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Dalla parte dei più fragili: arte e mercato di Deborah Roberts

del

Reduce dalla sua prima esposizione personale in un’istituzione museale inglese avvenuta al Bluecoat di Liverpool lo scorso autunno, a partire dal prossimo 9 giugno l’americana mixed-media artist Deborah Roberts (Austin, 1962) sarà di scena presso la Stephen Friedman Gallery di Londra.

Al momento i suoi lavori sono protagonisti nella mostra co-presentata all’Art + Practice e al CAAM – California African American Museum di Los Angeles dal titolo “Deborah Roberts: I’m”, la grande retrospettiva a lei dedicata inaugurata nel 2021 al Contemporary Austin in Texas e da lì esposta in altre sedi museali degli Stati Uniti.

Installation view of “Deborah Roberts: I’m” at Art + Practice. 19 March – 20 August 2022. Leimert Park, Los Angeles. Photo: Charles White

Appartenente al novero degli artisti della black culture, Deborah Roberts combatte con le sue opere gli stereotipi e i pregiudizi che persistono nella società odierna nei confronti delle persone di colore, in particolar modo bambini e donne. Infarcita di contenuti sociali legati ai concetti di razza, bellezza e inclusione, la poetica dell’artista veicola l’attenzione sulla storia americana e la cultura popolare di colore attraverso opere caratterizzate da figure ibride ottenute reperendo immagini preesistenti che, secondo un processo di manipolazione, Roberts integra con dettagli ed elementi dipinti a mano.

Deborah Roberts, Jamal, 2020. Mixed media collage on canvas. 65 x 45 in. Artwork © Deborah Roberts. Courtesy the artist; Vielmetter Los Angeles; and Stephen Friedman Gallery, London. Image courtesy the California African American Museum. Photograph by Paul Bardagjy

Combinando collage e tecnica mista, l’artista punta a creare un senso di identità collettiva scombinando gli stereotipi standard a cui la cultura mainstream ci ha abituati e portando lo spettatore ad empatizzare con i soggetti puerili raffigurati. Roberts intende in questo modo indagare e criticare le difficoltà che i membri più fragili della comunità afroamericana incontrano durante l’infanzia nel costruire la loro identità e nel collocarsi all’interno di una società spesso fatta di disparità e soprusi.

Deborah Roberts, La’Condrea is a noun., 2020. Silkscreen on paper. 30 x 22 inches. Artwork © Deborah Roberts. Courtesy the artist; Vielmetter Los Angeles; and Stephen Friedman Gallery, London. Image courtesy courtesy the California African American Museum. Photograph by Paul Bardagjy.

Nonostante tali criticità, i soggetti sono sempre ritratti in uno stato di leggerezza e trasmettono energia positiva a chi li osserva. La produzione dell’artista è inoltre costituita dai lavori appartenenti alla serie Pluralism che ritraggono nomi di persona comunemente legati alla cultura di colore che Roberts ha elencato su un foglio word e che il software ha evidenziato come errori, accentuandone il senso di irriconoscibilità e di identità sconosciuta.

La carriera espositiva

L’ascesa di Deborah Roberts comincia nel 2019 quando, dopo alcune esposizioni personali e group-show avvenuti in musei americani a partire dai primi anni Duemila, risulta tra i finalisti della Outwin Boochever Portrait Competition indetta dalla Smithsonian National Portrait Gallery di Washington DC.

Inizialmente rappresentata da alcune gallerie minori negli Stati Uniti, dal 2019 Deborah Roberts lavora in esclusiva con la Stephen Friedman Gallery di Londra e la Susanne Vielmetter Projects di Los Angeles.

Installation view of “Deborah Roberts: I’m” at Art + Practice. 19 March – 20 August 2022. Leimert Park, Los Angeles. Photo: Charles White

Nel 2021 è protagonista della grande mostra che il Contemporary Austin le tributa nella città natale di Austin in Texas dove vive e lavora e, nello stesso anno, partecipa a mostre collettive tenute al Virginia Museum of Fine Arts di Richmond e alle Scottish National Galleries di Edimburgo.

Entrambe le istituzioni annoverano suoi lavori in collezione e, oltre a queste, a oggi si ricordano anche il Museum of Fine Arts di Boston, il Whitney Museum of American Art, il Guggenheim e il Brooklyn Museum di New York tra gli altri.

Deborah Roberts in asta e in galleria

Al momento l’artista ha registrato complessivamente sei passaggi in asta per un totale netto di 412.577 dollari. L’ingresso nel mercato secondario è avvenuto con The History of Everything, Part Three (2016), un collage composto da 16 elementi venduto per 71.857 dollari* nel 2020 da Sotheby’s Londra. L’attuale record d’asta è rappresentato da I Do Solemnly Swear (Nessun Dorma series) (2018), un lavoro di cm 165.1 x 114.3 battuto a New York da Christie’s nel 2021 alla cifra di 220.000 dollari* (stima 100 – 150mila dollari), seguito dal suo secondo top lot, Serenade (2017), di cm 76.2 x 55.9 aggiudicato nello stesso anno per 95.000 dollari* da Phillips New York. In galleria opere delle stesse dimensioni sono vendute rispettivamente a 200.000 e 75.000 dollari, ma lavori di poco più di 2 x 2 metri possono arrivare anche a 350.000 dollari.

* Buyer’s Premium escluso

Fonte: elaborazione Collezione da Tiffany su base dati Artprice
Eleonora Scoccia
Eleonora Scoccia
Laureata in Studi Storico Artistici con Master in Art Market Management, Eleonora Scoccia si occupa di mercato dell’arte e analisi di artisti contemporanei. Con un inizio nel mercato secondario attraverso la formazione in casa d’aste, dal 2016 è attiva nel primario lavorando in galleria. Si interessa di arte, collezionismo e dei molteplici aspetti del mercato, inclusi quelli legati al diritto e alla fiscalità, che indaga e approfondisce attraverso la pratica, la ricerca e la formazione continua. Ha scritto per The Art Market Dictionary, Exibart e Art a part of cult(ure).

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