Nel primo semestre del 2016 sono stati vendute nel mondo più di 252.000 opere d’arte di ogni epoca (+3.2% sul 2015), con un fatturato globale di 6.53 miliardi di dollari (diritti inclusi) che registra un calo del -25% determinato, in primo luogo, da un calo dell’offerta di capolavori nelle varie aste internazionali. Questi i dati principali che emergono dal report di ArtPrice sulle aste d’arte che si sono tenute nel mondo nel primo semestre di quest’anno e da cui emergono risultati in controtendenza rispetto alle aspettative di inizio anno.In primo luogo il nuovo sorpasso della Cina sugli Stati Uniti in testa alla classifica dei mercati. Ma anche la ripresa delle piazze locali, come quella italiana che guadagna importanti quote di mercato.
In calo Londra e New York
Il calo di capolavori nei principali cataloghi delle aste internazionali è, secondo gli analisti di ArtPrice, il primo imputato del forte calo dei fatturati registrato nel primo semestre 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, sia a Londra (-30%) che a New York (-49%). Un andamento negativo, quello delle due capitali, che ovviamente ha influenzato l’andamento generale del mercato delle aste che, si legge nel rapporto, «ha perso circa un quarto del suo valore nei primi sei mesi di quest’anno». «Un rallentamento – spigano da ArtPrice – che era già visibile nel secondo semestre del 2015 con i primi segni del primo calo nei fatturati nelle vendite dai tempi della crisi finanziaria del 2008». Ma se Londra e New York cedono, la Cina – data un po’ per “spacciata” a causa delle recenti turbolenze finanziarie – porta a casa un fatturato di 570 milioni con un +18% sul primo semestre 2015. Un vero e proprio colpo di coda del Dragone che si riporta in testa alla classifica di un mercato dell’arte di cui oggi rappresenta il 35%. Bene anche Hong Kong: +10%.
Fatturati a parte, il mercato occidentale rimane però vivace con il numero delle opere vendute che sale del +10% e rispetto allo stesso periodo del 2015 e un tasso di invenduto ai minimi storici (28%). E numerosi sono mercati nazionali che vedono i propri fatturati crescere, come nel caso del Belgio (+12%) o della Svezia (+44%). Ma anche dell’Italia che in questo primo semestre prosegue la sua risalita totalizzando, con le sue vendite, ben 101.412.936 $ che equivale all’1.6% del mercato globale e al 6° posto nella top 10 delle principali piazze mondiali, ad un passo dalla Germania. Un risultato ottimo se si pensa che nel primo semestre del 2015 le quote italiane erano inferiori all’1% e che lo scorso anno si è chiuso con un fatturato totale di 169 milioni di dollari. Ma anche una conferma di quanto era emerso dalla nostra indagine condotta sul solo settore dell’arte moderna e contemporanea.
Modigliani l’artista italiano più venduto
Con 19 opere vendute all’asta da gennaio a giugno 2016 e un fatturato di circa 83.4 milioni di dollari, Amedeo Modigliani è stato la star italiana del mercato internazionale, posizionandosi al 5° posto della TOP 50 di ArtPrice. Per trovare un altro nostro artista in classifica si deve scendere, però, al 34° posto dove compare Orazio Gentileschi che con 2 lotti aggiudicati e un fatturato di 31.3 milioni supera Lucio Fontana (124 opere e 28.7 milioni di fatturato) che occupa la 35ª posizione e Alberto Burri (39°): 31 lotti e circa 25 milioni di fatturato.