Negli ultimi anni il numero dei siti web per la compravendita di opere d’arte è aumentato in modo incredibile. Secondo l’ultimo rapporto Deloitte-ArtTactic, sarebbero addirittura 300 le piattaforme e-commerce nate recentemente. Uno sviluppo velocissimo, al quale non corrisponde ancora un’altrettanto rapida crescita del loro utilizzo (nel 2012 il canale web è stato usato per solo l’8% delle vendite globali di arte), ma che ci pone davanti ad un fenomeno verso il quale non è possibile rimanere indifferenti quando si vuole parlare di collezionismo nel XXI secolo.
Quasi tutti gli operatori di settore, d’altronde, riconoscono al commercio elettronico il merito di aver portato liquidità aggiuntiva al mercato dell’arte, in particolare nella fascia media, più soggetta alle oscillazioni determinate dalle crisi. E, come se non bastasse, il 67% dei collezionisti internazionali intervistati dallo staff di Deloitte-ArtTactic per la redazione dell’edizione 2013 dell’Art & Finance Report riconosce al web un fondamentale ruolo educativo e di informazione nel campo dell’arte, mettendo a disposizione degli utenti, tra le altre cose, una quantità crescente di dati sempre più ampi e approfonditi su opere e artisti.
Lungi dagli innamoramenti facili, però, i collezionisti d’arte si mostrano diffidenti quando di parla di piattaforme C2C (consumer to consumer), ossia siti che mettono in contatto consumatori con consumatori, preferendo quelli B2B (business to business) e B2C (business to consumer), dove è la figura del mercante a regnare sovrana, proprio come nel mondo offline che, alla resa dei conti, rimane la riserva di caccia preferita dai collezionisti di lungo corso. Sono, invece, quelli giovani, meno abituati a trattare con i galleristi o a cimentarsi nelle aste tradizionali, a scegliere il web come punto d’accesso privilegiato al mercato.
La dematerializzazione, d’altronde, permette di abbattere tante delle barriere di accesso che caratterizzano questo mondo, sia economiche che geografiche. L’arte, in Internet, ha costi generalmente inferiori e il web permette di conoscere nuovi artisti e, potenzialmente, di costruirsi un’intera collezione senza muoversi da casa. Ovviamente a patto di voler rinunciare ad uno degli elementi centrali del collezionismo tradizionale: il rapporto diretto con le opere. Anche se questo, se vogliamo proprio dirla tutta, non è sempre vero: non sono poche, infatti, le piattaforme e-commerce che facilitano gli acquisti anche nelle gallerie vere e le case d’asta “tradizionali” come Christie’s, che da tempo stanno puntando sul web, danno sempre la possibilità di vedere le opere.
Dopo aver parlato parlato, qualche settimana fa, delle precauzioni e dell’approccio che è utile tenere quando si decide di comprare un’opera d’arte sul web invece che in una galleria (si veda: Comprare arte online: una resistibile tentazione), mi sembra, quindi, opportuno offrirvi una rapida carrellata di quelle che, a mio avviso (ma non solo), sono i siti più attendibili e seri presenti oggi in rete e che si aggiungono a quelli delle gallerie e delle case d’asta tradizionali che, sempre più spesso, offrono anche l’opportunità di un acquisto online.
Artnet (www.artnet.com): è tra le piattaforme leader del mercato grazie da un’ottima reputazione che nasce, principalmente, dai nomi delle persone che vi collaborano. Fondata nel 1989 da Pierre Sernet, Artnet offre servizi che permettono ai propri clienti di avere a che fare con prezzi trasparenti e di entrare in contatto diretto con le gallerie. Vanta collaborazioni di prestigio come quelle con Christie’s o Art Basel.
Artsy (www.artsy.net): tra le new entry del mercato online dell’arte è quella che sembra promettere meglio anche perché può contare su sostenitori di primo piano come Larry Gagosian, Eric Shmidt (CEO di Google) o Wendy Murdoch (moglie di Rupert). Tutti ben disposti nei confronti di Carter Celeveland, fondatore di questa piattaforma che permette ai collezionisti di cercare online opere d’arte utilizzando vari criteri di ricerca e sfrutta un algoritmo che permette al sito di individuare opere simili a quelle segnalate dall’utente. A poco più di due anni dalla messa online può già vantare prestigiose partnership con oltre 400 gallerie leader del settore e più di 90 tra istituzioni museali e fondazioni.
Artspace (www.artspace.com): i curatori che collaborano con questo sito lavorano con i più importanti musei, gallerie e istituzioni culturali del mondo per trovare opere d’arte contemporanea da mettere in vendita. La sua offerta spazia dai giovani artisti promettenti a quelli più in voga sul mercato.
Blacklots / Paddle 8 (www.blacklots.com / www.paddle8.com): guidato fino allo scorso anno da due ex illustri della casa d’aste Phillips de Pury, Rodman Primack (ex presidente) e Tim Malyk (ex specialista del dipartimento di contempranea), Blacklots, assieme ad Artnet, è stato tra i leader del mercato online; il primo sito ad offrire aste online quotidiane. Da quest’anno è diventato un’unica società con Paddle8, sito di aste online che offre ai propri utenti due tipi diversi di piatteforma: una dedicata alle aste di beneficenza, organizzate con associazioni no-profit; e una per le aste tematiche, organizzate due volte la settimana da importanti nomi del mondo dell’arte come Marina Abramovic o il critico Vince Aletti.
ExhibitionA (www.exhibitiona.com): galleria online che vende, con cadenza settimanale, edizioni esclusive di opere d’arte contemporanea a prezzi accessibili in collaborazione con artisti che fanno parte della scuderia di affermate gallerie tradizionali o ricercati da collezionisti di fama internazionale. Tra gli artisti rappresentati figurano nomi illustri come Terence Koh e David La Chapelle.
Questo ovviamente è un elenco decisamente parziale delle piattaforme per il commercio elettronico di arte degne di considerazione. Altre ne presenteremo in futuro e alle principali dedicheremo anche degli articoli ad hoc. Quello che mi premeva oggi era darvi un prima bussola per orientarvi in modo che si sta sviluppano a dismisura, rischiando di diventare ancor più disorientante di quello “analogico” e darvi il benvenuto nella nuova frontiera dell’arte: il collezionismo 2.0.