Quando «il termine Realismo Socialista compare per la prima volta nel 1932 su una Gazzetta Letteraria, affermando
che “le masse hanno bisogno di onestà artistica, di affidabilità e di un realismo socialista che rappresenti la rivoluzione
proletaria” – scriveva Anna d’Andrea introducendo una mostra sul Realismo socialista organizzata nel 2013 negli spazi della galleria romana di Carlo Maria Biagiarelli – gli artisti vengono investiti del duplice compito di celebrare l’identità di un popolo e, al tempo stesso, di educare le masse».
E’ così che, nell’impossibilità di volgere il loro sguardo verso le Avanguardie, ritenute eversive e mai realmente penetrate nell’arte russa, e allo stesso tempo di guardare al troppo “borghese” Impressionismo francese, gli artisti russi danno vita ad una pittura con delle caratteristiche proprie; ad un “impressionismo della classe lavoratrice”, con una forza etica e sociale che contraddistingue la sua unicità.
Una pittura che vive e si alimenta della creatività e dalla fantasia di innumerevoli personalità artistiche, soprattutto femminili, che appaiono tutt’altro che costrette nelle strette maglie della propaganda comunista sovietica.
Il risultato è un ritratto dell’anima russa, pieno di colori e forti emozioni, protagonista, dal 2 al 13 aprile, dell’asta web-only che Wannenes dedica al Realismo Sovietico, proponendo un catalogo di 129 opere provenienti da collezioni private italiane che raccontano con talento, creatività e fantasia la pittura russa del XX secolo.
Sicuramente originale è Tatiana Nilovna Yablonskaya (Smolensk 1917 – Kiev 2005) presente nel catalogo con uno splendido Autoritratto (lotto 83, stima 2.600 – 3.200 euro) Il giorno si addormenta del 1948 (lotto 44, stima 1.000 – 1.500 euro).
È una delle artiste ucraine più importanti del XX secolo: insignita del premio “Stalin” nel 1944, può ventare trenta mostre personali tra Mosca, Kiev, Budapest e Londra.
Partecipa alla Biennale di Venezia del 1956 e al Salone Mondiale di Bruxelles del 1958. Il suo stile cromaticamente fluido e sicuro nel tratto è fortemente evocativo e profondamente legato nel sentimento di quieta nostalgia insito nell’anima russa.
Giocoso e naïf il mondo poetico di Maria Avksentievna Primachenko (Bolotnia 1908 – 1997), pieno di animali, uccelli, fiori e creature fantastiche. La composizione è ariosa ed emotiva ed esprime in modo popolare e sincero il suo amore per la natura che attraverso la sua arte è portatrice di pace e armonia. Nel catalogo è presente con dei luminosi Girasoli (lotto 114, stima 2.000 – 2.500 euro).
Di grande impatto compositivo è la neve protagonista del Paesaggio invernale del 1958 di Josif Josifovich Bokshay (Koblyletka Poliana 1891 – Uzhgorod 1975) – uno degli artisti più famosi della scuola Transcarpatica – che appare maestoso e monumentale (lotto 24, stima 3.000 – 3.500 euro), mentre domestica è la presenza di Lenin nella tela Ricamando del 1960 di Anatoliy Alekseevich Kazantsev (Chabarovsk 1908 – San Pietroburgo 1984) (lotto 30, stima 2.000 – 3.000 euro).
Le Rovine di Roma di Mikhail Gordeevich Deregus (Vesele 1904 – Kiev 1997) (lotto 36, stima 1.800 – 2.200), sono la memoria di un passato glorioso carico di leggende, che l’artista illustrava per le opere del poeta e drammaturgo Nikolay Gogol, la poetessa ucraina Lesia Ukrainka e la scrittrice Marko Vorchok. mentre la Festa del raccolto di Tatiana Nicolaevna Golembievskaya (Kiev 1936 – 2018) (lotto 27, stima 900 – 1.000 euro) la luce e il contatto umano sono protagonisti di una vivace scena agreste.
Infine, nel Paesaggio invernale di Adalbbert Mikhailovich Erdely (Zahatka 1891 – Uzhgorod 1955) (lotto 61, stima 2.000 – 3.000 euro), si colgono le influenze fauve di Derain, Bonnard, Dufy, Matisse che egli aveva conosciuto Parigi nel suo viaggio e soggiorno tra il 1929 e il 1931, che l’aveva portato prima a Praga e poi a Roma.