Dopo le fiere è il momento delle aste e il mercato italiano dell’arte entra piano piano nel vivo. Primo appuntamento significativo in calendario, l’asta 198 di Arte moderne e contemporanea che si terrà a partire da domani a Brescia da Capitolium Art: 162 opere che andranno all’incanto nelle sale di Palazzo Cingola Vallotti nelle due sedute in programma martedì 5 e mercoledì 16 alle ore 18.30. Tra gli autori in catalogo alcuni dei grandi nomi dell’arte italiana, da Felice Casorati a Renato Guttuso, passando per Roberto Crippa, Mimmo Paladino e Lucio Fontana. Senza dimenticare gli esponenti dell’Arte Povera (Kounellis, Boetti e Zorio) e dell’Arte Cinetica (Alviani, Costalonga e Dadamaino). Fino ad arrivare alla scultura con Fabio Mauri e Pablo Atchugarry. Ma vediamo quali sono i lotti secondo noi più interessanti che caratterizzeranno le due sessioni d’asta di Capitolium.
Martedì 15, dall’astrazione alla Pop Art
Tra gli 85 lotti che saranno messi in vendita martedì 16 alle ore 18.30, ci piace segnalare Variante n. 17 della composizione n.292/ 1943 (lotto 15), opera di Carla Badiali datata 1971. Data che corrisponde ad un momento molto importante per la carriera di quella che è stata una delle figure di primo piano dell’astrattismo storico italiano. Dopo una lunga pausa creativa durante il secondo conflitto mondiale – a cui fa riferimento anche il titolo dell’opera in catalogo – la sua carriera è infatti, da poco ripartita e grazie alla partecipazione alla mostra Aspetti del primo astrattismo italiano Milano-Como 1930-1940, collaterale della Biennale di Venezia, anche l’attenzione sul suo lavoro torna molto forte. Gli anni Settanta sono così il decennio di maggior splendore di questa seconda fase della carriera artistica di Badiali; gli anni in cui espone in alcune delle principali gallerie del paese.
Molto bello anche il lotto 17, opera su carta di Marino Marini dal titolo Cavallo e Cavaliere, realizzata con penna, inchiostro e gouache su carta (stima: 15-20 mila euro). Scorrendo il catalogo, ci sembra un pezzo interessante Costretto, olio su tela tamburata di Emilio Scanavino datato 1972 che ben esemplifica quel processo di semplificazione del segno che, lungo gli anni Settanta, inizia a raccogliersi in griglie o architetture geometriche, che preludono a una riflessione sull’oggettivazione della pittura. Sempre di Scanavino sono presenti in catalogo anche delle ceramiche e un’opera su carta.
Continuando a scorrere il catalogo di Capitolium, incontriamo 3 opere di Roberto Crippa datata tra il 1950 e il 1951, tra le quali due Spirali, appartenenti all’omonima serie, la più nota dell’artista e che rappresenta una sorta di “nuova spazialità” in cui le Spirali, appunto, – che Crippa chiamava anche “discorso nello spazio” – e i grandi grovigli, divengono l’emblema di un vuoto esistenziale e del timore per l’assoluto che caratterizza il pensiero nichilista di quegli anni.
Da non trascurare i due disegni a china su cartoncino di Gastone Novelli del 1967 come i tre lavori di Hsiao Chin in catalogo, tutti datati tra il 1965 e il 1966. Ma il vero gioiello di questa prima tornata d’asta è certamente 5.2.70, acrilico su tela di John Hoyland, uno dei maggiori astrattisti inglese.
Chiudono la prima parte dell’asta di Capitolium Art una serie di opere di Pop Art tra le quali ci piace segnalare le due a firma di Renato Mabor che, tra i protagonisti del Pop italiano è quello di cui si sente un po’ meno parlare.
Mercoledì 16: occhio a Dadamaino, Gribaudo e Mauri
Se i pezzi da novanta della prima sessione non sono tantissimi, tra i 77 lotti che andranno all’asta giovedì 16 nella sede di Capitolium Art di chicche ce ne sono veramente molte. A partire da quelle inserite nella sezione dedicata all‘Arte Cinetica, Programmata e Optical dove troviamo, tra gli altri, un bel lavoro di Francisco Sobrino datata 1969, ossia risalente al periodo immediatamente successivo all’esperienza del GRAV Group de Recherche d’Art Visuel.
E se interessante è il lavoro di Nangeroni presentato al lotto 95 è, invece, bellissimo il Cromorilievo del 1965 di Dadamaino che arriva al lotto 99, dopo tre opere Bernard Aubertin, artista che fu tra gli animatori del Gruppo Zero e scomparso lo scorso anno. Tra i pezzi che non sottovaluterei, anche il lotto 107: Logogriphe Egl. XVIII, tavola di Ezio Gribaudo del 1969 appartenente alla serie dei Logogrifi – realizzata a rilievo su carta buvard – che valse all’artista il premio per la grafica italiana alla Biennale di Venezia del 1966.
Si arriva così ad una serie di opere degli artisti abitualmente legati alla cosiddetta Pittura Analitica e anche di alcuni dei precursori dei questa tendenza. E’ il caso di Rodolfo Aricò, presente in catalogo con un Senza Titolo del 1970 passato dalla Galleria Ferrari di Verona e poi dalla Galleria La Città di Verona.
Seguono questo lotto, due bei lavori di Giorgio Griffa, tra i quali è da citare Orizzontale, datato 1978. Ma l’opera che, personalmente, preferisco di tutto il catalogo di Capitolium Art è probabilmente Piombo – Studenti, lavoro di Fabio Mauri del 1992.
Composta da 20 tavole in legno ricoperte di piombo, quest’opera è tratta dall’installazione Studenti, presentata a Milano alla Galleria Volpi nel 1992, e a Bergamo alla Galleria Elleni nel 1993, che traspone lo spettatore nelle aule di una scuola d’arte durante una ipotetica pausa ove oltre ai tavoli e agli attrezzi da lavoro vi sono pezzi di materiali impiegati per le esercitazioni, spesso incompiute, dove prevale l’impiego del piombo. Accanto a Mauri, altro alfiere della scultura nell’asta di Capitolium: Pablo Atchugarry. Mentre la fotografia è rappresentata dai lavori di Maestri indiscussi come Nobuyoshi Araki, David LaChapelle e Brian Wood.