Ed eccoci arrivati all’ultimo appuntamento con le “Letture catalogo” del 2018, dedicato all’asta di arte moderna e contemporanea che Martini Studio d’Arte batterà in due sessioni, 19 e 20 dicembre, per un totale di 205 lotti. Il tutto per un catalogo che ha una sua bella personalità, ricco di spunti e suggestioni.
Il meglio della prima sessione in 6 artisti
105 le opere della prima tornata, che inizierà nella sede bresciana di Borgo Pietro Wührer 125 alle ore 17.00 con una bella serie (cosa tutt’altro che scontata) di multipli d’artista, tra i quali spiccano la serigrafia su carta Electric chair di Andy Wharol del 1971, esemplare n. 210 di una tiratura di 250 (lotto 10, stima: 8-10.000 euro), e una Crying Girl litografia a colori su carta leggeri di Roy Lichtenstein edita dalla Leo Castelli Gallery di New York e qui proposta con una stima di 15-20.000 euro.
Stima, quest’ultima, a cui viene offerto anche il bel lavoro del 1956 di Franco Bemporad al lotto 18: Il potere individuale, realizzato olio, catrame e stracci su tavola. Mentre al lotto 32 troviamo una piccola scultura di Pietro Consagra: Solida n.12, bronzo del 1972 realizzato in tre esemplari di cui quello in catalogo è l’ultimo della tiratura.
Al lotto 44, invece, Martini ci propone uno dei primi Guard-Rail di Rocco Borella, sintesi delle ricerche sui materiali e ottico-percettive degli decenni precedenti, che l’artista inizia a produrre negli anni Settanta ed esposti per la prima volta alla X Quadriennale di Roma del 1972, e a Genova nel 1973, in una spettacolare mostra antologica realizzata dalla galleria la Polena. Quello in catalogo fu esposto proprio nel 1973 ma alla Galleria Ferrari di Verona in occasione di una personale dell’artista. L’opera è valutata 10-12.000 euro.
Subito dopo Borella, abbiamo invece Operazione Spaziocromatica n.4 (lotto 45, stima: 3-4.000 euro), piccolo acrilico su tela (40×40 cm) di Lia Drei del 1963, ossia dei primi anni in cui l’artista romana inizia a dedicarsi alle ricerche gestaltiche e strutturalistiche, arrivando ad essere tra i fondatori del Gruppo 63, prima, e del binomio Sperimentale p. assieme a Francesco Guerrieri.
Otto lotti dopo ancora un’opera spartiacque, questa volta di Gianni Dova di cui Martini offre in vendita un Senza titolo del 1950 (lotto 53, stima: 4-5.000 euro), anno in cui l’artista, colpito dal lavoro di Pollock e complice il diffondersi del surrealismo e delle teorie espresse nei diversi manifesti spaziali, prova una pittura nuova, più informale che nel 1951 sfocerà in una produzione in cui compaiono forme liquide e amebiche, di impronta precocemente tachiste nell’ambito milanese.
Ai lotti 96 e 97, invece, mi piace segnalare una coppia dei lavori di Giuseppe Chiari stimati 3-4.000 euro: Quanto il cinema è lontano (1978) e Gesti sul piano (1973). Quest’ultimo veramente bello.
Gran finale nel segno dell’arte Cinetica… ma non solo
Non arrivano a 100, invece, i lotti della seconda tornata fissata per il 20 dicembre alle ore 17.00 e che si apre con una selezione di lavori di arte cinetica e programmata dove mi piace segnalarvi Cinoriflessione sferica variabile, assemblaggio del 1966-67 di Edoardo Landi timbrato Gruppo N e valutato 10-12.000 euro. A cui seguono Una striscia di cielo tra le pieghe dell’aria, rilievo in PVC e acrilico su tavola del 1967 a firma di Alberto Biasi (lotto 118, stima: 15-20.000 euro) e Dinamica visuale bianco del 1968 di Toni Costa (lotto 119, stima: 30-40.000 euro).
Un trittico di lavori che aprono la strada al lotto 120, dove abbiamo Strahlung aus Grün, acrilico su tela di Max Bill del 1959-70 proposto a 40-50.000 euro.
Mentre al lotto 121 abbiamo un bell’esempio di quei dipinti che dipinti l’artista tedesco Kuno Gonschior crea, a partire dal 1960, con punti fluorescenti disposti uno accanto all’altro, combinando colori complementari come, ed è il caso dell’opera in asta, il rosso e verde: Rundi Convex, 1968 (stima: 15-20.000 euro).
Al lotto 122 è poi la volta di Antonio Scaccabarozzi che, a 10 anni dalla sua scomparsa. sta vivendo un nuovo momento di interesse da parte del collezionismo e la cui arte è rappresentata, in questo catalogo, da un piccolo ma pregevole acrilico su tavola del 1974: Prevalenze 1/6 tre rossi + 3 toni (stima: 8-10.000 euro).
La seconda sessione è un vero e proprio focus sugli artisti che hanno concentrato la propria carriera sulle ricche ottico-percettive. Come Marcello Morandini, presente al lotto 129 con 148 A del 1971 (lotto 129, stima: 15-20.000 euro); Gianni Colombo, di cui è offerta una Strutturazione fluida, pezzo unico del 1960 (lotto 130, stima: 50-60.000 euro) o Davide Boriani con una Superficie magnetica del 1959-60 valutata 30-40.000 euro.
Sulla parte finale del catalogo incontriamo un altro nome che negli ultimi tempi sta girando un po’ più spesso: Sandro De Alexandris con Misura di Spazio n. 9 del 1965-66. Si tratta di uno smalto su lamiera lavorata stimato 7-8.000 euro. A cui segue un Senza titolo su cartoncino del 1975 (lotto 145, stima: 3-4.000 euro).
Ma è nel finale d’asta che il Catalogo Martini dà il meglio di sé. Superata una parentesi analitica, infatti, troviamo in rapida sequenza: Broken Space, opera del 1971 di Angelo Savelli (lotto 166, stima: 20-30.000 euro); una Composizione del 1958 di Nuvolo (lotto 167, stima: 30-40.000 euro) e un Senza titolo (fregio) di Paolo Icaro (lotto 168, stima: 8-10.000 euro).
Per arrivare al lotto 170 dove abbiamo P. 196 (bleed), piccola ma favolosa grafite e inchiostro su carta di Sol Lewitt (stima: 30-40.000 euro) che ci porta a due lavori degli anni Settanta di Vincenzo Agnetti e a due degli anni Ottanta di Alighiero Boetti con i quali chiudiamo questa nostra lettura lasciando a voi il piacere di sfogliare il ricco catalogo messo insieme dalla casa d’aste bresciana per quella che sarà l’ultima vendita significativa di questo 2018.