«Sembra quasi che i collezionisti vogliano fare delle offerte ma senza farsi vedere», twitta a metà asta il corrispondente di Art Market Monitor seduto nella sale room di Phillips per assistere alla 20th Century & Contemporary Art Evening Sale. E come dargli torto. L’asta di stasera al n. 30 di Berkeley Square fila via come una fucilata – poco più di 45 minuti per battere 30 lotti -, ma senza grandi sussulti. Lotto dopo lotto le opere raggiungono, talvolta un po’ a fatica, le aspettative pre-asta e niente di più. L’unico risultato veramente degno di nota è quello di Rat Catcher of Hamelin III di Mark Bradford (n. 1961) che, presentata in catalogo con una stima di 1.5-2 milioni di sterline, viene battuta a 3.200.000 £, ad un passo dal record d’asta dell’artista californiano realizzato il 14 ottobre 2015 sempre da Phillips con l’opera Constitution IV aggiudicata per 3.300.000 £.
Per trovare un’altra opera che superi la stima massima in catalogo, dobbiamo attendere il lotto 17: Mountain and Sea, scultura di Antony Gromley aggiudicata a 330.000 £. Non delude Rudolf Stingel il cui Untitled del 2007, presentato con una stima di 1.5-2 milioni di sterline, raggiunge un hammer price di 1.500.000 £. Di fatto la terza aggiudicazione più alta della serata. Qualche perplessità, invece, la suscita il risultato di 20 Pink Mao’s, l’opera di di Andy Warhol che guidava l’asta (lotto 9, stima: 4-6 milioni £): le offerte raggiungono facilmente la stima minima di 4 milioni di sterline, poi un altro offerente rialza: 4.1… venduta. Un prezzo decente, ma Warhol sembra non riuscire più a scaldare il mercato.
Lo scalda, invece, Gerhard Richter. Il suo piccolo Abstraktes Bild (767-2) – 62.2×62.2 cm – viene conteso da numerosi acquirenti fino ad essere aggiudicato a 900.000 £ contro una stima di 800.000-1.200.000 £. E due lotti dopo, al numero 15, si comporta bene anche Günther Förg, il cui Untitled del 2007 raggiunge agilmente la stima massima di 120.000 £. Förg, peraltro, è tra gli artisti più desiderati del momento: in una interessante classifica pubblicata a giugno da Artprice, compare al 6° posto tra coloro che hanno avuto più transazioni tra il 2015 e il 2016: 193 opere vendute in asta per un fatturato superiore ai 10 milioni di sterline.
A parte questi risultati, però, nella sale room di Phillips questa sera sembrava regnare più che altro la cautela e, complice un catalogo non certo esaltante, l’asta serale oggi si è chiusa con un totale di poco superiore ai 15 milioni di sterline. Cifra che sale a 17.9 milioni se si aggiunge il buyer’s premium. Le aspettative sono state comunque rispettate (14.8-21.3 milioni) e anche il tasso di vendita in lotti è buono (80%): solo 4 gli invenduti e 2 i lotti ritirati. Tra questi un’opera di Alex Israel uno dei golden boy protagonisti dell’ultima bolla speculativa del mercato – correva l’anno 2014 – oggi un po’ in “disgrazia” come molti suoi colleghi.
Domani è la volta della prima Italian Sale
L’attesa è finita, e domani (6 ottobre), subito dopo la Post-War & Contemporary Evening Auction, Christie’s batterà la sua Italian Sale 2016. 60 i lotti in catalogo con una aspettativa tra i 18.1 e i 25.4 milioni di sterline. Protagonisti assoluti della vendita: Alighiero Boetti e Lucio Fontana, i più rappresentati in termini di opere. Anche se i lotti più importanti del catalogo sono Due uomini che camminano di Michelangelo Pistoletto (Lotto 113, stima: 700.000 – 1 mln £); Coda di Delfino di Pino Pascali che si è guadagnata anche la copertina del catalogo (Lotto 118, stima: 1.5-2 mln £); Uomo appoggiato sempre di Pistoletto (Lotto 128, stima: 1.4-1.8 mln £), Nero Legno di Alberto Burri (Lotto 141, stima 1.8-2.5 mln £) e Tutto di Alighiero Boetti (Lotto 148, stima: 1.8-2.2 mln £). Ma da tenere sott’occhio sono anche i lavori di Mario Schifano e Tano Festa e le “new entry” Franco Grignani, Ettore Spalletti e Carol Rama.
NOTA: i risultati d’asta riportati nel presente articolo non comprendono il buyer’s premium.