Spazio espositivo, centro di ricerca e di restauro, FM Centro per l’Arte Contemporanea è il nuovo polo dedicato all’arte e al collezionismo che sarà inaugurato, ufficialmente, il 7 aprile prossimo all’interno dello storico complesso industriale dei Frigoriferi Milanesi in via Piranesi 10 a Milano. Al suo interno: una grande area espositiva dedicata a collezioni italiane e internazionali; un temporary space per le gallerie d’arte contemporanea; un’innovativa formula di deposito visitabile per i collezionisti che desiderano rendere accessibili al pubblico le loro collezioni e una serie di archivi d’artista. Ma all’interno del centro verranno promossi anche un programma di residenze per artisti, cicli di proiezioni e di incontri dedicati al collezionismo e all’arte contemporanea. Il tutto con l’obiettivo di raccoglie in un unico contesto i soggetti e le funzioni connesse alla valorizzazione, esposizione e conservazione dell’arte. Promosso da Open Care, unica realtà italiana in grado di offrire servizi integrati per l’art advisory, la gestione e la conservazione dell’arte, FM Centro per l’Arte contemporanea avrà come direttore artistico Marco Scotini e sarà presieduto da un board internazionale di esperti che include Vasif Kortun (direttore, SALT, Istanbul), Grazia Quaroni (Senior Curator / Head of Collections, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris), Charles Esche (direttore, Van Abbemuseum, Eindhoven), Hou Hanru (direttore artistico, MAXXI, Roma), Enea Righi (collezionista, Bologna). Per conoscere meglio questo progetto innovativo, che debutterà con la mostra L’Inarchiviabile/The Unarchivable (8 aprile-15 giugno 2016) dedicata alla scena artistica italiana degli anni ‘70, abbiamo incontrato Elisabetta Galasso, amministratore delegato di Open Care – Servizi per l’arte.
Nicola Maggi: Come nasce l’idea di FM Centro per l’Arte Contemporanea?
Elisabetta Galasso: «Lavorando a stretto contatto con i collezionisti, Open Care ha colto l’esigenza di un contesto dedicato all’esposizione delle collezioni private e degli archivi d’artista con formule innovative. Conosciamo, inoltre, l’interesse dei collezionisti per le gallerie di ricerca e la loro volontà di stabilire un contatto diretto con l’artista. Per questo abbiamo pensato di coinvolgere le gallerie e promuovere una programmazione congiunta di mostre e incontri tra collezionisti, galleristi e artisti».
N.M.: Quali sono i vostri obiettivi di medio e lungo periodo?
E.G.: «FM Centro per l’Arte Contemporanea mira a raccogliere in un unico contesto una molteplicità di funzioni generalmente separate: dal caveau per le collezioni agli archivi di artisti storici, dall’art advisory ai servizi per l’arte, dalle gallerie alle residenze per artisti e curatori, alla formazione. Inoltre ci proponiamo di attivare delle collaborazioni con partner italiani e internazionali per creare un network a sostegno dell’arte e del collezionismo.
N.M.: Tra gli elementi più innovativi del vostro progetto c’è quello del “deposito visitabile”. Ce ne parla?
E.G.: «Il deposito visitabile sarà uno spazio pensato per i collezionisti che non vogliono tenere le proprie opere chiuse in un deposito ma vogliono valorizzarle rendendole accessibili al pubblico dell’arte. È un modello che si ispira a esempi internazionali come quello in allestimento presso il Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam e in Italia ancora non esiste. Stiamo lavorando alla realizzazione di un modello adeguato alle esigenze dei collezionisti italiani e internazionali e lo attiveremo a partire dal 2017».
N.M.: Ci sarà, poi, anche un temporary space per le gallerie d’arte che richiama alla mente il modello dei pop-up store…
E.G.: «Più che un pop-up store, il temporary space di FM Centro per l’Arte Contemporanea si propone di offrire alle gallerie di ricerca uno spazio in cui realizzare collaborazioni, progetti curatoriali condivisi e installazioni di grandi dimensioni. A breve annunceremo le prime gallerie che partecipano al progetto e la mostra che proporranno».
N.M.: Che ruolo immaginate potrebbe avere il vostro centro per lo sviluppo e la diffusione del collezionismo, in particolare tra le nuove generazioni?
E.G.: «Puntiamo a coinvolgere i giovani, anche attraverso la nostra collaborazione con NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, e a promuovere il collezionismo tra le nuove generazioni attraverso il dialogo con i collezionisti esperti e incontri concepiti ad hoc. Stiamo anche finalizzando delle collaborazioni con alcuni network internazionale di collezionisti. Il collezionismo privato in Italia ha una lunga e radicata tradizione che ci proponiamo di valorizzare e sviluppare».