Tempi duri per Maurizio Cattelan: l’annuncio di voler lasciare la carriera artistica non ha giovato al suo mercato e oggi i suoi prezzi sono in picchiata. Tutt’altra storia, invece, per Rudolf Stingel che sta vivendo un vero e proprio momento d’oro. Al di là di tutto, però, Cattelan e Stingel rimangono gli unici due artisti italiani nati dopo il 1945 che nelle aste internazionali riescono a superare il milione di dollari. Fatta eccezione per Enzo Cucchi che nel 2006, con Quadro Santo (1980) è andato di un soffio sopra questa cifra. Nel frattempo, iniziano a farsi notare gli italiani del Cracking art group inseriti nella TOP 5 di ArtPrice dedicata agli artisti under-30 europei che da gennaio 2013 hanno cominciato ad attirare l’attenzione del mercato secondario.
Maurizio Cattelan: un mercato al tramonto?
Le polemiche non hanno mai fatto male al mercato di Maurizio Cattelan (n. 1960), il cui record personale in asta è datato 12 maggio 2010 quando, da Sotheby’s, il suo autoritratto iperrealista (Untiteld, 2001), che lo vede sbucare sornione dal pavimento, è stato battuto per 7 milioni di dollari. Qualche danno, invece, sembra averlo fatto l’annuccio, in occasione della retrospettiva al MoMa di New York del 2011, di voler abbandonare la carriera artistica.
Da quel momento, se il suo mercato secondario non è collassato, il ritmo delle vendite in asta è notevolmetne rallentato con tanti lotti invenduti e un significativo calo dei prezzi (mediamente del 52%). L’ultimo risultato notevole, registrato nel primo semestre di quest’anno, è stato raggiunto dall’artista padovano con il Cibachrome Hollywood, venduto da Sotheby’s a maggio per 360 mila dollari quando, nel 2011, la stessa opera era stata battuta per oltre 440 mila dollari.
Rudolf Stingel: sempre più in alto!
Se Cattelan cala, Rudolf Stingel sembra vivere il suo momento d’oro. L’ascesa sul mercato dell’artista meranese, classe 1956, è storia piuttosto recente. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo Secolo, infatti, le sue opere viaggiavano ancora tra i 2000 e i 12.000 dollari. Il suo ingresso nella fascia alta del mercato è datato 2006 quando, per la prima volta, un suo lavoro ha superato la soglia dei 100 mila dollari dando il via ad un’ascesa che continuta ancora oggi. A preparare il terreno per questo balzo ai vertici del mercato internazionale sono stati, sostanzialmente, 4 eventi: il successo di tre personali all’inizio degli anni Duemila – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento (2001), Museum für Moderne Kunst di Francoforte (2004) e Inverleith House a Edimburgo (2006) – e la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2003, nel padiglione italiano.
Nel 2007 arriva la prima aggiudicazione superiore al milione, a cui ne seguiranno altre 12 dello stesso tenore. Il suo record è datato 2010 quando, da Phillips de Pury, un suo Untitled (1990) è stato battuto per 2.3 milioni di dollari. Mentre un secondo, datato 2010, è stato venduto lo scorso anno da Sotheby’s per 2.1 milioni. A rinforzare il suo mercato, la grande retrospettiva che François Pinault gli ha dedicato a Palazzo Grassi in occasione delle 55° Biennale di Venezia (2013). Risultato: nel primo semestre del 2014 nessuno dei suoi lavori più piccoli è andato sotto i 100mila dollari e le stime per le sue opere vanno ormai da 300mila a 1.3 milioni.
Il futuro si chiama Cracking art group
Molte delle loro opere sono ancora molto accessibili (tra i 300 e i 4000 dollari), ma gli artisti che vanno sotto il nome di Cracking art group sembrano promettere bene. Questo gruppo, che oltre agli italiani Omar Aprile Ronda, Renzo Nucara, Marco Veronese e Kicco, comprende anche i belgi Carlo Rizzetti e William Sweetlove, e il francese Alex Angi, è nato nel 1993 con la mostra Epocale a Milano, curata da Tommaso Trini e Luca Beatrice. La loro ricerca muove dall’intenzione di cambiare la storia dell’Arte attarverso un forte impegno sociale e ambientale unito ad un rivoluzionario e innovativo uso di materiali plastici che evocano una stretta relazione tra naturale e artificiale. Un intento che portano avanti attraverso una strategia di sensibilizzazione caratterizzata da umorismo e ironia, colori sgargianti, iconografia kitsch e sculture monumentali che invadono gli spazi urbani. Da ricordare: l’invasione di tartarughe di plastica organizzata in occasione della Biennale veneziana del 2001 (S.O.S. World) – battuta per oltre 23mila dollari da Christie’s a Milano nel 2003 – e il serpente gigante apparso a Parigi nel 2010.