10.3 C
Pesaro

dal 2012 il primo blog dedicato al collezionismo d'arte.

Le tele che ci insegnano come prenderci cura delle nostre opere

del

Qualche settimana fa ho conosciuto Patrizio Di Massimo, pittore contemporaneo marchigiano di nascita e ormai londinese di adozione. Ci siamo incontranti nell’ambito dell’allestimento di una sua mostra personale per la quale ero stata incaricata di compilare alcuni Condition Report, i documenti che certificano il buono stato di conservazione delle opere a seguito di movimentazioni e prestiti.

Di Massimo non è certo sconosciuto al panorama artistico ed espositivo italiano e non solo, anche grazie a numerose altre sue personali, da quella del 2012 al MAXXI di Roma, a quella al Castello di Rivoli del 2014, fino a quella di Milano del 2017 all’Hangar Bicocca, solo per citarne alcune.

Oggi, nelle sale della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi (una delle tre sedi che ospiterà l’antologia dell’artista dal 23 aprile 2023 fino a inizio settembre. PATRIZIO DI MASSIMO Antologia (2013-2023), a cura di Massimo Vitangeli e Ludovico Pratesi) mi sono trovata faccia a faccia con i suoi dipinti e con l’attenta osservazione della sua tecnica esecutiva.

Quando si parla di pittura contemporanea, da conservatrice-restauratrice sono sempre molto spaventata. E uso un verbo così esagerato non a caso.

In effetti, è probabilmente il medium che conosciamo meglio e proprio per questo riteniamo i dipinti – cosiddetti bidimensionali – oggetti quasi familiari. È la forma d’arte di fronte alla quale ci troviamo più spesso. E infatti negli ultimi anni, fiere e gallerie ne hanno proposto e ne propongono diverse versioni dal figurativo, all’astratto, al monocromo e chi più ne ha più ne metta.

La pittura mi spaventa perché, più di altre forme d’arte, per resistere al tempo che passa ha bisogno di cura e attenzioni. Diversamente da ciò che la maggior parte dei collezionisti crede, sono opere delicate.

Sono spesso i dipinti, gli oggetti a registrare un numero di danni maggiore, a presentare degradi strani e causati da disattenzioni o leggerezze. E questo è dovuto a diverse cause, che se vogliamo possiamo definire estrinseche e intrinseche alla forma d’arte stessa.

Per prima cosa, il formato delle tele – generalmente quadrato o rettangolare – ci dà l’idea di essere più facilmente maneggevole e di non richiedere una particolare attenzione nel movimentarle. Non c’è per loro la terza dimensione, non ci sono sporgenze o aggetti da dover proteggere e in fin dei conti è sufficiente “impacchettarle bene”.

C’è un altro aspetto, che in questo caso non fatico a chiamare intrinseco. Gli artisti contemporanei hanno il coraggio di sperimentare, di crescere e cambiare nel tempo. Diversamente dalle opere degli artisti del passato, più metodici nella loro tecnica esecutiva e che facevano riferimento al famoso fatto a regola d’arte, oggi possiamo avere in una stessa collezione opere dello stesso artista, realizzate a pochi anni di distanza, ma che presentano materiali costitutivi in parte diversi e che, per questo, richiedono attenzioni pensate su misura per loro.

D’altra parte, un pittore non ricerca solo la sua poetica attraverso nuove forme di figuratività, nuovi soggetti e temi. La sua sempre nuova espressività passa necessariamente da prove di diverse profondità del colore, dal tentativo di ottenere diversi spessori degli strati pittorici, dalla qualità e dalla resa dello strato di finitura impiegato.

Così come mi raccontava Patrizio di Massimo, succede spesso che gli artisti si confrontino con restauratori o altre figure professionali tecnici del mondo dell’arte per trovare nuovi materiali, per studiare insieme a loro le soluzioni giuste e per approfondire aspetti anche più originali.

Tutto questo accende naturalmente una lampadina nella testa di un conservatore. E dovrebbe farlo anche nella testa del collezionista: nulla è mai scontato.   

Ogni opera va osservata, studiata e conosciuta. Bisogna sapere come imballare un’opera per il suo trasporto, quali materiali sono più idonei a proteggerla. Non sempre ne esistono di universali. Occorre conoscere i valori di temperatura e umidità ambientali dei depositi in cui stanno le opere, delle stanze in cui vengono esposte, dei mezzi in cui vengono trasportate. Perché anche in questo caso, non esistono dei range universalmente corretti.

Abbiamo fatto così nel caso della mostra di Jesi. Ci siamo confrontati, abbiamo raccolto tutte le informazioni che potevano servirci, siamo risaliti alle sperimentazioni che Di Massimo metteva in campo e i prodotti che testava per capire se la resa estetica era quella che stava ricercando. Da lì siamo partiti per decidere come conservare al meglio i suoi dipinti.

Ho scoperto così che per molte opere, Patrizio progettata al computer la composizione e poi solo dopo la riportata sulla tela. Ho scoperto che in base alla resa estetica che vuole ottenere, prepara le aree della tela in maniera diversa, differenziando in questa maniera la stratigrafia. E ho scoperto che ogni suo strato pittorico è protetto da uno strato di finitura delicato, studiato.

Ho conosciuto Patrizio di Massimo e, grazie a tutto ciò che lui mi ha raccontato della sua pittura, oggi so come conservarlo, come prendermi cura delle sue opere. Ogni collezionista dovrebbe avere un dossier che parla delle tecniche esecutive e della materia delle sue opere. Questo sarebbe un importantissimo primo passo per preservarle dall’inesorabile scorrere del tempo. 

Francesca Gasparetto
Francesca Gasparetto
Restauratrice-conservatrice di formazione con una passione per il data management e la documentazione digitale delle collezioni d'arte. E’ autrice di diverse pubblicazioni scientifiche sul tema della documentazione per la conservazione del Patrimonio. Collabora con l’Università degli Studi di Urbino nell'ambito di progetti internazionali sul tema della conservazione del Patrimonio e tiene un corso sulla documentazione digitale. E’ co-fondatrice della start-up arturo, società che si occupa di conservazione e documentazione delle collezioni d’arte.

Collezione da Tiffany è gratuito, senza contenuti a pagamento, senza nessuna pubblicità e sarà sempre così.

Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi approfondire ancora di più il mercato dell'arte puoi sostenerci abbonandoti al nostro servizio di rassegna stampa internazionale the artUpdate.

Abbonati ora!

Condividi
Tags

recenti

Le opere d’arte tra diritti dell’autore e facoltà del proprietario

La Legge sulla protezione del diritto d’autore (legge 22 aprile 1941 n. 633 e succ. mod.; di seguito la “Legge Autore” o “LDA”) riserva...

Collezionismo responsabile: una condivisione di metodi

Cosa accade tra i faldoni e le scaffalature di un archivio d’artista? E quali processi possono concretamente diventare una risorsa e un modello per...

Biennale Venezia 2024: sfide e inclusioni nell’arte contemporanea

Dal 20 aprile al 24 novembre 2024, la città di Venezia accoglierà la 60esima Esposizione Internazionale d'Arte, un evento che si prospetta come uno dei...

Articoli correlati

Iscriviti alla nostra newsletter e scarica gratuitamente la guida Arte, Fiscalità e Finanza!

Iscriviti subito alle news di Collezione da Tiffany e riceverai contenuti esclusivi dedicati al mercato dell'arte e al collezionismo.  

Completa il form e potrei scaricare subito gratuitamente la nuova guida Arte, Fiscalità e Finanza!

Sono un collezionista

Qual è il tuo ruolo nel mondo dell'arte?

Grazie la tua iscrizione è andata a buon fine!