Dopo Maria Lai e Leoncillo, tocca ad Aldo Mondino rinnovare il proprio record d’asta. E lo fa con un esemplare datato 1989 dei suoi celebri Tappeti Stesi. Lotto di chiusura di un’ampia selezione di opere italiane inserite da Christie’s nella sua Post War and Contemporary Art Day Auction di oggi, il lavoro dell’artista torinese scomparso nel 2005 – di cui quest’anno, peraltro, ricorre il settantesimo anniversario della nascita – era presentato in catalogo con una stima di 30-50.000 £ ed è stato aggiudicato pochi minuti fa per 55.000 £ di hammer price.
Soggetto su cui Mondino ha lavorato nella fase tarda della sua carriera i Tappeti Stesi sono pitture-oggetto sovrapposte in composizioni a parete, con colori vivaci e realizzati su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell’edilizia. Non a caso si parla di “orientalismo” in questo ciclo di opere dell’artista torinese. La sua visione dell’Oriente non è nostalgica ma divertita e affascinata e gli permette di superare quei confini, seppur labili nel suo caso in quanto ad apertura mentale, che l’uomo occidentale convinto della propria supremazia culturale si autoimpone. E’ anche un periodo in cui assistiamo a una curiosa proposta di sincretismo religioso, dettato, più che da un autentico richiamo spirituale, da una straordinaria curiosità intellettuale.
I Tappeti Stesi, assieme alle Quadrettature, sono probabilmente tra le opere più note e apprezzate di Mondino. Lavori che, come si legge nel Catalogo Ragionato dell’artista, «trasformano l’ambiente in uno spettacolare souk marocchino e sono uno dei cicli di pitture-oggetto più conosciuti di Mondino, iniziato negli anni ‘80 e portato avanti no alla ne del decennio successivo.
I viaggi in Oriente sono sempre stati una grande fonte d’ispirazione per Mondino, sia per i soggetti sia per la sperimentazione di nuovi materiali. In un bazaar di Tangeri l’artista trova per terra un pezzo di eraclite – un tamburato industriale – che con i suoi “occhi da miope” scambia per un vecchio tappeto. Come spesso gli capita, è proprio da quel difetto della vista, a cui tiene moltissimo in quanto modifica leggermente la percezione della realtà, che nasce l’idea stupefacente di dipingere tappeti su un semplice truciolato.
Come in un Trompe-l’oeil Mondino cambia il modo di vedere le cose e la loro funzione e così, usando questo materiale, ci trasmette la sua visione della realtà in cui l’immagine è multipla, paradossale e ingannevole. La trama dell’eraclite, povera e grezza, diventa la strabiliante simulazione di un nobile tappeto orientale».