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Il Vetting nelle fiere d’arte

del

Come funziona e perché rappresenta una tutela concreta per collezionisti e galleristi.

Il Vetting è una pratica di controllo preliminare, ormai consolidata come strumento di autoregolazione adottato dalle fiere più autorevoli per garantire qualità e trasparenza nell’offerta espositiva. Il termine “vetting” deriva dall’inglese to vet, che significa esaminare attentamente per stabilire se qualcosa (o qualcuno) sia idoneo, affidabile, conforme alle aspettative. Applicato al mercato dell’arte, indica quel processo di verifica – tecnica, storica e legale – e approvazione al quale le opere vengono sottoposte prima di essere ammesse all’esposizione o alla vendita.

L’origine del Vetting, inteso come procedura formalizzata di controllo delle opere, viene ricondotta alla Grosvenor House Art & Antiques Fair di Londra nel 1934; da allora si è consolidato come pratica virtuosa, strumento di garanzia e di trasparenza, a tutela non solo degli acquirenti ma anche della reputazione degli espositori e degli organizzatori. Oggi rappresenta un pilastro delle fiere d’arte più prestigiose, come TEFAF (The European Fine Art Foundation) di Maastricht e New York, che ha fatto del rigore del suo processo di Vetting uno degli elementi distintivi, o la Frieze Masters di Londra. Anche in Italia esistono esempi virtuosi: la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (BIAF) si è dotata di un proprio comitato di Vetting, ispirato al modello di Maastricht, composto da circa cinquanta esperti che esaminano, con metodo e indipendenza, le opere presentate dagli ottanta espositori selezionati.

Come si svolge il Vetting: comitati di valutazione e controlli rigorosi.

Il Vetting si svolge di solito nei giorni immediatamente precedenti l’apertura della fiera, attraverso una procedura strutturata e accurata che vede protagonisti comitati di valutazione (c.d. “Vetting Committees”), composti da esperti indipendenti selezionati tra storici dell’arte, curatori museali, restauratori, conservatori, studiosi universitari e specialisti di diagnostica e anche esperti in diritto dell’arte. Questi esperti hanno il compito di analizzare ogni opera da esporre sotto diversi profili – tecnico, storico e legale – con l’obiettivo di verificare che i beni proposti soddisfino gli standard richiesti dalla manifestazione. 

Nel caso di TEFAF, l’organizzazione si distingue per l’elevato livello di accuratezza e dedizione riservato al processo di selezione, considerato uno dei pilastri del suo successo internazionale; i comitati riuniscono oltre 180 esperti di riconosciuta autorevolezza, attivi in ben 24 categorie specialistiche, provenienti da musei, università e centri di ricerca internazionali, che esaminano ogni pezzo da presentare; il loro lavoro non si limita a valutare la qualità delle singole opere, ma contribuisce anche, indirettamente, a misurare la coerenza e l’affidabilità degli espositori nel tempo. 

Il processo si svolge a porte chiuse e in totale assenza degli espositori, che devono lasciare i propri stand e una volta completato l’allestimento. Questa modalità è pensata per garantire indipendenza di giudizio e piena libertà di confronto tra gli esperti, che operano in condizioni di assoluta autonomia. Il clima di lavoro, pur improntato a rigore e metodo, lascia spazio a discussioni e approfondimenti, specie nei casi in cui emergano divergenze sull’attribuzione, sulla provenienza o sulle condizioni conservative di un’opera.

Ogni pezzo viene analizzato sotto tre profili principali: i) l’autenticità e la corretta attribuzione, attraverso il confronto con cataloghi ragionati, archivi di artisti, expertise e letteratura di riferimento; ii) lo stato di conservazione, con attenzione a eventuali restauri, ridipinture o modifiche che possano incidere sul valore o sul rischio di successivi contenziosi; iii) la provenienza e della regolarità della circolazione, nel rispetto della normativa nazionale e dei regolamenti internazionali. Particolare attenzione è dedicata al rispetto delle regole di labelling: ogni opera esposta deve essere accompagnata da un’etichetta chiara, completa e veritiera – conforme alle linee guida della fiera –, che riporti tutte le informazioni (su autore, titolo, provenienza, datazione, tecnica e altre informazioni qualificanti) dichiarate dall’espositore, ed essere inserita nell’elenco ufficiale delle opere presenti nello stand. I Vetting Committees verificano che tali indicazioni siano corrette e, se necessario, possono richiedere modifiche da apportare prima dell’apertura della fiera al pubblico. 

Dal punto di vista contrattuale e della responsabilità, il Vetting assume un ruolo cruciale tra fiera ed espositore. I regolamenti e i contratti di partecipazione alle fiere d’arte prevedono generalmente che l’eventuale mancato superamento del Vetting comporti per l’espositore l’obbligo di ritirare di ritirare l’opera, senza possibilità di rivalersi sull’organizzatore per danni o perdite economiche. Anzi, nella prassi è frequente che tali contratti contengano clausole esplicite di esonero da responsabilità in favore della fiera, sia per quanto riguarda le decisioni assunte del Vetting Commitee, sia per eventuali errori o omissioni nel processo di valutazione. 

Nel caso di TEFAF, ad esempio, viene chiarito che né l’organizzatore né i membri del comitato si assumono responsabilità dirette nei confronti degli espositori, e che il compito degli esperti non consiste nel garantire l’autenticità o l’attribuzione di un’opera, ma nel valutare se le informazioni fornite – in particolare quelle riportate nelle etichette e nella documentazione di accompagnamento – siano sostenute da prove sufficienti a giustificarne l’esposizione. Il Vetting non equivale a un’attestazione di autenticità in senso stretto, ma consiste nella verifica della coerenza tra le dichiarazioni dell’espositore e le evidenze documentali e tecniche disponibili. Viene inoltre previsto che l’ammissione o l’esclusione di un’opera dalla fiera non possa dare luogo a responsabilità, nemmeno qualora in un secondo momento emergano nuovi elementi che avrebbero potuto condurre a una decisione diversa. Allo stesso modo, se un’opera già ammessa dovesse successivamente risultare non conforme agli standard fissati dal regolamento, l’organizzatore si riserva la facoltà di escluderla anche a ridosso dell’apertura, senza conseguenze risarcitorie.

In questo quadro, è importante distinguere il Vetting dalla due diligence, che resta a carico del singolo acquirente. Il Vetting, infatti, ha una funzione prevalentemente tecnica e curatoriale, volta a tutelare l’immagine e la reputazione della manifestazione, ma non sostituisce le indagini sul titolo di provenienza o sui profili di legittima proprietà, che spettano all’acquirente. Parallelamente, anche gli espositori sono tenuti a svolgere una propria attività di verifica documentale e sostanziale sulle opere che intendono proporre, in particolare per quanto riguarda la provenienza e la titolarità: è una due diligence preliminare e autonoma, funzionale non solo al superamento del Vetting, ma anche alla corretta compilazione delle etichette, che devono riportare informazioni veritiere e complete. Prima di concludere l’acquisto, è del resto sempre consigliabile che collezionisti o istituzioni si avvalgano di un consulente esperto per approfondire ogni aspetto giuridico e documentale dell’opera.

G. Cavagna e M.G. Contatore
G. Cavagna e M.G. Contatorehttp://www.bipartlaw.com.
Gli avvocati Gilberto Cavagna di Gualdana e Maria Giulia Contatore collaborano con BIPART, acronimo di “Beyond Intellectual Property and ART law”, studio legale specializzato nella valorizzazione e protezione dei diritti di proprietà intellettuale e dell’arte con sede a Milano. I professionisti di BIPART forniscono assistenza e consulenza a clienti nazionali e internazionali in materia di marchi e nomi di dominio, design, brevetti e segreto industriale, concorrenza sleale, diritto d’autore e software, diritto dell’arte e dei beni culturali, concorrenza, diritto della pubblicità, dei media e dello sport. Contatti: gilberto.cavagna@bipartlaw.com, mariagiulia.contatore@bipartlaw.com www.bipartlaw.com.

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