Il recente dibattito sulla Bozza di Legge di Bilancio 2018 che, in una prima stesura, prevedeva una riforma della tassazione sui redditi percepiti dalla vendita degli oggetti d’arte fortunatamente tolta dal testo che ha ottenuto in questi giorni la “bollinatura” della Ragioneria dello Stato, ha sicuramente posto l’attenzione su un tema raramente affrontato quando si parla di arte e di mercato: quello dell’export. Ma quanto esporta l’Italia in termini di opere d’arte?
Una domanda chiave, se si pensa che l’idea di introdurre una nuova tassazione sulle vendite di arte nasceva da una serie di considerazioni. In primis il valore del nostro mercato – tratto dai report del Sole24Ore – e i risultati dell’arte italiana nelle aste internazionali, nello specifico le Italian Sales. E se credete che, tutto sommato, parlare di import/export sia un tema un po’ troppo tecnico, pensate che secondo la strategia Europa 2020, il ruolo della cultura è cruciale per raggiungere l’obiettivo di una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva”. E il commercio internazionale dei beni culturali è proprio uno degli indicatori che permettono di misurare l’impatto relativo alla cultura nell’economia, oltre a consentire una valutazione del peso e del contributo dei beni culturali nel commercio estero totale.
Il commercio italiano di beni culturali secondo Eurostat
Secondo le più recenti statistiche relative al commercio internazionale dei beni culturali pubblicate da Eurostat e che consentono di monitorare il valore degli scambi internazionali di questi beni e mostrare il peso del commercio culturale nell’intero commercio internazionale dell’UE, il nostro Paese è oggi al 7° posto per quanto riguarda l’Export e al 6° posto nell’Import di beni culturali, con una bilancia commerciale in attivo di 419 milioni di euro.
Entrando più nel dettaglio, l’Italia nel 2015 (ultimo dato disponibile) avrebbe esportato beni culturali per un valore complessivo di 1.773 milioni di euro di cui 416.655.000 euro riferibili a opere d’arte (23.5%). Allo stesso tempo, il nostro Paese ha importato beni culturali per 1.354 milioni di euro. E in questo caso le opere d’arte ammonterebbero all’8.3% del totale, ossia 112.382.000 euro. Il tutto per una bilancia commerciale che, per le sole opere d’arte, è nettamente in positivo: +304.273.000 euro. Difficile dire quale sia il segmento di mercato più rappresentato in termini di export o di import anche se, stando all’andamento del nostro mercato, verrebbe da dire quello della post war & contemporary art.
Una situazione, quella appena descritta che viene ben descritta, visualmente, dall’interessante infografica realizzata da ShopAlike – di cui qui sotto vedete uno screen-shot – che mostra bene la suddivisione delle nostre esportazioni di beni culturali e il “comportamento” degli altri membri dell’Unione Europea -> http://bit.ly/commercioBeniCulturali
Entrando più nel dettaglio dei dati relativi all’export di opere d’arte che dall’Italia prendono la via degli altri Paesi del Mondo, è interessante notare come nel 2015 – anno dei totali record delle Italian Sale londinesi – le esportazioni di arte dall’Italia abbiano fatto registrare un calo del -11.7% rispetto al 2014. Mentre l’import, nello stesso periodo, è cresciuto addirittura del +38.4%. Di fatto il 2015, con 112.994.000 euro di importazioni di opere d’arte, è stato l’anno con il secondo dato più alto dal 2006 ad oggi. Il record è, infatti, del 2012 con circa 218 milioni di euro.
Ma dove vanno a finire le opere che escono dai nostri confini nazionali? Solo un 15% rimane all’interno dell’Unione Europea a 28 (Regno Unito incluso), mentre il restante 85% se va fuori dai confini della UE (354.295.000 €). A conferma dell’alto livello di apprezzamento che la nostra arte riscuote a livello internazionale. A tal proposito, vale la pena ricordare un altro dato interessante emerso un paio di anni fa dal Private Art Museum Report 2016 di Larry’s List, ossia che il 20% delle collezioni conservate nei 317 musei privati del mondo annoverano artisti italiani.
Cifre che la dicono lunga sull’impatto che l’Italia ha nel mondo sul fronte culturale e artistico. Ma sopratutto, viene da pensare che per l’Italia l’obiettivo di una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva” potrebbe essere vicino, se solo lo si volesse…