Momento di fiacca per l’arte italiana sulla piazza londinese. Dopo quella di Christie’s, anche l’Italian Sale di Sotheby’s porta a casa un risultato al di sotto delle aspettative: 19.4 milioni di sterline (23.3 con il buyer’s premium). E ancora una volta a far bene sono in primo luogo i nomi più nuovi per il mercato internazionale. Tanto che i 4 record d’asta stabiliti questa sera portano la firma di Salvatore Scarpitta, vera star della serata con la sua Forager for Plankton del 1959, realizzata per la sua prima personale alla galleria di Leo Castelli di New York, battuta a 1.800.000 £, quando il suo precedente record era di “appena” di 711.360 £; di Nuvolo, al secolo Giorgio Ascani, che vede il suo Untitled del 1961 aggiudicato per 45.000 £; mentre Franco Angeli raggiunge le 80.000 £ con Tunisia (1961) e Fabio Mauri realizza il suo nuovo primato con Schermo Imbottito Mario (II generazione) “Un tasca di cinema”, opera del 1972 aggiudicata per 100.000 £.
Eppure l’asta sembrava iniziata bene anche se con qualche momento di pausa tra le puntate forse un po’ troppo lungo. Poi, dal lotto 11 le opere iniziano in molti casi a mancare le aspettative minime, arrivano i primi invenduti e tutto appare più faticoso. Alla fine 18 dei 47 lotti in catalogo saranno aggiudicati sotto la stima minima, 7 rimangono invenduti e 1 viene ritirato (Ettore Spalletti). Solo 5 i lotti che superano la stima massima. Un po’ pochi per un catalogo che meritava forse un po’ di più.
Dopo la “debacle” di ieri da Christie’s, si difende bene Alberto Burri con tutte e tre le opere in catalogo – Bianco Cretto, Sacco e Nero e Rosso Plastica 5 – che rispettano le aspettative, raggiungendo nel caso del “cretto” la stima massima di 900.000 £. Poco sopra Sacco e Nero: 920.000 £. Rosso Plastica 5 (1962) supera invece di poco la stima minima con un’aggiudicazione di 4.050.000 £, ma quello è il suo prezzo di mercato e forse erano le aspettative (4-6.000.000 £) un po’ eccessive. Basta scorrere le sue aggiudicazioni degli ultimi due o tre anni per capirlo.
Bene anche Fontana e Castellani che ormai sembrano essere i due alfieri dell’arte italiana. E in modo onorevole si comportano i nostri rappresentanti dell’Arte Cinetica e Optical inseriti in catalogo: Getulio Alviani e Marina Apollonio che, seppur senza risultati eclatanti, difendono la loro posizione in una serata non felicissima. Poco entusiasmo, invece, per le opere di Pop Art italiana. A parte Angeli, Festa e Rotella non brillano e Schifano rimane nelle casse della casa d’aste di New Bond Street. Inutile aggiungere altro, i risultati parlano da soli.
NOTA: salvo dove indicato, i prezzi riportati nel presente articolo non comprendono il buyer’s premium.