che ritrae la moglie (e musa) dell’artista Elisabeth Erdmann-Macke. Quest’opera, peraltro, inaugura all’interno dell’asta Pandolfini una sezione speciale dedicata al nudo femminile con lavori di Jan Sluijters, André Derain, Felice Carena e altri.
Passata questa sezione troviamo una raro lavoro di Kurt Schwitters, Bo kwiiee (leaf from an untitled sound poem) del 1922 ossia dell’anno in cui realizza la sua celebre Ursonate o Sonata in suoni primitivi, gli “stessi” che ritroviamo in questa composizione. Mentre al lotto 20 troviamo Project Affiche (stima: 50-80.000 euro), una bellissima carta di Theo Van Doesburg datata 1924-25, anni in cui l’artista inizia – proprio come in questo lavoro – a introdurre linee diagonali nei sui lavori. Una mossa che gli permise di distinguersi dagli altri artisti di De Stijl, in particolare da Mondrian, che rifiutava qualsiasi elemento obliquo nella sua arte.
Scorrendo il catalogo non mancano poi approfondimenti dedicati al Gruppo Forma, a Gianfranco Baruchello e a Fabio Mauri, con un gran finale dedicato alla storia della celebre Galleria Belvedere dove, tra gli altri, spiccano lavori di Hidetoshi Nagasawa, Giacino Cerone, Paolo Icaro – presente con Nido in gesso e paglia del 1988 (lotto 86, stima: 6-10.000 euro) – e Flavio Favelli.