Dopo il Derby del 9 dicembre scorso, con Pandolfini e Finarte impegnate nella stessa giornata, si avvicina una tre giorni ancor più calda per il mercato e il collezionismo italiano. Si terranno, infatti, dal 10 al 12 le aste di arte moderna e contemporanea del Ponte e di Wannenes, che si presentano ai nastri di partenza con due belle selezioni che sanno, come nel caso di Wannenes, anche andare oltre ogni aspettativa. Non è carino fare “spoileraggio” – tanto per usare un termine tanto brutto quanto in voga -, ma la selezione serale della casa d’aste genovese presenta alcune punte di pregio rare per le case italiane. Procediamo, però, con ordine.
“Carte” e scultura guidano la selezione del Ponte
Il 10 e 11 dicembre, occhi puntati sulle sale di Palazzo Crivelli a Milano dove torna uno degli appuntamenti più attesi dal collezionismo nostrano e internazionale: l’asta di arte moderna e contemporanea della casa d’aste Il Ponte. 267 i lotti messi insieme dal dipartimento guidato da Freddy Battino che saranno battutti i due tornate – entrambe fissate alle ore 15.30 -, di cui la più interessante è certamente la prima: 95 lotti, sui quali ci concentreremo in questa nostra “lettura catalogo”.
Alberto Savinio, Maurice Utrillo, Carlo Carrà, Massimo Campigli e Mario Sironi sono solo alcuni dei grandi maestri del Novecento i cui lavori animeranno l’asta, affiancati da opere ricercate e rare. E’ il caso del lavoro simbolista di Giacomo Balla: Scena spirituale (uomo e donna nel fluido compenetrato di luce) del 1925-30 che troviamo al lotto 4, con una stima 10-15.000 euro.
Sulla scia del crescente interesse che il collezionismo dimostra per questo medium, non mancano in catalogo opere su carta di un certo pregio. Tra queste Le Brasier – Le Coupes, preziosa tecnica mista e collage su cartone del 1930 di Salvador Dalì che viene proposta al lotto 18 con una valutazione di 25-30.000 euro; l’iconico Personnage et oiseau di Joan Mirò (lotto 27, stima: 15-20.000 euro) e l’essenziale Tête de femme (1946) di Henri Matisse al lotto 51 (Stima: 50-70.000 euro).
Sempre per quanto riguarda la “carta”, si segnalano tre collage di Max Ernst (lotti 22-24), – provenienti dalla storica collezione privata milanese degli eredi Marinotti – e una Natura morta di Giorgio Morandi del 1953 (lotto 49). E ancora Klossowski, con un grande pastello del 1972, Le temps d’un essayage, offerto al lotto 25 con una stima di 25-30.000 euro; una tempera di Giuseppe Capogrossi del 1952 passata per Il Cavallino di Venezia (Lotto 63, stima 10-15.000 euro) e un nucleo di opere su carta di Alighiero Boetti.
Cavalca un altro trend del momento, anche la preziosa selezione di opere in ceramica. A partire dal Concetto Spaziale del 1958-60 di Lucio Fontana. Realizzato in ceramica riflessata e cangiante è proposto al lotto 35 con una stima di 40-60.000 euro. Sempre di Fontana abbiamo poi un materico ed elaborato Crocifisso del 1950-55 (Lotto 78, stima: 80-120.000 euro) e una Madonna con Bambino (Lotto 95, stima: 80-120.000 euro), formella realizzata nel 1954 che ricorda, per impostazione, la Pietà esposta al Museo Diocesano di Milano e realizzata lo stesso anno.
Interessante anche il nucleo dedicato alla scultura, dove spicca Undici di Fausto Melotti, lavoro del 1971 che incontriamo al lotto 50 con una stima di € 70.000 – 100.000. Poco prima, invece, al lotto 47, abbiamo un importante bronzo di Lynn Chadwick del 1988: Girl sitting on bench (stima: 80-100.000).
Se carta e scultura – compresa quella in ceramica – tengono il campo in casa Ponte, non mancano in catalogo tele di un certo interesse, come T1955-16 (1955) di Hans Hartung (Lotto 56, stima: 150-250.000 euro), che guadagna anche la copertina del catalogo cartaceo -; Alba fra i tralicci di uno scalo, maestoso olio di Giuseppe Santomaso realizzato nel 1952 (Lotto 45, stima: 50-70.000) e Mirino Verde, reticolo del 1962 di Piero Dorazio proveniente dalla Galleria Marlborough di Roma (Lotto 65, stima € 35.000 – 50.000). Infine, tra le tante opere di un certo interesse che anche questo autunno Il Ponte propone al suo pubblico, mi piace segnalare il bel feltro di Vincenzo Agnetti, Ritratto di viandante (Lotto 75, stima 70-90.000 euro).
Wannenes: Magritte, Legér e gli altri…
Due sessioni per un totale di 219 lotti. Tutto pronto anche per l’asta di arte moderna e contempranea di Wannenes che batterà il suo catalogo il 12 dicembre a Milano, all’interno dell’Auditorium di Via Cornaggia. Iniziamo dalla tornata serale che, con 26 lotti di qualità eccelsa, devo dire spicca rispetto alla media della proposta artistica vista in questo secondo semestre 2019. Come si vede fin dai primi lotti: una piccola tavoletta dipinta da Giacomo Balla del 1926 che ritrae la Vasca a Villa Borghese al Tramonto (stima: 8-10.000 euro), per non parlare del delicato Vaso di fiori con ventaglio (1942) di Filippo De Pisis al lotto 4 (stima: 8-12.000 euro).
Il protagonista assoluto di questa evening sale è però René Magritte, presente in catalogo col prezioso Le Civilisateur, tela dipinta del 1944, intrisa di colori e dal quel tocco “impressionista” tipico di quello che lo stesso artista definì il suo “periodo Renoir” e durante il quale dimostra che è possibile affrontare argomenti seri e proseguire le sue ricerche adottando un modo più accattivante, eludendo ‘la grisallia’ della vita quotidiana. Opera, a prima vista commovente, Le Civilisateur, sembra portare con sè un severo giudizio sulla follia omicida degli uomini in quegli ultimi anni di guerra. La stima per questo lavoro, proposto al lotto 5, è di 800-1.200.000 euro.
Stupendo anche Composition à la pipe, olio su tela datato 1928 di Fernand Léger, bell’esempio di quella nuova libertà spaziale che caratterizza il progetto degli “oggetti nello spazio” che l’artista inaugura dopo le stagioni astratte e surrealiste e, nello specifico, dopo gli incontri con le idee (e non solo) di Le Corbusier e Mondrian. Proveniente da una collezione privata milanese questo lavoro è inserito in catalogo con una stima di 550-650.000 euro.
Proseguendo nella nostra lettura, mi piace segnalare la presenza, al lotto 10, di un Negativo-Positivo (1961) di Bruno Munari (stima: 14-16.000 euro), seguito da uno dei Feticci/Scatola (Lotto 11, stima: 40-50.000 euro), realizzati da Robert Rauschenberg tra Italia e Marocco ed esposti nel 1953 alla Galleria L’Obelisco di Roma in occasione della sua prima mostra europea: Scatole e Feticci Personali. Arrivano, poi, in sequenza, Burri, Carol Rama, Jiri Kolar, fino ad un bellissimo ed intenso feltro di Vincenzo Agnetti, Ritratto, opera del 1971 proposta al lotto 19 con una stima di 70-90.000 euro. Interessanti anche i lavori di Plessi e Galvani che chiudono il catalogo di questa tornata con un accento molto raffinato.
Non mancano opere che meritano attenzione anche tra le 118 selezionate per la sessione pomeridiana, dove mi piace segnalare subito la bella tempera su carta di Anton Zoran Music, Autunno in Istria (1959), proposta con una stima di 2.800-3.200 euro. Mentre al lotto 142 troviamo un piccolo Senza titolo del 1963 di Bice Lazzari (stima: 2.600-2.2800) proveniente dalla Collezione di Giulio Carlo Argan, seguito da un grazioso cartoncino di Emilio Scanavino e due carte a firma di Carla Accardi e Piero Dorazio.
Ma è sul lotto 170 che mi piace attirare la vostra attenzione: Art (1982), bella tecnica mista su carta intelata di Giuseppe Chiari proveniente dalla fiorentina Tornabuoni Arte e qui proposta con una stima di 4-6.000 euro. Molto bella anche la successiva, sempre di Chiari, con la stessa provenienza: Rosso e blu (1992). Si arriva così al pezzo di punta di questa prima parte di asta, Lancio di LOCO-cup R2, opera di Shozo Shimamoto che l’ha realizzatoa lanciando dei colori da 30 metri di altezza, in occasione di una performance curata e organizzata nel 2000 da un altro importante membro del gruppo Gutai: Ysua Sumi. La stima di questo lavoro è di 15-20.000 euro. Chiude la tornata, la serigrafia Campbell’s Soup I – Green Pea Soup di Andy Warhol datata 1968. La stima per questa che è l’esemplare n. 52 di una tiratura di 250 è di 15-20.000 euro.