Il dato è impressionante: 1687 opere d’arte contraffatte sequestrate in un solo anno (2014), per un valore di mercato complessivo pari a 427 milioni di euro. A riferirlo è Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nel suo rapporto sull’attività operativa 2014. «L’analisi dei dati elaborati – si legge nel documento – dimostra come l’attività di falsificazione dei beni culturali continui ad essere un fenomeno in espansione, che interessa soprattutto l’arte contemporanea per motivi tecnico-pratici, quali la maggior facilità di riproduzione delle moderne forme d’arte». E, infatti, il 77.4% dei sequestri effettuati nel 2014 dal CC TPC riguarda proprio l’arte contemporanea. Ma la cosa più preoccupante è che, a differenza dei furti, quello dei falsi è un settore in continua espansione cresciuto, in un solo anno, di oltre il +50% rispetto al 2013. Per non parlare del suo valore economico passato dai 32 milioni del 2013, agli oltre 420 del 2014.
Tutti falsi desinati al mercato “ufficiale”
«Il mercato dell’arte contemporanea è in continua espansione e talvolta spregiudicato, sul quale si operano speculazioni finanziarie molto importanti – spiega il Comandante Antonio Coppola in un’intervista rilasciata alla radiotelevisione svizzera RSI -, e nel quale vengono immesse sistematicamente centinaia di migliaia di opere falsificate. Questo produce danni irreparabili al mercato, ai collezionisti privati e all’opera di alcuni artisti e, come nel caso dell’Italia, al patrimonio dello Stato che, magari, di quell’artista detiene tante opere nei propri musei e la cui stima economica è inevitabilmente influenzata dai falsi». «Il falso di arte contemporanea, contrariamente a quanto si possa pensare – prosegue il Comandante – non è acquistato nel mercatino o in condizioni di ambiguità, ma molto spesso i falsi vengono messi in mostra e vengono messi in vendita nelle più importanti gallerie d’arte o in asta».
Opere vendute in Italia, ma che prendono anche la via dell’estero, come testimoniano i risultati di un’inchiesta internazionale iniziata nel 2007 e che ha portato, nel maggio scorso, all’arresto di 12 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico transnazionale di opere d’arte, contraffazione e altri reati. Le opere, tutte di artisti quali Mirò, Dalì o Picasso, venivano ‘prodotte’ su commissione in Italia, in particolare a Milano e a Firenze, e finivano in alcune delle più prestigiose gallerie europee, statunitensi e brasiliane per essere poi vendute a ignari collezionisti e appassionati. E tutte, si legge in una nota dell’ANSA, «venivano esportate nel mondo con falsa certificazione di autenticità grazie a galleristi e mercanti d’arte compiacenti». (Per saperne di più vedi: Difendersi dai falsi: cautele e tutele)
Il più delle volte, inoltre, come emerge da una recente inchiesta condotta dalla Guarda di Finanza a Venezia e che ha portato all’arresto di 6 persone e al sequestro di 42 opere, i falsi non sono copie, ma il frutto della fantasia del falsario, che imita la tecnica del maestro. E questo rende tutto molto più insidioso. Come difendersi, allora, dal pericolo di mettersi in casa un falso? Per prima cosa “attenti agli affari” e per qualsiasi dubbio meglio chiedere un expertise, ossia una perizia che serve ad attestare l’effettiva autenticità dell’opera o il suo valore. (Per saperne di più vedi: Comprare arte: come evitare brutte sorprese).