Si apre con una bella selezione di artisti che con la propria ricerca hanno arricchito l’esperienza dell’Arte Programmata e hanno contribuito a definire i principi fondamentali dell’Arte Minimal, il catalogo che Studio d’Arte Martini ha messo insieme per la sua asta di fine primavera in programma per il 6 e 7 giugno, per un totale di 352 lotti.
Già al lotto 10 troviamo, infatti, un bellissimo lavoro del 1969 a firma di John Dwyer Mclaughlin, pioniere del minimalismo e della pittura hard-edge, oltre ad essere considerato uno dei più significativi artisti californiani del dopoguerra. L’opera in catalogo da Martini, #8.1969 (1969), è un bellissimo esempio della sua produzione, caratterizzata, come in questo caso, da opere geometriche completamente prive di qualsiasi connessione con l’esperienza e gli oggetti quotidiani, ispirate alla nozione giapponese del vuoto (lotto 10, stima: 100-150.000 euro).
Poco più abbiamo un lavoro di Joseph Albers, Pale Blue Facade, olio geometrico del 1947, realizzato quando ancora docente al Black Mountain College e che ci porta immediatamente prima della sua serie più nota, Omaggio al quadrato, iniziata nel 1949. Mentre al lotto 30 incontriamo una scultura in legno di Sol Lewitt, 1 2 3, proposta al lotto 30 con una stima 50-60.000 euro.
Non male i due Dorazio che troviamo qualche lotto dopo, ma in questa prima parte della prima sessione, l’opera italiana che merita maggior attenzione è l’Untitled (1969) di Afro che Martini ha inserito al lotto 34 con una stima di 80-100.000 euro. Lavoro che appartiene ad una fase delicata della vita dell’artista. Il 1969, infatti, è l’anno della morte del fratello a cui segue un periodo di alterne vicende per Afro.
Passato un bel lavoro dei primi anni Cinquanta di Giuseppe Santomaso (lotto 40, stima: 20-25.000 euro) e un’ampia sezione dedicata all’opera di Hermann Nitsch (lotti 56-63), incontriamo uno degli artisti italiani che lo scorso anno ha fatto registrare alcune delle sue performance migliori e oggetto di una dovuta riscoperta da parte anche del grande pubblico. Sto parlando di Salvo presente in asta con due lavori: Notte nelle isole del 1999 (Lotto 66, stima: 15-22.000 euro) e Untitled del 1982 (lotto 67 stima: 14-26.000 euro).
Immancabili alcuni ricami di piccole dimensioni di Alighiero Boetti, ma è la sua carta del 1981 che troviamo al lotto 74 l’opera più importante in catalogo, realizzata a collage e spray e proposta con una stima di 100-120.000 euro. Subito dopo abbiamo un delicatissimo lavoro di Ketty La Rocca, Untitled (Le mie parole e tu) del 1974 (lotto 76, stima: 10-12.000 euro), che ben esemplifica il lavoro di quella che è stata una delle più importanti artiste italiane del XX secolo, esponente di primo piano della Poesia visiva ed una delle poche ad essere riconosciuta a livello internazionale.
Tra le poche sculture proposte, di notevole interesse Lunatic Void di Paolo Icaro, relizzata nel 1988 in gesso e rame (lotto 83, stima 10-12.000 euro). Passato un lavoro storico di Gianfranco Baruchello, Analogous intelligence by Gentile Bellini (1964), salta all’occhio lo smalto Aquile romane di Franco Angeli che porta una data chiave per la carriera dell’artista romano: il 1969, anno della sua prima mostra negli Stati Uniti, è all’interno della collettiva Italian Art Show, e delle mostre alla Galleria dell’Ariete e alla Christian Stein di Torino.
E’ poi la volta di Carol Rama con un’opera del 1979 realizzata con camere d’aria di bicicletta e cartoncino nero, proposta a 6-7.000 euro. Seguono Enrico Baj, con Lady del 1976 (lotto 112, stima:15-20.000 euro), e un’ampia sezione di Pittura Analitica dove spicca un lavoro storico di Giorgio Griffa del 1972 presentato con una stima di 24-26.000 euro. Ma lavori storici interessanti sono anche quelli a firma di Noel Dolla, Enzo Cacciola, Paolo Masi.
Fino ad arrivare a Carla Accardi, presente con due opere degli anni Cinquanta che si pongono attorno alla svolta che caratterizza il lavoro dell’artista proprio alla metà di questo decennio: più legata al clima di Forma 1 la carta del 1951 al lotto 143 e più “segnica” quella del 1954 (lotto 149) figlia, appunto, del cambiamento iniziato nel 1953 e che qui già vede apparire i suoi noti insiemi di segmenti articolati nella secca alternanza del bianco e del nero.
Passando alla seconda sessione, è Gualtiero Nativi con Spazio inquieto del 1976 ad inaugurare la selezione in asta il 7 giugno prossimo. Seguono Luigi Veronesi, Luigi Magnani e Bruno Munari di cui troviamo, tra le altre, una rara Xerografia originale del 1969 (lotto 161, stima: 2-3.000 euro) e il geniale Forchette parlanti del 1972 (lotto 163, stima 6-7.000 euro).
Al lotto 215 troviamo, invece, una bella carta di Gino Severini del 1948, Natura morta con fruttiera, mele, pera e coltello da cucina, e poco dopo una di Tancredi Parmeggiani del 1960 (lotto 217, stima: 2-3.000 euro), seguita da un pastello di Emilio Vedova del 1984, tratto dal ciclo Pagine ’84 (lotto 218, stima: 3-4.000 euro).
Allo stesso anno, 1984, appartiene anche il lavoro di Giuseppe Chiari al lotto 233: La sedia, proposto con una stima di 1-2.000 euro. Seguono due acetati di Henry Chopin e Essere un altro. La vita di Picasso sulla mia pelle (1974), bellissimo lavoro di Giorgio Ciam che attraverso la fotografia ha analizzato nel profondo la propria dimensione esistenziale.
Scorrendo le pagine del catalogo Martini ecco poi una delicata grafite di Fausto Melotti al lotto 264, mentre al lotto 283 abbiamo una carta di Pinot Gallizio, Fabrizio, del 1956. E di carta in carta arrivammo al lotto 286 dove troviamo una splendida grafite di Osvaldo Licini: Amalassunta (cattiva) del 1944-48 (stima: 4-5.000 euro).
Opere, queste appena segnalate, che ci raccontano di una seconda sessione solo apparentemente di tono minore rispetto alla prima e che, invece, nasconde al suo interno alcune chicche a prezzi decisamente abbordabili che possono permettere al piccolo collezionista di acquistare opere raffinate a firma di alcuni dei nostri artisti più interessanti.
Non manca d’interesse, infine, anche la piccola selezione di fotografia che troviamo più o meno in chiusura d’asta con lavori di Gabriele Basilico, Robert Capa, Luigi Ghirri e Mario Giacomelli.