Trainato da alcune aggiudicazioni inedite per le nostre aste e da cataloghi, mediamente, di qualità superiore che in passato, il mercato italiano di arte moderna e contemporanea chiude il 2019 con il segno positivo rispetto ad un 2018 che aveva fatto registrare un calo. Continuano a crescere anche i prezzi medi di aggiudicazione. Sotheby’s, Il Ponte e Christie’s guidano assieme a Meeting Art il settore.
Case d’Asta italiane protagoniste
2019 ottimo per le aste italiane di arte moderna e contemporanea. L’anno appena concluso, infatti, ha realizzato il secondo fatturato più alto degli ultimi 5 anni: 119.116.009 euro, superiore del +10% rispetto a quello del 2018. Si rafforza, inoltre, il ruolo delle case d’aste nostrane rispetto a quelle internazionali, con Il Ponte che sale dal 3° al 2° gradino del podio inserendosi tra le due major che battono in Italia: Sotheby’s (1°) e Christie’s (3°).
A rafforzarsi sono, però, un po’ tutti i nostri operatori, a partire da Wannenes che fa registrare la performance migliore (+76%). Ma ad avere incrementi a due cifre sono anche Martini Arte, Boetto, Babuino, Pandolfini, Farsetti e, naturalmente, la già citata Casa d’Aste Il Ponte che ha chiuso l’anno con il totale record di 15.422.074. Il più alto della sua storia.
In flessione, seppur leggermente, i lotti offerti (-4%) e così il tasso di venduto (-1%). Calo più sensibile, invece, per quanto riguarda il numero delle aste tradizionali battute dalle 18 case monitorate da Collezione da Tiffany, passate da 53 a 62 (-13%). Continua a crescere, invece, il prezzo medio di aggiudicazione passato dai 10.460 euro del 2018 agli 11.587 del 2019 (+11%).
Un aumento, quest’ultimo, che si deve principalmente alle ottime aggiudicazioni del primo semestre attestatesi su un valore medio di 13.518 euro (+29% rispetto al 2018). Nel secondo semestre 2019, invece, il prezzo medio si è abbassato del -29% rispetto alla prima parte dell’anno.
Tre semestri di continua crescita
Dopo il calo registrato tra il secondo semestre 2017 e il primo del 2018, ormai da nove mesi il mercato italiano delle aste di arte moderna e contemporanea sembra dare segni di una nuova vitalità e il secondo semestre del 2019 è stato il terzo di crescita consecutivo. Nella seconda metà del 2019 le 26 aste monitorate da Collezione da Tiffany, infatti, hanno totalizzato un fatturato complessivo (diritti inclusi) di oltre 48.9 milioni di euro. Il più alto dal 2015 tra quelli realizzati nel secondo semestre – notoriamente quello con i risultati più bassi – e superiore del +11% rispetto al secondo semestre 2018.
A dispetto di questo risultato positivo, nato dalla vendita di 5.070 lotti dei 7.874 offerti nei vari cataloghi – per un tasso di venduto del 61.5% -, calano sensibilmente i prezzi di aggiudicazione media rispetto al secondo semestre 2018 (-8%), attestandosi al di sotto dei 10.000 euro. Si restringe, però, anche la percentuale dei lotti proposti in vendita (-12%). Segno, da un lato, di un tentativo selezione, ma anche di una certa difficoltà nel reperire opere di maggior valore. Difficoltà testimoniata anche dall’assenza di record d’asta.
Un trend, questo, che rispecchia la situazione internazionale, dove l’interesse è stato suscitato solo da opere di particolare pregio che, di fatto, con i loro risultati, hanno tenuto su un mercato altrimenti non particolarmente frizzante. D’altro canto, con alcune aggiudicazioni decisamente alte per il nostro mercato, anche l’Italia si è dimostrata in questi mesi una piazza dove, se c’è qualità, non mancano gli acquirenti disposti a spendere. Complice un utilizzo sempre più accorto dei canali online, infatti, anche le nostre case d’asta riescono oggi a raggiungere un pubblico sempre più vasto.
Mi riferisco, in primo luogo alla vendita del Untitled (1954) di Cy Twombly, venduto per 2.772.500 euro nell’asta serale di Sotheby’s Italia del 26 novembre 2019. Seguita, a poca distanza di tempo, dalla vendita, il 12 dicembre, della stupenda tela di René Magritte presentata nell’asta serale di Wannenes: Le Civilisateur (1944), che ha strappato un prezzo di 1.625.100 euro.
Poche, in questa seconda parte dell’anno, le case d’asta che hanno fatto registrare delle flessioni nei fatturati rispetto al secondo semestre 2018. Mentre quasi tutte le 18 monitorate per questo nostro report hanno avuto ottime performace. Con Wannenes, Blindarte e Pandolfini che fanno registrare le performance migliori in termini percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tallonano questo terzetto: Martini Arte e Il Ponte.