Dopo Phillips de Pury, anche Christie’s si appresta ad inaugurare la sua nuova stagione di aste. L’inizio è fissato per domani, martedì 23 settembre, con l’ormai tradizionale asta The First Open di New York. Come la Under the Influence di Phillips, anche la First Open è un‘sta pensata per far conoscere artisti emergenti e lavori meno noti di maestri del contemporaneo. Nata nel 2005, l’asta di Christie’s è ormai un punto di riferimento sia per i collezionisti più navigati che per quelli giovani e dopo 10 anni di attività è arrivata ad un punto di svolta. Con l’edizione di questo autunno, infatti, la First Open diventa globale portando le sessioni da una a tre – a New York si aggiungono Londra e Hong Kong -, e offrendosi anche in una veste online decisamente affordable: oltre la metà degli artisti in catalogo parte da una stima da 1000 dollari in giù.
First Open NY: 23 settembre 2014
300 le opere che andranno in asta domani a New York durante la First Open, per un catalogo che mette insieme blue-chip del mercato, ossia artisti ormai dal valore consolidato, come Andy Warhol, Tom Wesselmann, Yves Klein, Gerhard Richter, Georg Bazelitz, Andreas Gursky o Louis Bourgeois e artisti emergenti come: Joe Bradley, Mark Bradford, David Ostrowski, Hugh Scott-Douglas, Walead Beshty, Parker Ito, Klara Kristalova, Ryan Mcginley, Wangechi Mutu, Iván Navarro e Chris Ofili.
Di particolare interesse la parte “This is Now” dell’asta newyorchese, dedicata ai lavori provenienti dalla collezione di Arlene Goldman e George Hartman, famosi collezionisti internazionali con uno spiccato interesse per gli artisti di nuova generazione e più sperimentali, che spesso acquistano all’inizio della carriera. 35 le opere delle loro raccolta inserite nel catalogo della First Open di New York, tra le quali spiccano: Berlin Duck’s #2, dipinto del 2011 di Joe Bradley (lotto 22) che parte da una stima di 500-700mila dollari; Tony di Mark Bradford (120-180 mila dollari), rara scultura dell’artista americano realizzata nel 2007 (lotto 7), e F (A Thing is a thing in a whole which it’s not) di David Ostrowski (lotto 6), con una base d’asta di 60-80 mila dollari. Un’opera, quest’ultima, che torna sul mercato a soli due anni dalla sua realizzazione: la data di creazione è infatti il 2012. A conferma di come le transazioni, per i giovani artisti, si siano molto accelerate come conseguenza di un mercato in cui il valore sale molto rapidamente e alla stesso modo potrebbe scendere (carpe diem?). Conferma che ci viene anche dall’altro lotto di punta di “This is Now”: un Untitled del 2012 di Hugh Scott-Douglas (1988) quotato in partenza tra i 35 e i 45 mila dollari.
Oltre ad Ostrowski e Scott-Douglas, completano la squadra degli artisti di ultimissima generazione presenti in questa prima parte dell’asta: Parker Ito (1987), Dash Snow (1981); Rosson Crow (1982). Nella seconda parte, invece, il cui ricavato sarà devoluto all’AFA, associazione che 1996 è attiva nel campo della lotta contro l’AIDS, tra i giovani da seguire troviamo Lucien Smith, il cui I’m So Tired Of Being Alone del 2012 ha una stima in catalogo di 70-100 mila, di fatto la giovane più quotata dell’intera asta visto che i suoi coetanei, Ostrowski compreso, si collocano, nella maggior parte dei casi, tra i 15 e i 40 mila dollari. E non mancano due opere particolarmente abbordabili: Bubble di Asher Penn (1982) e un Untitled di Korakrit Arunanondchai (1986), entrambe in catalogo con una stima tra i 5000 e i 7000 dollari. Per chi volesse saperne di più su quest’asta è disponibile online la versione elettronica del catalogo.
Un First Open “Affordable” per Londra (25/09)
La First Open di Londra si terrà, invece, il 25 settembre nella sede di South Kensington di Christie’s. In catalogo 193 opere a prezzi decisamente convenienti – si parla di stime minime che vanno dalle 700 alle 80 mila sterline -, pur comprendendo artisti come Damien Hirst, R.H. Quaytman, Marc Quinn, Jannis Kounellis o Lucio Fontana.
Tra gli artisti più accessibili, almeno da un punto di vista economico: Ida Ekblad il cui Dubbed del 2010 è inserito in catalogo con una stima di 6.000-8.000 sterline. Vi consiglio di dare un’occhiata al catalogo elettronico, magari c’è qualcosa che fa anche al caso vostro.
Un mese di First Open Online
Contemporaneamente agli appuntamenti “classici”, la First Open ha fatto, nel frattempo, anche il suo debutto online puntando, come nel caso di Londra, su opere accessibili. Un’asta web pensata per dare la possibilità ai collezionisti di diversificare i propri acquisti e, seguendo le orme dei loro colleghi più illuminati, tentare di individuare con largo anticipo gli artisti di domani. La metà delle opere messe in asta parte da una stima minima di 1000 dollari o meno. Le contrattazioni online rimarranno aperte fino al 30 settembre. Vedremo cosa salterà fuori.
Nel frattempo vi consiglio di dare un’occhiata al minisito che la casa d’aste ha realizzato appositamente per la “nuova” First Open e che contiene consigli per tutti gli aspiranti collezionisti e indicazioni preziose per installare un’opera nella propria abitazione. Oltre ad una sezione di approfondimenti su alcuni artisti che, almeno per gli esperti di Christie’s, dovremmo conoscere.
First Open HK: l’Oriente incontra l’Occidente (05/10)
Il debutto della First Open a Hong Kong, infine, è fissato per il 5 ottobre. Si tratta di un’asta molto particolare che, per la prima volta, vede riunite in un solo catalogo opere che generalmente, stanno in gruppi distinti: l’arte contemporanea cinese e occidentale. La selezione che sarà offerta rappresenta, così, una vetrina su talenti globali, unici nella loro interpretazione creativa. E Christie’s non nasconde il suo obiettivo: dare al mercato asiatico una guida esperta che apra le porte della scena artistica asiatica e occidentale; un invito ad esplorare l’unicità estetica di un corpus di opere appositamente selezionate per la loro originalità e il loro valore artistico.
Sul fronte asiatico, si parla di lavori di Wu Guanzhong, Zao Wou-ki, Kazuo Shiraga, Yayoi Kusama, Liu Ye e Yoshitomo Nara, tanto per fare alcuni nomi. Mentre l’occidente è rappresentato, tra gli altri, da Andreas Gursky, George Condo, Richard Pettibone, Arman, Vik Muniz, KAWS e Julian Opie. Anche in questo caso staremo a vedere come reagirà il mercato asiatico, generalmente molto più interessato alle opere che parlano la sua lingua, come avviene, d’altronde in tutte le aree emergenti, ma che sta maturando rapidamente.