Incertezza politica, speculazione, cambiamenti nei gusti dei collezionisti di fascia alta e falsi. Sono questi i principali fattori che potrebbero mettere a rischio l’andamento del mercato globale dell’arte durante quest’anno. A dirlo è il Global Art Market Outlook 2017, pubblicato in questi giorni da ArtTactic e che sottolinea come sia, in particolare, l’incertezza politica l’elemento sentito come più “pericoloso”. «Con la Brexit e l’elezione di Donal Trump come presidente degli Stati Uniti – spiegano i curatori del rapporto – si è raggiunto un nuovo livello di incertezza politica ed economica che probabilmente dominerà tutto il 2017». «Si tratta di un fenomeno – proseguono – che potrebbe avere serie conseguenze in termini di fiducia nel mercato dell’arte per i prossimi anni. Con l’avanzare del populismo in Europa e l’incombere delle elezioni di Francia, Germania e Paesi Bassi, questo livello di incertezza potrebbe ulteriormente intensificarsi nei prossimi 12 mesi». E questo, dopo un 2016 che, per le principali case d’asta (Christie’s, Phillips e Sotheby’s), si è chiuso in negativo su 8 mercati nazionali su 10 sia in termini di fatturato che di lotti venduti.
Un’incertezza, quella rilevata dall’indagine di ArtTactic, che però non fa scivolare nel pessimismo, con il 59% degli intervistati convinto che il 2017 sarà comunque un anno positivo e solo un 8% che pensa, invece, ad un ulteriore contrazione del mercato dell’arte. Ma se il peggio sembra in parte essere passato, con il trend negativo del 2016 giunto ormai al termine, rimangono però alcune nubi sulle sorti delle fasce estreme del mercato. E, in particolare, per quella sopra il milione di dollari. Se cala, infatti, la percentuale di coloro che sono convinti in un’ulteriore contrazione della fascia alta del mercato – passata dal 21% del 2016 all’11% del 2017 -, diminuiscono anche coloro che pensano ad una sua espansione (-9%). Per le altre fasce, invece, le previsioni si fanno più sfumate con una propensione a metà strada tra la stabilità e il lieve aumento, anche se sembra crescere principalmente la fiducia per il mercato delle opere che vanno dai 50.000 ai 500.000 $. Mentre qualche difficoltà in più potrebbero riscontrarle quei lavori che si collocano, in termini di prezzo, dai 50.000 $ in giù.
Il 2017 sarà l’anno di: Africa, Asia meridionale, US e America Latina
Entrando più nel dettaglio, è intessente notare dove gli esperti intervistati da ArtTactic vedono i maggiori margini di crescita per il 2017. Anche se, è bene precisarlo, talvolta il rapporto sembra fare un po’ confusione tra mercati nazionali e trend di vendita di artisti che appartengono a determinate aree geografiche. E’ il caso, ad esempio, della prevista crescita del mercato dell’arte dell’America Latina – data per certa dal 56% degli intervistati – che si basa sui dati di aste battute unicamente negli Stati Uniti. L’ottimismo sembra quindi più legato ad un aumento di interesse, da parte del collezionismo internazionale, per gli artisti latino-americani che non ad un effettivo sviluppo del mercato dell’arte in Argentina, Brasile o Venezuela. Diverso, invece, il caso delle ottimistiche previsioni per il mercato africano che partono anche dai risultati della principale casa d’aste attiva sul continente – la ArtHouse di Lagos in Nigeria – che nel 2016 ha fatto registrare un +14.1% nei fatturati rispetto al 2015. Inutile negare, comunque, che le attese di un’ulteriore espansione del mercato dell’arte africana si leghino anche al dato della londinese Bonhams (+11.6%), che è oggi l’unica casa d’aste occidentale ad avere ben due vendite dedicate all’arte contemporanea africana. Fatto sta che il 64% degli intervistati è convinto che questo trend di crescita proseguirà anche quest’anno.
In aumento anche gli esperti che prevedono una crescita del mercato dell’arte contemporanea in Asia meridionale (61%), sostenuto dall’India che, nel 2016, ha saputo mantenersi forte nonostante un anno particolarmente turbolento. Infine, sembra tornare a splendere il sole anche sugli Stati Uniti. E qui sicuramente le previsioni sono più coerenti con il reale stato di salute di un mercato che ha chiuso il 2016 con un -30% nei fatturati rispetto al 2015 determinato, in primo luogo, dai risultati delle evening sale di Post-war and Contemporary art di New York. Un trend negativo che sembra, però, essersi fermato nell’ultimo trimestre dell’anno, tanto che oggi il 57% degli esperti sono convinti che il 2017 segnerà una ripartenza del mercato statunitense. E positive anche le previsioni per il Regno Unito che nel 2016 è crollato del -41% tornando ai livelli del 2010/2011. Anche qui, però, l’ultima parte dell’anno ha fatto registrare un’inversione di tendenza e gli esperti, nel 50% dei casi, pensano che il 2017 sarà nel segno della ripresa.
In Europa attese le performance peggiori
Assieme alla Cina e alla Russia, è invece l’Europa la piazza sulla cui crescita sembrano scommettere in pochi. Il 2016, per le principali aste battuta a Parigi, Milano e Amsterdam, si è chiuso con un -20.9% nei fatturati rispetto al 2015. E anche se questo calo è decisamente inferiore a quello registrato a New York o a Londra, il forte clima di incertezza politica che sta caratterizzando la zona Euro fa sì che solo un 32% degli esperti si esponga parlando di una possibile crescita. Mentre il 57%, molto più cautamente, è propenso per un 2017 all’insegna della stabilità. «Incoraggiati da un anno di rivolte elettorali su entrambe le sponde dell’Atlantico – sottolineano gli analisti di ArtTactic -, i partiti euro-scettici stanno guadagnando terreno. Con le elezioni in arrivo in Francia, Germania e Paesi Bassi, la paura di una rottura della zona euro potrebbe ripercuotersi sul mercato, se qualcuno di questi candidati populisti dovesse vincere». Staremo a vedere.