Se, cercando informazioni riguardo la Biblioteca Capitolare di Verona, doveste trovarvi a navigare su un sito ben strutturato, comunicativo e pieno di informazioni riguardanti eventi culturali e di risultati scientifici di ricerche innovative, siete nel posto giusto: state leggendo le molte attività che propone l’ istituzione culturale veronese.
E questo ce lo conferma il Direttore Timoty Leonardi, durante l’intervista rilasciata proprio a Collezione da Tiffany: la Fondazione Biblioteca Capitolare di Verona è un’istituzione che va ben oltre l’idea tradizionale di luogo in cui si conservano libri antichi e manoscritti.
Certo, la sua storia non è delle più semplici. Il passato non è sempre stato clemente con questo luogo che ha subito nel tempo devastazioni e attacchi su più fronti, dalla bomba che la colpì alla fine della Seconda Guerra Mondiale agli allagamenti durante l’esondazione dell’Adige.
Ma complice il grande attaccamento e senso di protezione dei Canonici – membri dell’ente ecclesiastico Capitolo della chiesa Cattedrale di Verona – possiamo dire che la Biblioteca non ha mai subito perdite.
Tra le altre storie che interessano questo luogo, Timoty ci racconta che negli ultimi tempi lo staff è stato impegnato in un’attività di rebranding e posizionamento del marchio, grazie a un bando vinto proprio lo scorso anno. E questo fa subito intuire l’approccio che guarda verso l’esterno, verso la valorizzazione di un patrimonio unico come quello conservato nelle sale della Biblioteca veneta.
Parliamo di testi antichi di pregio incalcolabile, come la più antica copia al mondo del De Civitae Dei di Sant’Agostino, scritta all’inizio del V secolo, o il cosiddetto Codice di Ursicino, datato 517 d.c. probabilmente scritto proprio all’interno dello Scriptorium di Verona.
Ma oltre alla Biblioteca, la Fondazione si sta attrezzando per avere delle vere e proprie sale espositive, aperte al pubblico e visitabili come un museo, che a partire dal prossimo settembre esporrà il patrimonio del Museo Capitolare con dipinti, arredi sacri e oggetti archeologici.
Ascoltando i racconti di Timoty e della bibliotecaria Valeria Nicolis si percepisce il lavoro di apertura che si sta facendo da dieci anni a questa parte, seguendo una mission precisa che mette al centro la valorizzazione dei beni artistici e dcoumentari e la ricerca scientifica, grazie a un’attiva collaborazione costante con molte università europee.