Buona la prima! La casa d’aste Il Ponte chiude il suo debutto sul mercato della fotografia con un ottimo totale di 325.925 € (diritti inclusi), il secondo più alto registrato sul nostro mercato per un’asta di fotografia e, non caso, il “regista” di questo successo è sempre lei: Silvia Berselli, che nell’ottobre 2015, quando Bolaffi lanciò il dipartimento di fotografia, portò a casa un fatturato di 402.500 euro (diritti inclusi) con un catalogo di 284 lotti, dei quali fu aggiudicato il 70% raggiungendo il 110% del valore.
E nell’asta di ieri in via del Pontaccio a Milano, le percentuali sono non sono stati poi tanto diverse con tassi di venduto del 64% in lotti e del 118.4% in valore. Lo stile di Berselli colpisce ancora, dunque, con un catalogo di 255 lotti caratterizzato dal giusto mix di grandi “classici” e di fotografia di ricerca. Un mix che ha subito attirato una platea di acquirenti un po’ da tutto il mondo: dai collezionisti americani – che si sono contesi gli scatti di Luigi Ghirri, 15 quelli in catalogo di cui solo 3 rimasti invenduti – a quelli tedeschi ed inglesi, che hanno molto apprezzato le foto di una meno conosciuta Daniela Comani o un artista di “nicchia” come Guido Guidi, molto difficile da vedere in asta. Fino ad arrivare ai collezionisti di Taiwan che, tra gli altri, hanno puntato su Mario Giacomelli, altro protagonista, come abbiamo visto nelle nostra lettura catalogo, di questa asta assieme a Ghirri.
Più del 55% dei lotti, peraltro, ha superato o centrato le aspettative pre-asta, cosa abbastanza rara per un’Italia dove il mercato della fotografia, seppur in crescita, rimane molto debole. Ma l’asta del Ponte è la conferma di come a puntare sulla qualità dell’offerta e non avendo paura di osare le cose si possano muovere nella direzione giusta. E capita, ad esempio, che un’icona della fotografia italiana come Il Tuffatore di Nino Migliori possa rimanere invenduto, preferito ad uno scatto dello stesso autore, ma molto più di “ricerca”, come Cellogrammi (1958) che al lotto 180 è stato battuto per 1000 euro. A conferma di un collezionismo italiano che, spinto sopratutto dalle nuove generazioni (30-50 anni), si sta facendo più attento anche alle foto d’avanguardia, arrivando ad apprezzare anche lavori più complessi come Kunstmuseum Luzern, opera del 1975 di Adriano Altamira battuta per 3000 euro.
Tra le opere che hanno ottenuto il maggior successo: un Nudo maschile (1937) di Elio Luxardo battuto a 2600 euro, ben oltre la stima massima di 1800. E bene è andato Mario Giacomelli che, a fronte di qualche invenduto di troppo, ha visto molti suoi lotti ottenere buone aggiudicazioni, con scatti celebri come quello tratto dalla serie “Pretini” (1961-1963) Io non ho mani che mi accarezzino il volto che, al lotto 87, ha raggiunto un prezzo di martello di 5000 euro. Un fotografo che ha fatto registrare performance eccellenti è stato Mimmo Jodice: tutti venduti i lotti a suo nome e sempre a più del doppio della stima massima. Come nel caso del lotto 119, Atleti, tratto dalla serie “Villa dei Papiri”: presentato in catalogo con una stima di 1300-1700 euro è stato battuto a 6000 euro.
Sold Out anche per Gabriele Basilico, il terzo dei fotografi più rappresentati in questa asta. E ottime le performance che hanno registrato anche Franco Vaccari – con il suo 700km del 1972 che raggiunge i 4500 euro di hammer price superando la stima massima di 3800 – e Michele Zaza che, seppur non raggiungendo le aspettative, vede il suo Mimesi del 1975 aggiudicato per 12.000 euro. Di fatto il lotto più “caro” dell’asta.
Ma la vera star del pomeriggio di Via del Pontaccio è stato certamente il giapponese Fukase Masahisa famoso per il photobook The Solitude of Ravens – ritenuto nel 2010 uno dei più belli mai pubblicati negli ultimi 25 anni – e per le sue opere in cui ha raccontato la sua vita domestica con la moglie Yōko Wanibe. E proprio a questa serie di lavori appartenevano i tre scatti presenti nel catalogo del Ponte dei quali, quelli ai lotti 16 e 17, entrambi intitolati semplicemente Yoko, hanno superato ogni più rosea aspettativa venendo battuti rispettivamente a 6000 e 11.000 euro contro stime massime che non li volevano a più di 2.800.
In attesa dell’asta di fotografia di Finarte del prossimo 30 maggio, dalla sale room del Ponte arriva così un ottimo segnale per il nostro mercato di fotografia, ma anche uno stimolo importante a fare scelte che vadano oltre al concetto più “classico” (“puro” ?) di fotografia, per poter attirare, oltre ai compratori esteri, anche i collezionisti più giovani.
NOTA PER IL LETTORE: tutti i prezzi presenti nell’articolo, salvo dove indicato diversamente, non comprendono i diritti d’asta (buyer’s premium)