Tutto pronto per l’ormai consueta trasferta milanese della casa d’aste Cambi che il 9 maggio prossimo uscirà dal genovese Castello Mackenzie per trasferirsi nei saloni napoleonici di Palazzo Serbelloni in corso Venezia 16, dove si terrà la sua asta primaverile di Arte Moderna e Contemporanea. Circa 200 i lotti messi insieme da Michela Scotti e Daniele Palazzoli del Dipartimento di Arte moderna e contemporanea per una proposta artistica che comprende opere di scultura, pittura, fotografia e grafica internazionale dalle stime decisamente interessanti per varie fasce di collezionisti. Ma iniziamo con i pezzi più caldi dell’asta e con quello che credo sia il lotto in assoluto più interessante tra quelli proposti: Dans le creuset de l’or, opera del 1961 a firma di Pinot Gallizio e parte del celebre ciclo fantastico denominato La Gibigianna. Questo dipinto, appartenente ai cosiddetti anni Danesi ed esposto nello stesso anno della sua creazione negli spazi della Galleria Birch di Copenhagen, è tra i più significativi tra quelli realizzati con quella tecnica pittorico-espressiva che l’artista piemontese definì “psico-geomeria”. A questo lotto la nostra “copertina”.
Proseguendo nella lettura, impossibile non citare la bellissima tela di Jean-Paul Riopelle proposta al lotto 24: Iceberg n. 19 del 1977. Valutata 50-60.000 €, questa tela fa parte della celebre serie degli Iceberg che Riopelle realizza negli anni Settanta quando, rientrato in Canada inizia ad esplorare le lande innevate del suo Paese natale. L’opera è in procinto di essere pubblicata sul quinto volume del Catalogo ragionato dell’artista a cura di Yseult Riopelle ed è stata acquistata dall’attuale proprietario da Sotheby’s a Londra nel 2008.
E bellissimo è anche il lotto successivo, il n. 25, dove troviamo T1964-E36, acrilico su tela del 1964 a firma di Hans Hartung, uno dei più influenti artisti del XX secolo, il cui lavoro è seguito da ieri dalla galleria francese Emmanuel Perrotin. L’opera proposta da Cambi appartiene agli anni della consacrazione del pittore di origini tedesche che proprio tra il 1955 e il 1964 partecipa varie volte a importanti manifestazioni internazionali quali Documenta e Kassel. Riceve il Guggenheim International Prize nel 1956 e il Gran premio per la pittura della Biennale di Venezia nel 1960.
Al lotto 31 troviamo invece un interessante olio su tela di Capogrossi a cui nel 2012 la collezione Peggy Guggenhiem di Venezia ha dedicato una bellissima retrospettiva. Questo lavoro, Superficie NR. 130 del 1955, proveniente da una collezione privata milanese ed inserito in catalogo con una stima di 55-65.000 euro, appartiene agli anni in cui l’artista ha da poco raggiunto la notorietà internazionale partecipando nel marzo 1951 a Parigi – unico italiano – alla mostra Véhémences Confrontées. Lo stesso anno in cui partecipa alla fondazione del gruppo Origine, con Ballocco, Burri e Colla.
Si arriva così ad una delle selezioni più interessanti di arte ottico-cinetica tra quelle proposte fino ad oggi in asta in Italia durante questo primo semestre di mercato. E tra le tante opere inserite in catalogo credo sia da citare il lavoro di Franco Grignani al lotto n. 53, già esposto al Mart di Rovereto in occasione della mostra Magnifica Ossessione e qui proposto con una stima di 10-15.000 euro: Vibrazioni (1975). Ma all’interno di questo corpus di opere si può apprezzare un nucleo di opere del Gruppo N – Gabriele De Vecchi, Giovanni Anceschi e Davide Boriani – e del Gruppo T con stime dai € 10.000 ai € 35.000.
Immancabili, ovviamente, i nomi di Agostino Bonalumi, Turi Simeti e Paolo Scheggi, ma tra gli artisti più in voga sul mercato è certamente Fausto Melotti che merita di essere citato più ampiamente per la sua sofisticata sculturina scelta dalla casa d’aste per la copertina del catalogo. Realizzata alla fine degli anni ’50 e proveniente da collezione privata, quest’opera, stimata 36-40.000 €.
E una menzione la merita anche Blu Cobalto, tecnica mista su compensato creata nel 1967 dal friulano Afro Basaldella, uno dei «padri» dell’astrattismo italiano, ed esposta 11 anni fa in occasione della bella mostra Apollo e Dioniso alla Galleria Blu di Milano e oggi valutata 55-65.000 euro. Ma se questi sono certamente i top lot dell’asta n. 304 di Cambi, sfogliando il catalogo non sfuggono alcuni lavori interessanti come il Personaggio Lunare 1, scultura in ferro stagnato di Agenore Fabbri datata 1965. Si tratta di uno dei lavori appartenenti a quei “personaggi spaziali e lunari” che Fabbri inizia a produrre proprio negli anni Sessanta e che sono una prefigurazione dell’uomo nel futuro che lo attende. Lavori, come scrive Mario De Micheli nel 1972, in cui «la figurazione antropomorfa tende sempre più a scomparire per lasciare il posto a coagulate e rugose materie irte di “inserti” vagamente tecnologici». Una descrizione che sembra calzare a pennello all’opera proposta al lotto 10 con una stima di 4000-5000 euro.
Dal lotto 71 al lotto 81 il catalogo di Cambi propone, poi, una raccolta di opere di Pittura Analitica. Mentre nella seconda metà dell’asta si incontrano opere di Pop Art italiana, un paio di bei lavori storici di Isgrò e due vinilici su tela di Carla Accardi degli anni Novanta. Oltre a Progetto per un Amleto Politico (Cile) di Vincenzo Agnetti del 1973 (lotto 116). In chiusura ci piace, però, segnalare un bella selezione di fotografia, sempre un po’ ingiustamente trascurata e banalizzata sul nostro mercato: in questo caso troviamo invece una serie di lavori molto interessanti a firma di Andres Serrano, Cindy Schermann, Luigi Ghirri e le immancabili polaroids del giapponese Nobuyoshi Araki. Insomma, ancora una volta un catalogo che merita di essere studiato con attenzione.
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