Sono 246 i lotti messi insieme da Finarte per il catalogo dell’asta di Arte Moderna e Contemporanea che sarà battuto, in un’unica tornata, il prossimo 31 maggio ai Frigoriferi Milanesi a partire dalle ore 16.00. Un catalogo che, almeno nella prima parte, pare confermare un certo ritorno d’interesse per l’arte figurativa. Detto questo, molti i lavori interessanti presenti in questo catalogo primaverile di Finarte anche se, come spesso accade in Italia, sono un po’ annacquati in un numero di lotti sostanzioso, dove la selezione è, per forza di cose, non sempre strettissima e che alterna a momenti d’eccellenza, lunghe pause che però, devo dire, in questo caso mantengono un certo livello di qualità. A differenza di quanto si vede altrove.
Il primo pezzo “importante” dell’asta è Le Chateauet la vierge noire a Montbazon (indre-et-loire), piccola tela di Maurice Utrillo che appartiene alla fase finale della sua carriera quando, troppo malato per lavorare all’aria aperta, dipinge a memoria o basandosi su cartoline. In catalogo, dove è offerta al lotto 10 con una stima di 20-30.000 €, è presentata come del 1937, anche se nell’immagine, sotto la firma, parrebbe essere del 1939. Proseguendo, passato un bel lavoro di Galileo Chini al lotto 22 – artista che raramente si vede in asta – , si arriva ad un tris di lotti da capogiro. Si tratta di tre lavori di Gino Severini – a cui questo catalogo dedica vari omaggi, compresa la copertina – provenienti dalla collezione privata di una famiglia piemontese che per lungo tempo visse a Parigi ed intrattenne con l’artista un rapporto molto stretto.
Il primo lotto in questione (n. 41) è L’Ecolière, opera un tempo data per dispersa e adesso in procinto di essere inserita nella nuova edizione del Catalogo ragionato dell’artista. Questa tela del 1947 ci porta agli anni del rientro a Parigi di Severini e la scolara protagonista di questo lavoro è la figlia dell’artista, ritratta con larghe pennellate tese alla ricerca di puri valori decorativi che lasciano già presagire quella che sarà la sua svolta in direzione di una radicale astrazione di cui, peraltro, è un interessante esempio la Natura morta con pesce del 1954 che abbiamo al lotto 43. Ne L’Ecolière, invece, l’ispirazione cubista è “addolcita” dall’influenza di Matisse che dà un particolare dinamismo alla composizione del dipinto.
Completa il trittico severiniano una splendida Natura morta con tavolozza del 1943 (lotto 42, stima: 50-70.000 €) che, in qualche modo, si collega i lotti 46-48 dove Severini torna ancora con altri pregevoli lavori degli stessi anni. Ma più che da questi ultimi lavori, la nostra attenzione è inevitabilmente attratta da Natura morta con Brocca: stupendo dipinto di Alberto Magnelli che si colloca in un momento fondamentale della carriera del pittore toscano. Quello del suo primo viaggio parigino assieme a Palazzeschi e Boccioni; un momento che rappresenta per lui una importante occasione di formazione, durante la quale non solo incontra Carrà, Papini e Soffici, ma stringe amicizia con Guillaume Apollinaire e conosce gli artisti che gli ruotano attorno, da Picasso a Léger. Oltre a scoprire l’arte Africana di cui diverrà un vero appassionato. Tante suggestioni che ritroviamo nei lavori di questi anni e che iniziano già ad affacciarsi anche in questa opera che troviamo in catalogo da Finarte al lotto 44 con una stima di 100-200.000 € e che si colloca, appunto, al principio di quel percorso che poi porterà alla personale rielaborazione delle istanze cubo-futuriste che caratterizzerà la produzione successiva di Magnelli.
L’offerta di Finarte si arricchisce, poi, di alcuni piccoli gioielli come la preziosa tempera su carta di Giacomo Balla al lotto 45 – Motivo decorativo blu e azzurro per ricamo, 1920 – 1925, cm 20×24,5, 18-22.000 € – o l’inedita tempera di Mario Sironi dal titolo Composizione con cavaliere e manichini (Lotto 49). Datata 1919, questa opera ha una stima in catalogo di 22-28.000 €. E non sono certo da trascurare le opere di Mario Tozzi proposte ai lotti 40 e 55 o La tempesta (Terribile attesa), olio su tela del 1920 di Cagnaccio di San Pietro esposto nel 1922 alla XIII Biennale d’Arte di Venezia. Oppure la Ragazza seduta (1942) di Felice Casorati con cui arriviamo al lotto 68.
Tra opere di Lucio Fontana – suo il top lot dell’asta, Concetto spaziale (1962), stimato 200-300.000 euro – e lavori di Leoncillo e Afro, l’attenzione cade così sul lotto 91, dove troviamo un olio su tela di Pinot Gallizio dal titolo L’orologio a Cucù (stima 18-20.000 € ) seguita da una Composizione del 1955 di Tancredi Parmeggiani (lotto 92, stima 80-120.000 €). Nella seconda parte del catalogo, invece, mi piace segnalare la Superficie da disco testura vibratile che troviamo al lotto 120 (stima: 28-35.000 euro). Si tratta di un lavoro del 1965 a firma di Getulio Alviani, artista che meriterebbe certo più attenzione da un mercato che, invece, pare essere un po’ avaro nei suoi confronti. Proseguendo, al lotto 165 troviamo un bellissimo Senza titolo in fili e biro su tela di Paolo Masi realizzato negli anni Settanta e presentato con una stima di 15-20-000 euro.
Poco dopo, invece, è la volta di Maria Lai, artista il cui nome gira molto ultimamente e protagonista a Firenze con la mostra Maria Lai. Il filo e l’infinito allestita fino al 3 giugno a Palazzo Pitti. Da Finarte la troviamo al lotto 171 con Libro Scalpo del 1978 (stima: 12-15.000 euro). Mentre nell’esigua sezione di Pop Art romana – che conferma come il presunto ritorno si sia già rapidamente sgonfiato – mi pare che meriti attenzione solo il lavoro di Giosetta Fioroni, in particolare il bel Vento di Scirocco sulla città di Roma del 1971 che troviamo al lotto 203 con una stima di 9-11.000 euro. Ma adesso è il momento di dare uno sguardo alla selezione di Fotografia che il 30 maggio sarà messa in asta da Finarte -> Fotografia: Dago, Longo, Mapplethorpe e Moffatt in asta da Finarte