Il calendario delle aste italiane entra nel vivo ed anche a Palazzo Serbelloni, sede italiana di Sotheby’s, tutto è pronto per l’asta autunnale di arte moderna e contemporanea che si terrà il 23 e il 24 novembre prossimi a Milano. Tre i capolavori su cui ruota il catalogo di quello che è certamente l’appuntamento più importante per il mercato italiano in questo secondo semestre del 2016: un grande Close Up (Le Sofà) del 1968 di Domenico Gnoli, una particolarissima Attesa del 1957 a firma di Lucio Fontana e un bellissimo Senza titolo di Tancredi datato 1963. Tutti e tre protagonisti dell’asta serale del 23 novembre quando, a partire dalle ore 19, saranno battute le prime 45 opere di un catalogo che, complessivamente, conta 126 lotti.
Inserito al lotto n. 8 con una stima di 1.5-2 milioni di euro Sofà di Domenico Gnoli è la vera “anima” dell’asta milanese di Sotheby’s. Un’opera incredibile, che ci porta all’apice della maturità di questo artista scomparso giovanissimo nel 1970 lasciandoci solo 300 opere e rarissimo da vedere nelle aste. Quest’opera, realizzata nel 1968 ed esposta l’anno seguente nella sua prima mostra newyorchese presso la Sidney Janis Gallery, è un esempio eccellente della capacità di Gnoli di studiare gli oggetti, analizzarli con l’occhio del chirurgo e l’anima del poeta. Una capacità legata a doppio nodo con la storia dell’arte del nostro Paese, fatta di tradizioni, ricordi, materia e artigianalità. Anche per questo Gnoli è un artista praticamente non etichettabile e Sofà un’opera dalla qualità tattile inarrivabile che, vista da vicino ti attrae, ti far venir voglia di accarezzare le trame di quel divano ocra che diviene archetipo di tutti i divani del mondo e, nel suo silenzio, sembra sussurrarci le storie di chi lo ha usato, vissuto. Le Sofà sarà presentato a Roma da Cristiana Collu, direttrice della GNAM, il 10 novembre prossimo a Palazzo Odescalchi.
Dieci lotti più avanti, al n. 18, troviamo invece il superbo Senza titolo di Tancredi, artista a cui il Guggenheim di Venezia sta dedicando La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva. Già in mostra alla Rotonda della Besana di Milano nel 1983, questa tecnica mista del 1963 è un lavoro, se possibile, superiore per qualità a quello presentato, sempre da Sotheby’s Italia, nella sua asta primaverile e oggi in mostra proprio al Guggenheim. Lo spazio pittorico di questa tela, offerta con una stima di 200-300 mila euro, è prima scomposto e poi ricostruito in un gioco di luci e velate trasparenze che fanno emergere una tensione luminosa mirabile, esempio magistrale della capacità di Tancredi di portare al limite le possibilità del mezzo pittorico. Un perfetto esempio di quelle impressioni di ‘Spazio’ che nell’idea stessa dell’artista dovevano dare “un’idea di Universo curvo, la materia del quale era filtrata attraverso la Luce”.
Il terzo pilastro dell’asta lo troviamo invece al lotto 27 e si tratta di un Concetto Spaziale. Attesa molto particolare e che non a caso si è guadagnato la copertina del catalogo di Sotheby’s. Questa piccola tela, 50×70 cm, non ha infatti le caratteristiche abituali delle Attese. No, niente tagli… ma buchi e olio, con grandi righe dorate, gialle e nere su fondo bianco… sul retro, quella scritta: Attesa, che compare per la prima volta. Un lavoro spartiacque che, realizzato nel 1957, prelude così ai celebri tagli che l’artista inizierà a creare l’anno successivo, ma di cui quest’opera sembra quasi essere un’anticipazione. L’annuncio di quel cambiamento concettuale e pratico che segnerà il passaggio alla maturità artistica di Fontana. Un’opera di rarità indiscutibile e, anche per questo, presentata con una stima significativa: 800-1.2 milioni di euro.
Ma se queste sono le tre opere che scandiscono l’asta serale del 23 novembre prossimo, nella proposta di Sotheby’s per questo autunno non mancano altre opere eccellenti come l’Angelo Ribelle di Osvaldo Licini (lotto 14, stima: 120-180.000 €) che in passato ha fatto parte della collezione Jesi di Milano o la Mirror Sled (Sun Sled) di Salvatore Scarpitta (lotto 37, stima: 80-120.000 €) che nella sua “carriera” è transitata anche dalla collezione Mazzotta, sempre di Milano. Senza trascurare Carlo Rama o Emilio Isgrò, entrambi presenti in catalogo con due opere degli anni Settanta: Spazio anche più che tempo (lotto 11, stima: 25-35.000 €) della prima e Alma (a destra) ricama nel rosso vestita di rosso del secondo (lotto 5, stima: 40-60.000 €). Realizzato nel 1975 questo lavoro appartiene alla celebre serie Storie Rosse che Isgrò, considerato uno dei padri dell’arte concettuale italiana e della Poesia visiva, produce durante gli anni Settanta. Romantico e radicale, questo lavoro è l’emblema di un’arte che avverte il collasso della cultura moderna, lasciando spazio al dopo, al postmoderno e all’incertezza dell’esperienza individuale.
Nella parte centrale dell’asta troviamo, poi, un gruppo di 2 Cellotex di Alberto Burri datati 1983 (lotti 21-22 stima: 350-450.000 €), mentre al lotto n. 23, dello stesso autore, abbiamo Nero MI n. 5 (1989), valutato 400-500.000 €. Verso la fine della prima sessione la grande Superficie 105 di Giuseppe Capogrossi (lotto 32, stima: 160-250.000 €) che si colloca, temporalmente, all’apice della sua produzione artistica. Concludono il panorama dell’asta serale una selezione di opere di Pop Art tra le quali spiccano Rosso n. 35 (1961) di Tano Festa (lotto 33, stima: 90-120.000 €) e Boccioni 3 di Mario Schifano (lotto 6, stima: 80-120.000 €): realizzato nel 1966 ed esposto nel 1974 alla fondamentale mostra della Pilotta di Parma appartiene alla fortunata serie del Futurismo rivisitato e torna sul mercato sopo sessant’anni. Proviene, invece, dalle serie Stelle, Particolare di Oasi del 1968, sempre di Mario Schifano e già proveniente dalla Modern Art Agency di Lucio Amelio (lotto 36, stima: 150-200.000 €)
Infine, chiudiamo questa nostra lettura del catalogo di Sotheby’s mettendo di evidenza, tra le opere della sessione pomeridiana del 24 novembre, un interessante nucleo di 5 lavori di Poesia Visiva (lotti 110-115) che, idealmente, crea un continuum con quello già presentato dalla casa d’aste nel maggio scorso e accolto benissimo dai collezionisti. E anche stavolta sarà interessante vedere la risposta del mercato per questa particolare proposta ancora molto di nicchia e che, nel caso dell’asta di questo novembre, porta i nomi di Lucia Marcucci, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, Michele Perfetti, Alain Arias-Misson e Eugenio Miccini.
Il tutto per un’asta che conferma l’accurato lavoro di ricerca che la sede italiana di Sotheby’s sta portando avanti da diversi anni, tanto da essere stata spesso uno dei principali trampolini di lancio per il successo internazionale della nostra arte. E chissà se tra gli artisti di questa asta non si possano intravedere alcuni dei protagonisti delle prossime aste di arte italiana nel mondo. L’appuntamento del 23 e 24 novembre prossimi, peraltro, è il primo che porta la firma di Marta Giani e Beatrice Botta, giovanissime co-head di Sotheby’s Italia fresche di nomina e che ci regalano il piacevole primato di essere l’unico Paese a poter vantare, nella galassia della casa d’aste inglese, un dipartimento di arte moderna e contemporanea tutto in “rosa”.