Maurizio Cattelan (Padova, 21 settembre 1960) è uno degli artisti contemporanei italiani più celebri e controversi a livello internazionale.
Ironico, dissacrante e imprevedibile, Cattelan ha trasformato la provocazione in un linguaggio artistico unico, capace di mescolare umorismo, critica sociale e riflessione sul potere.
Le sue opere, esposte nei musei più prestigiosi del mondo, sono diventate simboli dell’arte contemporanea globale.
Le origini e la formazione autodidatta
Nato a Padova da una famiglia di origini modeste, Maurizio Cattelan è un artista autodidatta. Dopo vari lavori — dal giardiniere al tecnico ospedaliero — inizia a sperimentare con oggetti e materiali di recupero. Alla fine degli anni Ottanta realizza le sue prime opere concettuali e fotografiche, attirando l’attenzione della Galleria Neon di Bologna, che sarà la prima a esporlo ufficialmente.
Le prime opere e l’ascesa internazionale
L’esordio che lo porta all’attenzione del pubblico arriva nel 1991 con Stadium, un gigantesco calcio balilla con giocatori neri, esposto alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna: un lavoro che ironizza sul razzismo, la competizione e la spettacolarizzazione del conflitto.
Negli anni successivi, Cattelan si impone come una delle voci più originali e provocatorie dell’arte contemporanea italiana, con opere che fondono scultura, installazione e performance.
Tra le più iconiche degli anni Novanta troviamo:
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“Bidibidobidiboo” (1996) – uno scoiattolo imbalsamato che si è tolto la vita in una cucina: una riflessione tragica e surreale sull’esistenza. 
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“Novecento” (1997) – un cavallo impiccato e sospeso al soffitto, simbolo di impotenza e destino. 
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“La Nona Ora” (1999) – una scultura di Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite: una delle opere più discusse e rappresentative della sua poetica. 
L’ironia come linguaggio dell’arte
Cattelan utilizza la satira come strumento per svelare le contraddizioni della società.
Nel 2001 presenta “Him”, che raffigura Adolf Hitler in ginocchio e in preghiera: un’opera scomoda e potentissima sulla colpa e il perdono.
Nel 2004 realizza a Milano un’installazione con tre manichini di bambini impiccati su un albero in Piazza XXIV Maggio: un gesto provocatorio che suscitò indignazione e un intenso dibattito pubblico.
Nel 2010 firma “L.O.V.E.”, la monumentale scultura del dito medio eretto davanti al palazzo della Borsa di Milano, oggi divenuta simbolo di libertà e ribellione contro il potere economico.
Toiletpaper e la cultura pop
Nel 2010 Cattelan fonda insieme al fotografo Pierpaolo Ferrari la rivista d’arte e fotografia Toiletpaper, un progetto editoriale che fonde surrealismo, pubblicità e cultura pop.
L’estetica della rivista, fatta di immagini disturbanti e ironiche, ha ispirato collaborazioni con marchi come Seletti, trasformando l’immaginario di Toiletpaper in oggetti e complementi di design di culto.
Le opere recenti: “America” e “Comedian”
Nel 2016 presenta “America”, un wc funzionante realizzato in oro massiccio a 18 carati, installato al Guggenheim Museum di New York e poi esposto a Blenheim Palace, dove venne rubato nel 2019.
Nel 2019 torna a far discutere con “Comedian”, la celebre banana attaccata al muro con del nastro adesivo durante Art Basel Miami Beach: un’opera che ironizza sul valore dell’arte, sul mercato e sulla viralità contemporanea.
Mostre e riconoscimenti
Nel 2011 il Guggenheim Museum di New York gli dedica una grande retrospettiva intitolata All, in cui tutte le sue opere sono sospese al soffitto in una spettacolare installazione totale.
Nel 2004 riceve la laurea honoris causa in Sociologia e Ricerca Sociale dall’Università di Trento, e nel 2008 il Premio alla Carriera della XV Quadriennale di Roma – “Altri tempi, altri miti”.
Ha inoltre ricevuto riconoscimenti onorari da diverse istituzioni, tra cui l’Accademia di Belle Arti di Carrara.
L’artista che trasforma lo scandalo in arte
Oggi Maurizio Cattelan vive e lavora tra Milano e New York. Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni e musei internazionali, dal Guggenheim al Centre Pompidou.
Cattelan non si limita a provocare: costruisce narrazioni che mettono lo spettatore di fronte ai tabù del nostro tempo. Con un linguaggio che unisce ironia, critica e poesia visiva, ha reso l’arte contemporanea italiana una delle voci più ascoltate e discusse nel panorama globale.