Se tutto va bene sarà un pareggio. Il mercato globale dell’arte si appresta ad affrontare un 2019 che, secondo gli esperti, sarà pieno di incertezze e l’idea che possa eguagliare il risultato del 2018 inizia a far gola.
Il quadro che emerge dal Global Art Market Outlook 2019, pubblicato da ArtTactic ad inizio febbraio, d’altronde, è tutt’altro che roseo. Il 61% degli esperti coinvolti nell’indagine è, infatti, convinto che l’andamento dell’economia globale peggiorerà nel corso dei prossimi 12 mesi (nel 2018 era solo il 12% a pensarla così).
Una previsione che sta influendo, inevitabilmente, in modo negativo sul tasso di fiducia che gli stessi esperti hanno nei confronti del mercato dell’arte contemporanea per il 2019, tanto che, in una prospettiva a 6 mesi, le previsioni per l’anno appena iniziato sono le più negative dal 2016 e tra le peggiori dal 2011.
Troppe incertezze politiche ed economiche pesano sul futuro
A gennaio 2018 il 53% degli esperti era convinto che il mercato dell’arte contemporanea sarebbe cresciuto durante l’anno, mentre per un altro 34% che avrebbe uguagliato il risultato del 2017. A distanza di un anno lo scenario si è completamente ribaltato. E se “solo” un 28% pensa che il 2019 si possa chiudere in negativo, gli ottimisti sono calati al 30% e quelli propensi per il “pareggio” sono saliti al 42%. A pesare su queste previsioni così fosche, una situazione economico-politica internazionale che si sta deteriorando sempre di più, tra guerre commerciali e le incertezze relative alla Brexit.
Una situazione talmente “difficile”, quella che fa da sfondo alle valutazioni espresse dagli esperti intervistati da ArtTactic per il rapporto di quest’anno, che per il primo semestre 2019 fa prospettare, addirittura, uno dei risultati peggiori degli ultimi 8 anni. Solo il 23% degli esperti, infatti, è convinto che i primi 6 mesi del 2019 saranno migliori di quelli dello scorso anno. Dal 2011 ad oggi era successo solo altre 3 volte che la percentuale degli ottimisti fosse scesa sotto il 30% (gennaio 2012 e gennaio/giugno 2016).
Ma è soprattutto la fetta degli esperti convinti di un primo semestre negativo a preoccupare: solo a giugno 2016 la loro percentuale aveva raggiunto il 20% come avvenuto adesso, ma era bilanciata dalla quota degli intervistati propensi per la stabilità, decisamente più alta di oggi: erano il 69% contro il 58% di questo gennaio. Ed è questo, forse, uno dei dati più significativi: per la prima volta dal 2011, infatti, la fascia di chi prevede un pareggio sull’anno precedente, si riduce a favore dei “pessimisti” invece che degli “ottimisti”.
Ma chi subirà di più il peso di questa situazione? Secondo gli esperti intervistati da ArtTactic il mercato primario, a cui solo il 21% dei rispondenti prospetta un 2019 di crescita. Contro un 47% convinto in un pareggio col 2018 e un 32% che, invece, è più orientato verso un’annata negativa. Ma se Atene piange, Sparta non ride. E, così, anche le previsioni per il mercato delle aste non brillano per ottimismo. Soltanto il 26% degli intervistati, infatti, si dice convinto di un 2019 che sarà migliore del 2018, mentre il 48% scommette sul pareggio e il 26% su un andamento negativo.
Dimezzate le aspettative di crescita per i mercati consolidati
Globale nelle vendite, meno nei trend economici, il mercato dell’arte contemporanea, anche per il 2019, presenta una geografia decisamente poco omogenea. E così, mentre le previsioni di crescita dei mercati più “potenti” si assottigliano, le “nuove economie” sembrano poter contare su un futuro più positivo rispetto alle previsioni di un anno fa. Solo il 35% degli esperti intervistati è convinto, infatti, che il mercato dell’arte degli Stati Uniti crescerà durante il 2019. Percentuale che cala al 13% per il Regno Unito, al 21% per l’Europa e al 30% per la Cina. Valori sostanzialmente dimezzati rispetto alle previsioni 2018.
Per le altre piazze, invece, le aspettative rimangono invariate o in lieve flessione per quanto riguarda le possibilità di crescita. Ma anche quando le aspettative positive diminuiscono, il calo è sempre a “favore” di un più cauto “pareggio” rispetto al 2018. Mentre i giudizi negativi rimangono stabili, quando addirittura non si contraggono. L’outlook è tendenzialmente positivo, dunque, per i mercati asiatici, mediorientali e sudamericani. Con previsioni positive per la Russia e un numero sempre maggiore di esperti che guarda con interesse al continente africano per il quale, in molti, prevedono un’ulteriore crescita o, comunque, un forte consolidamento.
Solo le fasce alte del mercato resisteranno
Scenario fosco per le zone mediane e basse del mercato globale dell’arte. Con il mercato delle opere sotto i 50.000 $ che vede ridursi ancor di più le possibilità di sviluppo, tanto che il 35% degli esperti è convinto di un’ulteriore contrazione di questa fascia dopo quella del 2018 e solo un 30% spera almeno in un mantenimento delle quote. Situazione simile per il mercato delle opere tra i 50 e i 100.000 $. Mentre vede passare dal 9% del 2018 al 26% di quest’anno, la fetta di esperti convinti che la fascia intermedia del mercato (100-500.000 $) farà registrare a fine anno un calo. Esperti che, invece, non si sbilanciano per il mercato delle opere tra i 500.000 e il milione di dollari, per le quali il 2019 dovrebbe essere, sostanzialmente, un anno di “tenuta”. A dirlo è il 59% degli intervistati.
Per capire come è cambiata, in un solo anno, la prospettiva su questa zona di mercato, basti pensare che a gennaio 2018 il 69% degli esperti coinvolti nel Report di ArtTactic era convinto di una crescita, mentre a gennaio 2019 questa percentuale si è ridotta al 26%. Situazione analoga per la fascia alta del mercato (opere di valore superiore al 1 milione di dollari). Qui passano dall’1% al 12% gli esperti convinti di un possibile calo, mentre si riduce dal 75% al 46% la fetta degli intervistati che scommettono su un futuro positivo. Contrazione che, comunque, la fa rimanere la fascia più solida del mercato globale dell’arte.