Abbiamo avuto bisogno di rifletterci sopra. Il viaggio sulla conservazione, sul suo significato attraverso l’individuazione di quelle parole-chiave così importanti, aveva bisogno di rallentare il passo.
Quando siamo partiti, il 3 dicembre 2020, non sapevamo come si sarebbe trasformata. Avevamo un’idea, chiara in testa. Avevamo la nostra idea di cosa significa oggi prendersi cura del proprio patrimonio, degli oggetti importanti di una collezione. E volevamo provare a tradurre questa idea in parole e farne una sorta di guida che avrebbe aiutato ogni lettore della nostra rubrica ad orientarsi in un mondo spesso poco conosciuto. Ecco, l’intenzione era proprio quella di dare dei punti di riferimento, degli appigli.
Così abbiamo provato a raccontare le storie di musei più o meno importanti, abbiamo registrato l’esperienza di alcuni addetti ai lavori incontrati per strada, ci siamo confrontati con un modo di curare e conservare le collezioni che sta cambiando giorno dopo giorno per via dell’impiego di strumenti digitali accessibili e di facile utilizzo.
A distanza di quasi due mesi, abbiamo voglia di ricominciare a confrontarci con voi e a usare le parole per raccontare ciò che avviene dietro le quinte, a riflettori spenti, nelle sale espositive di tutto il mondo e a provare a capire insieme cosa significa per un libero collezionista essere il miglior conservatore della propria collezione, proprio a partire da esperienze strutturate e importanti.
Negli ultimi tempi siamo stati interessati da diverse notizie. Una delle più catastrofiche è senza dubbio ciò che è successo a inizio luglio in Germania. Pioggia torrenziale, inondazioni e frane hanno interessato le zone occidentali della nazione causando purtroppo diverse vittime.
Inevitabilmente, anche il patrimonio artistico e culturale tedesco è rimasto gravemente ferito. Ad esempio, gli archivi della città più colpita, Stolberg, sono stati alluvionati ed è stato necessario chiamare all’opera una squadra di esperti che mettesse in sicurezza nel minor tempo possibile fotografie, mappe e documenti coperti di fango.
Pensando alle emergenze e alle situazioni per cui c’è bisogno di un pronto intervento consapevole, abbiamo pensato quanto potesse essere utile anche per un collezionista privato conoscere alcune regole base della conservazione che possano proteggere al meglio gli oggetti esposti in casa o riposti all’interno di un deposito.
Non per sostituirsi ai conservatori o agli operatori, tecnici esperti, in grado di maneggiare correttamente i materiali di opere e di oggetti preziosi, ma piuttosto per sapere come agire quotidianamente per evitare che ci sia bisogno di intervenire d’urgenza.
Con un passo decisamente pratico, operativo, la rubrica intende avvicinarsi alla tematica della conservazione con la stessa leggerezza di sempre. Non sarà un manuale tecnico, non saranno lezioni per diventare un professionista. Non sarebbe possibile!
Ma chissà se tra i nostri racconti non possiate trovare quel giusto consiglio, chiarire quella curiosità che vi permetterà di guardare con occhio diverso la vostra collezione e innamorarvene ancora di più. D’altra parte, come scriveva già Paul Getty: “[..] ritengo che poche attività umane offrano un maggiore senso di gratificazione personale quanto l’allestire una collezione di oggetti artistici di proprio gradimento che hanno una reale ed eterna bellezza.” E allora, tocca proprio a noi preservare quella bellezza, attraverso piccoli gesti consapevoli.