Fatturati in calo per il mercato italiano delle aste di arte moderna e contemporanea che ha chiuso il primo semestre 2024 con totale di poco superiore ai 64.500.000 euro, segnando un -25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma un +5% rispetto alla seconda parte del 2023. Un dato, quello che emerge dalli risultati delle 20 case d’asta monitorate del Collezione da Tiffany, che non deve indurre ad inutili allarmismi, ma che conferma un rallentamento generale del mercato dell’arte internazionale iniziato già lo scorso anno.
Come emerge dai recenti report pubblicati da Deloitte e ArtTactic, infatti, nei primi sei mesi dell’anno in corso anche il fatturato globale delle aste è calato tra il -27 e il -28%. Una frenata che, lungi dal poterci far parlare di crisi, è figlia più che altro di una fisiologica normalizzazione delle vendite dopo gli entusiasmi post-pandemici che avevano portato ai picchi del 2021 e 2022.
Complice una situazione internazionale non entusiasmante, tra turbolenze geopolitiche e inflazione, dal secondo semestre 2023 stiamo assistendo ad un mercato dove, a livello generale, l’atteggiamento dei collezionisti si è fatto più cauto, tanto in asta che in fiera, anche se il loro interesse si mantiene vivace.
Nel nostro Paese, peraltro, il calo così pronunciato di fatturato emerge da un confronto con un primo semestre 2023 che ha rappresentato un record storico per il nostro mercato: oltre 85.4 milioni di euro.
Se, infatti, confrontiamo il risultato dei primi sei mesi 2024 con il secondo semestre 2023 è possibile notare una crescita del +5%. Mentre da un paragone con il miglior primo semestre pre-pandemia (2017) la flessione si riduce al –15%. Un calo più che naturale in un mercato come quello dell’arte, dove i valori sono spesso legati a elementi immateriali.
Il totale del primo semestre 2024, d’altronde, è il secondo miglior risultato dell’era post-pandemica e tra i migliori sette della storia italiana delle aste di arte moderna e contemporanea. Per questo si può parlare di una sostanziale tenuta del nostro mercato, caratterizzato peraltro da un numero crescente di clienti internazionali che ha animato le vendite italiane in questo primo scorcio d’anno grazie, in primo luogo, al costante sviluppo dei canali di vendita Online.
“In generale – spiega Roberto Marciani di Farsetti Arte – dopo un forte entusiasmo che ha portato ad una rapida crescita a livello europeo e mondiale nei primi anni post pandemia, a partire dalla seconda metà del 2023 stiamo attraversando un momento di flessione del mercato. Il panorama politico e le incertezze economiche contribuiscono però a mantenere l’arte un bene rifugio con una costante attenzione verso artisti storicizzati e consolidati. Per cui, se la prima parte del 2024 non ha avuto dei picchi particolarmente rilevanti, i risultati delle aste hanno comunque confermato la stabilità del settore”.
Stabilità che è confermata da un tasso di venduto rimasto invariato rispetto al 2023 (70%) e che nasce da una piazza che negli anni si è fatta sempre più selettiva, tanto che, se il numero delle aste è cresciuto del 15%, i lotti proposti in asta sono invece diminuiti del -3%.
In un mercato internazionale sempre più agguerrito, d’altronde, la chiave per essere competitivi risiede, nella “capacità di spiccare all’interno di un’offerta sempre più globalizzata proponendo costantemente qualcosa che stimoli il collezionismo – come spiega Freddy Battino della casa d’aste Il Ponte – È infatti necessario “provocare” il mercato, muovendolo verso investimenti lungimiranti, guidandolo all’interno delle tante ricchissime collezioni, le quali rappresentano una scoperta infinita e dal grande potenziale”.
Non a caso “più aste con meno lotti, ma di fascia qualitativa più elevata” è la strategia adottata da tutti i maggiori player italiani, come Capitolium Art. “La concentrazione della ricchezza nelle mani di potenti minoranze è uno dei pochi dati certi dell’intricata congiuntura economica del nostro tempo, sarebbe sciocco non tenerne conto – spiega Gherardo Rusconi Ad della casa d’aste milanese – Oggi la potenzialità di crescita di una casa d’aste è a nostro parere testata dalla sua capacità di affermarsi all’interno del mercato del lusso, proponendo una selezione merceologica idonea a suscitare l’interesse dei suoi migliori consumatori”.
Uno scenario, quello descritto da molti operatori, che pone nuove sfide per un futuro ancora tutto da scrivere, come sottolinea Giuseppe Bertolami, amministratore unico di Bertolami Fine Art: “L’avvio del 2024 ci mostra il consolidamento di quel processo di internazionalizzazione delle aste che è oramai sulla bocca di tutti. Un processo elettrizzante per la sua capacità di creare relazioni commerciali con clienti di aree geografiche un tempo irraggiungibili, ma che ci immerge in scenari di mercato spesso poco decifrabili”.
Scenari che, per essere affrontati con i giusti mezzi, richiederebbero certamente una maggior attenzione anche da parte del Governo. In questo momento, dice ancora Bertolami, “c’è grande attesa per la ricezione della direttiva UE volta a ridurre le aliquote IVA sulle transazioni commerciali aventi ad oggetto beni di interesse artistico“. “Nello scenario che si è aperto dopo la Brexit – spiga – Parigi è riuscita ad accreditarsi come punto di riferimento del mercato dell’arte dell’Europa continentale ed è normale che le politiche del governo francese in materia facciano scuola”.
“Quando, a partire dalla fine del 2023, la Francia ha recepito la direttiva UE volta a ridurre le aliquote IVA sulle transazioni commerciali aventi ad oggetto beni di interesse artistico – prosegue -, ha innescato un processo di adeguamento in tutto il territorio dell’Unione. La Germania è infatti seguita a ruota e sarebbe sorprendente se il governo italiano si defilasse. Un mancato sostegno del governo italiano avrebbe il sapore di una dichiarazione di guerra al mercato dell’arte, un settore, ricordiamolo, già profondamente svantaggiato dall’applicazione restrittiva delle leggi di tutela dei beni culturali”.
A conferma di questo “svantaggio” i dati sui valori medi delle aggiudicazioni nelle aste italiane, da tempo tra i più bassi d’Europa anche nei momenti più caldi del mercato dell’arte italiana. Basta, d’altronde, dare uno sguardo ai dati. Se già in passato il mercato italiano raramente proponeva top lot di altissimo valore (pochissime le opere milionarie battute da noi), la naturale “rarefazione dell’offerta per le opere rare e di altissima qualità di maestri già ampiamente affermati” che mette in evidenza sempre Battino del Ponte, ha portato, quest’anno, ad un calo sensibile del valore dell’aggiudicazione media che, attestandosi poco sopra i 5.100 euro, è diminuita del 23% rispetto al 2023. Come si può vedere dalla Top 10 delle aggiudicazioni del primo semestre 2024, solo 2 opere hanno superato il milione di euro.
Infine, diamo una rapida occhiata agli artisti italiani che hanno fatto registrare le performance più interessanti. A parte i soliti nomi di Lucio Fontana, Giorgio Morandi, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Pietro Manzoni o Mario Schifano – che hanno ormai raggiunto quotazioni consolidate a livello internazionale -, è da citare certamente Antonio Ligabue che nell’asta di giugno da Pandolfini, con l’opera “Lotta di galli” ha stabilito il suo nuovo record mondiale, raggiungendo i 473.600 euro. Ma tra i nomi che meritano attenzione in questo momento ci sono certamente anche quali di Salvo – il cui ottimo momento di mercato non conosce sosta -, Leoncillo, Carla Accardi o Tancredi che, dopo il record dello scorso anno, ha iniziato la nuova stagione con un’aggiudicazione di tutto rispetto nell’asta di maggio del Ponte: 252.000 euro per un “Senza titolo” del 1959.
La Top 10 delle aggiudicazioni del primo semestre
# | AUTORE | TITOLO | ANNO | AGGIUDICAZIONE* | CASA D’ASTE |
1. | Lucio Fontana | Concetto spaziale | 1964-65 | 1.379.000 € | Sotheby’s Italia |
2. | Giorgio Morandi | Natura morta | 1958 | 1.076.500 € | Sotheby’s Italia |
3. | Kurt Seligmann | Game of Chance n. 2 | 1949 | 575.100 € | Wannenes |
4. | Mario Schifano | Vero amore (dedicato a…) | 1965 | 571.500 € | Sotheby’s Italia |
5. | Antonio Ligabue | Lotta di galli | 1952-62 | 473.600 € | Pandolfini |
6. | Lucio Fontana | Concetto spaziale | 1962 | 469.900 € | Sotheby’s Italia |
7. | Giorgio De Chirico | La grande ciminiera | 1958 | 457.200 € | Sotheby’s Italia |
8. | Piero Dorazio | Jeux d’Air | 1962 | 406.400 € | Sotheby’s Italia |
9. | Angelo Morbelli | Tetti sotto la neve | 1912 | 382.100 € | Cambi |
10. | Pietro Dorazio | Introspezione | 1963 | 381.000 € | Sotheby’s Italia |