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Sotheby’s: super catalogo per l’asta milanese di fine novembre

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Apre oggi alle 18.30, negli splendidi spazi di Palazzo Serbelloni a Milano, la preview dell’asta di arte moderna e contemporanea che Sotheby’s batterà in due tornate il 29 e 30 novembre. Di fatto, l’unico appuntamento internazionale del secondo semestre per quanto riguarda il mercato italiano e che dimostra il forte legame che la casa d’aste ha con il nostro Paese. «Mantenere a Milano questo appuntamento d’asta internazionale – mi dicono infatti Beatrice Botta e Marta Giani, responsabili dell’asta – crediamo sia importante per la buona salute del mercato dell’arte Italiana pre e post war. Per questa vendita, abbiamo messo insieme una selezione che omaggia il 50° anniversario dell’Arte Povera oggi nelle collezioni più illustri del mondo». Ma quello del movimento tenuto a battesimo da Germano Celant non è l’unica ricorrenza che sarà “celebrata” durante l’asta Sotheby’s di questo autunno, la quale non si dimentica del decennale della scomparsa di Salvatore Scarpitta di cui vengono offerti sue lavori preziosi degli anni Sessanta-Settanta.

Il tutto per un catalogo che conta, complessivamente, 165 lotti e che, in fatto di qualità, ha ben poco da invidiare quelli proposti nella piazza londinese e dal quale è lecito aspettarsi un risultato decisamente positivo. In particolare considerando il grande ritorno di interesse per l’Arte Povera a cui stiamo assistendo sia in Italia che all’estero.  Un interesse, quello per l’Arte Povera, che è non ha ancora raggiunto certamente il suo apice e che, molto probabilmente, si svilupperà a livello internazionale in tempi abbastanza rapidi grazie anche ad una serie di mostre che stanno riportando l’opera del gruppo nato nel 1967 all’attenzione del pubblico internazionale. Dopo la prima retrospettiva dedicata dal Met Breuer di New York a Marisa Merz – unica donna della formazione – nel 2016 e la mostra inaugurale di quest’anno di Magazzino Italian Art, il museo creato dai coniugi Nancy Olnick e Giorgio Spanu a Cold Spring, a fine settembre la Estorick Collection di Londra ha inaugurato Poor Art | Arte Povera, Italian Influences, British Responses. Mostra che non solo celebra mezzo secolo di Arte Povera, ma ne esplora anche l’influenza sull’arte contemporanea di oggi.

LOTTO 4 - Michelangelo Pistoletto, Il Fotografo, 1975. Serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio cm 120x70. Stima: 280,000 — 350,000 euro.
LOTTO 4 – Michelangelo Pistoletto, Il Fotografo, 1975. Serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio cm 120×70. Stima: 280,000 — 350,000 euro.

Come si rifletterà tutto ciò sul mercato? Probabile che lo si veda proprio a partire dall’asta milanese di Sotheby’s. Durante i decenni, d’altronde, i lavori dell’Arte Povera, pur avendo conquistato una base molto solida di collezionisti, soprattutto in Italia, hanno mantenuto nel tempo prezzi d’asta tutto sommato ragionevoli, se si escludono alcune vendite inaspettate alla metà degli anni Settanta – quando la fama del gruppo era al suo culmine – e i recenti record milionari di Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz e Jannis Kounellis. Il catalogo dell’asta milanese della casa fondata da Samuel Baker nel 1744 si apre così con Il Fotografo, quadro specchiante di Michelangelo Pistoletto del 1975 scelto per la copertina del catalogo e posizionato al lotto 4 con una stima di 280-350.000 euro.

LOTTO 22 - Alighiero Boetti, Alternando da uno a cento e viceversa, 1977-78. Arazzo, cm 126x126. Stima: 400,000 — 600,000 euro.
LOTTO 22 – Alighiero Boetti, Alternando da uno a cento e viceversa, 1977-78. Arazzo, cm 126×126. Stima: 400,000 — 600,000 euro.

L’opera reca al verso un’iscrizione manoscritta dall’artista, in cui si evidenzia che il “vero fotografo” a cui Pistoletto fa riferimento è Paolo Mussat Sartor, celebre fotografo torinese, noto sia per la sua personale ricerca artistica, sia per la sua collaborazione con gli artisti dell’Arte Povera.  Dopo il record londinese di ottobre realizzato con Addizione del 1982, Alighiero Boetti è presente in asta a Milano con alcune opere iconicheAlternando da uno a cento e viceversa del 1977-78 (lotto 22, stima: 400-600.000 euro), un arazzo che si colloca al centro del periodo di maggior sperimentazione dell’artista,e Senza titolo, opera del 1988 stimata 250-350.000 euro.

LOTTO 23 - Alighiero Boetti, Sale e Zucchero, 1973. Timbri e tecnica mista su carta, otto elementi cm 40x60 ciascun elemento, cm 160x120 misure complessive. Stima: 180,000 — 250,000 euro.
LOTTO 23 – Alighiero Boetti, Sale e Zucchero, 1973. Timbri e tecnica mista su carta, otto elementi cm 40×60 ciascun elemento, cm 160×120 misure complessive. Stima: 180,000 — 250,000 euro.

Ma tra i vari lotti a firma di Alighiero Boetti presenti in asta, ci sembra che meriti particolare attenzione anche Sale e zucchero del 1973, uno dei suoi più importanti lavori su carta: timbri e tecnica mista su carta, in otto elementi, stimato €180.000- 250.000. Immancabile anche Giulio Paolini di cui Sotheby’s propone al lotto 5  Genesi (II 1-9) matita su tela preparata, su tela rovesciata e su parete (stima: 80-100.000 euro) che esemplifica perfettamente i temi centrali della poetica paoliniana. Il lavoro, peraltro, vanta un ricco curriculum espositivo.

LOTTO 9 - Giulio Paolini, Genesi (II 1-9), 1998. Matita su tela preparata, su tela rovesciata e su parete misure complessive variabili, tela rovesciata: cm 40x40x2, Stima: 80,000 — 100,000 euro.
LOTTO 9 – Giulio Paolini, Genesi (II 1-9), 1998. Matita su tela preparata, su tela rovesciata e su parete misure complessive variabili, tela rovesciata: cm 40x40x2, Stima: 80,000 — 100,000 euro.

Impossibile, ovviamente, passare in rassegna tutti i lotti interessanti di un catalogo quanto mai denso come questo, ma ci preme mettere in evidenza alcune opere il cui andamento sarà interessante seguire anche come conferma dei recenti trend di mercato. E così, oltre agli esponenti dell’Arte Povera, la nostra attenzione non può che non soffermarsi sui lotti a firma di Salvatore Scarpitta che, a dieci anni dalla sua scomparsa, è presente in catalogo con due opere storiche: Goal Tender, già parte di una collezione americana (Lotto 31, stima: 180-250.000 euro) e Gravity: un’importante opera della serie bende del 1963 che oggi proviene da una collezione europea ma che, in passato, ha fatto parte della raccolta milanese di Beatrice Monti von Rezzori che aprì nel 1955 la galleria dell’Ariete, nevralgico punto milanese di incontri internazionali. Gravity, che si trova al lotto 25, ha una stima di 450-600.000 euro.

LOTTO 25 - Salvatore Scarpitta, Gravity, 1963. Bende, olio e tecnica mista, cm 55,5x52,5. Stima: 450,000 — 600,000 euro.
LOTTO 25 – Salvatore Scarpitta, Gravity, 1963. Bende, olio e tecnica mista, cm 55,5×52,5. Stima: 450,000 — 600,000 euro.

In catalogo, a Palazzo Serbelloni, ci sono ovviamente anche i nomi che, in questi anni, hanno fatto grande l’arte italiana sul mercato internazionale. Da Lucio Fontana, presente con varie opere, tra le quali un Concetto Spaziale, Attese del 1962 con tre tagli gialli (lotto 12; stima: 500-700.000 euro), Piero Manzoni, Enrico Castellani, Paolo Scheggi e Alberto Burri. Sua la bella La combustione plastica CP 8 del 1964 proposta al lotto 28 con una valutazione di 280-350.000 euro.  Ma interessante sarà seguire la vendita di Il Vettore del 1975 di Vincenzo Agnetti esposto durante la celebre esposizione Meditation alla Galleria Sonnabend di Parigi. L’opera fu eseguita in due esemplari, ma quello in asta è sicuramente il pezzo di Agnetti più significativo presentato al mercato con una valutazione che oscilla dai 200.000 ai 250.000 euro (Lotto 6).

LOTTO 6 - Vincenzo Agnetti, Il Vettore, 1975. Bachelite incisa e vernice nitro cm 60x60 ciascuno, 6 elementi. Stima: 200,000 — 250,000 euro.
LOTTO 6 – Vincenzo Agnetti, Il Vettore, 1975. Bachelite incisa e vernice nitro cm 60×60 ciascuno, 6 elementi. Stima: 200,000 — 250,000 euro.

Da tenere sott’occhio, inoltre, l’Albers del 1959 che si trova al lotto 10 (stima: 350-450.000 euro) e che proviene dalla collezione di Sidney Janis: Study to Homage to the Square: on a Slope (lotto 10; stima: 350-450.000 euro). Come anche il Paesaggio di Giorgio Morandi proposta con una stima di 280-350.000 euro al lotto 33. Infine, ci piace citare il piccolo omaggio che l’asta di Sotheby’s dedica a Piero Dorazio, artista che sta facendo registrare un rinnovato interesse di mercato e del quale vendono offerte in vendita tre opere che vanno dal 1955 al 1970 tra cui citiamo “Arc en terre II” una tela dedicata a Pier Carlo Bilotti e datata 1967 (Lotto 16, stima: 70-90.000 euro). Qui potete consultare il catalogo completo -> Asta arte moderna e contemporanea | Sotheby’s Milano

 

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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