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Addio a Franco Calarota, fondatore della Galleria d’Arte Maggiore g.a.m.

del

Lutto nel mondo dell’arte per l’improvvisa scomparsa di Franco Calarota, gallerista e filantropo con un grande amore per l’arte, scomparso la scorsa settimana.

In oltre quarant’anni di carriera Calarota si è sempre occupato della promozione degli artisti in cui credeva sia sul mercato, attraverso la Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. – fondata a Bologna con la moglie Roberta nel 1978 e oggi diretta dalla figlia Alessia – sia attraverso numerose iniziative sostenute spesso da lui stesso, come la mostra “Giorgio Morandi. Silenzi” al Museo di Palazzo Fortuny a Venezia o quelle di Henri Moore a Bologna (1995), “Giorgio de Chirico. La Fabrique des reves” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2009), Giorgio de Chirico alla Philips Collection di Washington D.C. (2013).

Per non parlare delle molteplici esposizioni realizzate all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, solo per citarne alcune. E poi ancora le commisioni pubbliche, come il monumento Rampante di Arman (1999) dedicato alla Ferrari e collocato all’ingresso dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari a Imola. Fino alla creazione di una nuova realtà volta proprio alla promozione dell’arte a Venezia: ACP – Palazzo Franchetti, con mostre molto importanti come “Jean Dubuffet e Venezia” e “Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità”.

Franco Calarota si è sempre attenuto a una linea molto precisa: l’alta qualità delle opere e degli autori. Un amore particolare lo legava in modo indissolubile a Giorgio Morandi, artista che da sempre ha promosso e sostenuto, facendolo conoscere o riscoprire attraverso letture curatoriali inedite anche e soprattutto oltre i confini nazionali, in particolare negli Stati Uniti e in Cina, dove ne ha aperto un interesse collezionistico oggi al più alto livello.

Franco e Roberta Calarota, nel 1992, assieme all’artista cileno Roberto Sebastián Matta

Non era insolito sentirsi riferire a lui come “Mr. Morandi” tra i corridoi di Art Basel Hong Kong o a The Armory Show di New York e leggere di questo appropriato appellativo anche nelle pagine delle più importanti testate internazioni, come nell’articolo apparso sul New York Times il 1 dicembre 2016. Insieme a Morandi, l’attenzione è sempre stata rivolta ai più grandi artisti del Novecento. Di questi autori ne ha rilanciato la vitalità proponendoli in chiave di continuità con l’arte delle generazioni viventi, attraverso progetti curatoriali.

In tal senso vanno letti i dialoghi da lui proposti, come per la mostra Dialogo di luce. Giorgio Morandi. Ettore Spalletti (2015), Giorgio Morandi e Robert Ryman sempre nello stesso anno o Joan Mirò e Antoni Clavé (2020). Altra peculiarità che lo ha da sempre contraddistinto è stata la volontà di affiancare al lavoro serio e autorevole sul fronte del mercato quello della ricerca, valorizzazione e promozione culturale, portato avanti con la realizzazione di esposizioni in spazi pubblici e la collaborazione con musei e istituzioni.

Queste negli anni sono state davvero molteplici. E’ il caso della già citata monografica su Giorgio de Chirico alla Philips Collection di Washington D.C., realizzata da Franco Calarota e Renato Miracco con il supporto del Ministero degli Affare Esteri per celebrare l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti nel 2013, e del ciclo di mostre realizzate all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra in cui si sono susseguiti negli anni Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Giacomo Manzù e Pablo Echaurren.

Franco Calarota non era nuova a queste collaborazioni pluriennali: dal 1999 al 2006, sempre insieme alla moglie Roberta, si era infatti occupato del programma espositivo del Palazzo dei Setti a Orvieto che aveva, negli intenti, lo scopo di andare a costituire la collezione permanente di una futura Galleria d’Arte Moderna di Orvieto, o del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza in cui, a partire dalla mostra di Arman nel 1994, Calarota ha portato negli anni artisti internazionali come Leoncillo, Louise Nevelson, Louis Cane e Sandro Chia, in un lavoro di valorizzazione della ceramica come vera e propria tecnica espressiva ancora attualissima.

Alessia, Franco e Roberta Calarota fotografati a New York nel 2008 assieme all’artista americano Robert Indiana

Una menzione speciale la merita la mostra, ricordata in apertura, “Giorgio de Chirico. La Fabrique des reves” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2009), la più completa rassegna dedicata all’artista fino a quel momento, per cui a Franco Calarota e alla sua galleria è stata richiesta la coordinazione dell’intera sezione italiana delleopere esposte.

Non meno importante è anche la sua partecipazione attiva al dibattito culturale e al suggerimento di proposte espositive che si sono tradotte poi nel tempo, e con l’allargarsi degli interlocutori, in mostre di portata internazionale come la celebre esposizione di Giorgio Morandi al Metropolitan Museum di New York nel 2008, realizzata proprio da una proposta di Franco Calarota, o, andando più indietro negli anni, la grande rassegna di sculture monumentali di Henry Moore realizzata in Piazza del Nettuno insieme al Comune di Bologna e al MAMbo.

Ha svolto inoltre un lavoro di serio approfondimento storico e critico, ponendosi alla guida di Archivi con cui portare avanti una meticolosa catalogazione delle opere. Questo scrupoloso lavoro si è concretizzato nel 2016 con la pubblicazione del Catalogo Ragionato delle opere ad olio di Mattia Moreni.

Sul fronte del mercato, Franco Calarota ha portato la sua Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. ad essere invitata nelle manifestazioni di punta del settore: da Art Basel (Basel, Hong Kong, Miami Beach) a Tefaf (Maastricht e New York), da Frieze Masters a Fiac e Arco, da Art Cologne, Abu Dhabi Art a Miart, senza dimenticare Artefiera.

In compagnia di Francesco Bonami ad Art Basel Hong Kong nel 2015

La stampa ha sempre accolto il suo lavoro con entusiasmo, seguendo con interesse lo sviluppo negli anni dei suoi progetti, come testimoniamo per esempio gli articoli del New York Times che legano la figura di Giorgio Morandi alla galleria in più occasioni.

Un ulteriore prestigioso capito si è aggiunto negli ultimi anni. In questo percorso fitto di intrecci tra spazio privato e pubblico, Franco e Roberta Calarota hanno infatti aperto una nuova realtà nel 2019: ACP – Palazzo Franchetti. Una sede espositiva esclusivamente istituzionale in uno dei più prestigiosi palazzi veneziani con affaccio diretto sul Canal Grande.

La serietà delle mostre presentate “Jean Dubuffet e Venezia”, “Il Novecento a Palazzo Franchetti”, “Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità” a cui si aggiungerà ad aprile la mostra “Antoni Clavé. Lo spirito del guerriero” – fanno vincere ad ACP – Palazzo Franchetti l’Oscar come migliore sede espositiva nel 2021.

Il suo ultimo sogno, la mostra di portata storica dedicata a Giorgio Morandi e Mark Rothko sarà ora portato avanti dalla moglie Roberta e dalla figlia Alessia.

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