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Report: il mercato globale dell’arte vale 67.4 miliardi di dollari

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Nonostante qualche punta di freddo ancora nell’aria, la primavera è ormai alle porte e per il mercato globale dell’arte è tempo di bilanci. Tanti i rapporti pubblicati in questi ultimi giorni, tra i quali due ci offrono una visione decisamente completa di come sono andate le cose nel 2018: The Art Market 2019, curato da Clare McAndrew per Art Basel & UBS e The Art Market in 2018 di artprice.com. Iniziamo dal rapporto di Claire McAndrew, l’unico a prendere in considerazione tutti i settori del mercato e non solo la parte relativa alle aste. Mentre il report di artprice.com ci servirà come verifica delle rilevazioni fatte sul segmento delle aste.

 

Gli Stati Uniti guidano la crescita del mercato globale dell’arte

 

Secondo lo studio condotto dalla fondatrice di Arts Economics, nel 2018 il mercato globale dell’arte ha raggiunto un valore complessivo di 67.4 miliardi di dollari segnando un +6% sul 2017. L’anno da poco concluso sarebbe, quindi, il secondo consecutivo col segno positivo, dopo un 2016 che, lo ricordiamo, fu abbastanza difficile. Ma, soprattutto, il 2018 ha segnato il secondo miglior risultato di sempre, dato che conferma, al di là di tutto, l‘ottimo stato di salute di questo settore economico che vede le aste pesare per il 46% e il comparto delle gallerie per il 54%. Ma che è anche sempre di più in mano a pochissimi operatori. Basti pensare che su 296.550 realtà attive, il 50% del mercato è in mano a solo il 5% dei player.

L'andamento delle vendite nel Mercato Globale dell'Arte 2008-2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
L’andamento delle vendite nel Mercato Globale dell’Arte 2008-2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

A guidare questo risultato, i colossi di sempre – USA, UK e Cina –, che da soli valgono per l’84% del mercato anche se nel 2018 hanno fatto registrare andamenti piuttosto diversi tra di loro. Gli Stati Uniti hanno portato a casa il loro miglior risultato di sempre con un fatturato complessivo di 29.9 miliardi (+2% sul 2017; 44% del mercato); il Regno Unito ha totalizzato, invece, 14.4 miliardi (+4% sul 2017, 21% del mercato); mentre la Cina ha abbandonato il suo ormai storico testa a testa con gli USA per posizionarsi sul terzo gradino del podio con un fatturato totale di 12.9 miliardi (-3% sul 2017, 19% del mercato).

In tutto questo l’Italia, il cui mercato può essere stimato attorno ai 431.360.000 $, ha un peso sempre più marginale, tanto da essere stata relegata nella “palude” di quel 6% rappresentato da un generico “resto del mondo”. A dimostrazione di una difficoltà che, nonostante tutto, permane nel nostro Paese e riflesso di una situazione economica certamente complessa. Anche se, va detto, il fatto che l’Italia non sia tra i principali player del mercato, seppur con una percetuale minima, appare abbastanza strano.

La suddivizione del Mercato Globale dell'Arte nel 2018 in valore. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
La suddivizione del Mercato Globale dell’Arte nel 2018 in valore. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

Nella suddivisione in valore a livello globale scopriamo, infatti, che la Spagna pesa per l’1%. L’Italia, non essendo presente, dovrebbe quindi essere al di sotto di tale soglia e quindi, giustamente inserita nel “resto del mondo”. Peccato, però, che quando si va a vedere lo stesso grafico relativo alla sola UE, si scopre che Spagna e Italia hanno lo stesso peso: 2%. Probabilmente è solo una svista e dovremmo esserci anche noi, con Germania e Spagna, a quota 1%, ma dispiace un po’. Una cosa è certa, comunque, per Germania, Italia e Svizzera, il 2018 è stato un anno negativo.

Detto questo, come da tradizione, il rapporto curato da Clare McAndrew, è l’unico che ci permette di analizzare il mercato con una certa profondità. Vediamo quindi, come è andata nei vari segmenti, con particolare riferimento a quello della Post War and Contemporary Art.

 

I dealer dominano (54%), ma le dimensioni contano sempre di più

 

Tempi di vacche magre, tanto per cambiare, per chi lavora nelle fasce basse del mercato dell’arte. Se il 2018, per il settore dei dealer (mercanti, gallerie e piattaforme solo-online) visto nel suo complesso, è stato certamente positivo, con un fatturato di 35.9 miliardi (+7% sul 2017), pari al 54% del mercato globale dell’arte, le realtà con un fatturato inferiore ai 250.000 $ hanno fatto registrare un calo del -18%, solo in parte bilanciato dalla crescita del +17% registrata nei fatturati di quelle gallerie cha hanno un turnover tra i 10 e i 50 milioni di dollari. Dati che confermano lo scenario tracciato da Fabio Brotto nel suo reportage sull’edizione 2019 di Talking Galleries.

Entrando più nel dettaglio, il 57% dei dealer hanno dichiarato un calo di fatturato, mentre un altro 15% è rimasto stabile rispetto al 2017. Solo un 28% ha riportato, invece, un aumento delle vendite: nel 2018 questa percentuale era del 59%. Non meraviglia, considerando anche l’incertezza economica e politica internazionale, che il 70% degli operatori si aspetti dal 2019, se va bene, un pareggio con l’anno precedente e che solo un 30% pensi ad un incremento, anche sostanzioso, delle vendite.

L'andamento del fatturato nel settore dei Dealer nel 2018 rispetto al 2017. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
L’andamento del fatturato nel settore dei Dealer nel 2018 rispetto al 2017. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

Le gallerie che nel 2018 hanno avuto il fatturato medio più basso, sono state quelle che operano solo sul mercato primario e che si sono fermate sui 500.000 $, contro i 5.1 milioni di quelle che operano unicamente sul mercato secondario. Mentre le gallerie presenti su entrambi i mercati hanno realizzato, in media, 1.8 milioni di turnover. Ci sarebbe poi da aprire un capitolo a parte sul tasso di indebitamento delle gallerie che nella maggioranza dei casi (94%), sempre secondo il report The Art Market 2019, si attesta leggermente sotto il 50% anche se un buon 57% sembra essere addirittura sotto il 10%.

I prezzi medi per comparto nel settore dei Dealer nel 2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
I prezzi medi per comparto nel settore dei Dealer nel 2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

Interessante, tanto per completare il quadro, dare uno sguardo anche ai prezzi medi di settore con il Moderno che si attesta poco sopra i 69.000 $ e il Contemporaneo che, invece, è a quota 9.335$. I lavori sopra il milione, pur rappresentando solo il 3% delle transazioni d’arte, pesano per il 40% del valore del mercato. Tutti dati, quelli appena citati, che dimostrano come nel settore dei dealer le dimensioni contino eccome.

Cosa si aspettao dal futuro i Dealer. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
Cosa si aspettao dal futuro i Dealer. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

Al di là di tutte queste difficoltà, non ultime quelle legate ai tempi di pagamento delle opere, sempre molto lunghi, il settore dei dealer sembra essere caratterizzato da una buona longevità (25 anni in media), superiore a quella di altri settori economici. Anche se nel Contemporaneo la vita media di una galleria è di circa 14 anni. Infine, da registrare un calo dell’86% nella nascita di nuove gallerie rispetto a 10 anni fa anche se, per il 2018, la bilancia demografica è sostanzialmente in pari: 1.2 nuove aperture per ogni chiusura.

 

Aste: fatturati in crescita, ma solo grazie alla fascia alta del mercato

 

Dai dealer alle case d’asta, dove il rapporto realizzato da Clare McAndrew per Art Basel & UBS, ci mostra uno scenario in cui le vendite di arte, antiquariato e arti decorative nelle aste del 2018 hanno raggiunto un fatturato complessivo di 29.1 miliardi di dollari (escluse le private sale) segnando un +3% rispetto al 2017. Anche in questo caso i mercati più importanti sono Stati Uniti (40%), Cina (29%) e il Regno Unito (18%), che da soli valgono per l’88% dell’intero mercato (+4% sul 2017).

La performance migliore, come regione, è quella registrata negli Stati Uniti che hanno totalizzato 11.8 miliardi di turnover con un +18% sul 2017. Bene anche le vendite nel Regno Unito, cresciute del +15% per un totale di 5.3 miliardi. In calo la Cina (-9%) che ha realizzato un fatturato complessivo di 8.5 miliardi. In questo contesto l’Italia viene data all’1% e quindi con un valore stimato attorno ai 291.000.000 $.

La suddivisione geografica, in valore, del mercato delle aste nel 2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
La suddivisione geografica, in valore, del mercato delle aste nel 2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

Per quanto riguarda il segmento arte, il rapporto rimane vago sul suo peso economico anche dovrebbe essere attorno ai 14.4 miliardi di dollari, considerando che il settore leader del comparto, il Post-War and Contemporary, pesa per il 50% del valore e ha totalizzato nel 2018 un fatturato di 7.2 miliardi (+16% sul 2017). Il dato viene, peraltro, confermato anche dal rapporto di artprice.com, che stima il valore delle aste d’arte dello scorso anno sui 15.5 miliardi con un +4% sul 2017. Dati sostanzialmente in linea con il rapporto di Clare McAndrew. Da sottolineare, peraltro, che questa crescita arriva al termine di un anno che ha visto il numero di transazioni calare del -7% rispetto al 2017.

Dominato dalla fascia alta del mercato, con le opere da oltre 1 milione che rappresentano l’1% dei lotti venduti e il 61% del valore dell’intero comparto, il settore della aste d’arte vede crescere, nel 2018, solo la fascia alta, mentre quelle mediana e bassa sono calate, in media, del -6.2%. E una situazione analoga la si ha anche leggendo il mercato in termini di volumi, con il numero delle opere sopra il milione che nel 2018 è cresciuto, in media, del +22%, mentre le altre fasce di prezzo hanno fatto registrare cali tra il -7 e il -8%. A dimostrazione di una maggior attenzione per i lavori di qualità e la rarità delle opere.

La suddivisione, per comparto, del mercato delle aste nel 2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)
La suddivisione, per comparto, del mercato delle aste nel 2018. Fonte: The Art Market Report 2019. © Arts Economics (2019)

Tornando al segmento del  Post-War and Contemporary, dominato, tanto per cambiare, da Stati Uniti (41%), Cina (31%) e Regno Unito (19%), è interessante notare come quello del 2018 sia stato il secondo miglior risultato di sempre per le aste di questo segmento guidato, in valore, dai lotti sopra il milione di dollari che, pur rappresentando meno dell’1% delle transazioni pesano, però, per il 60% del valore. Geograficamente, peraltro, da sottolineare come la maggior parte delle opere super-quotate siano state battute a New York che, ormai, è a tutti gli effetti la capitale del mercato delle aste.

Come già rilevato in altre nostre analisi, il 2018, per il Post-War and Contemporary, è stato l’anno degli “artisti viventi” il cui valore di mercato è cresciuto del +23% raggiungendo i 3.3 miliardi.  Mentre  per i Classical Contemporary, da Basquiat a Warhol & co., è stato l’anno della normalizzazione dei prezzi, complice anche la mancanza di loro opere iconiche nei principali cataloghi. Diversi, peraltro, gli artisti viventi che hanno superato la quota dei 10 milioni di aggiudicazione – David Hockney e Gherard Richter in testa – anche se nel 65% dei casi sono rimasti sotto i 5.000 $. Il 35% delle opere di artisti viventi passate in asta lo scorso anno, inoltre, aveva meno di 20 anni. Per l’Italia, l’artista vivente più caro è Rudolf Stingel.

 

Aste Italia: un mercato da 201 milioni di $ 

 

Infine, un ultimo sguardo al nostro Paese che, per quanto riguarda l’arte del dopoguerra e contemporanea sembra aver raggiunto un fatturato di 72.000.000 $ che, sommati ai 43.000.000 $ del settore moderno (altro pilastro del nostro mercato) fanno salire a 115.000.000 $ il valore del mercato delle aste di arte moderna e contemporanea del nostro Paese. Un dato sostanzialmente in linea con quello che abbiamo rilevato nella nostra indagine di gennaio e che attestava il valore del nostro mercato sui 122.533.890 $ (108.204.193 euro) con un calo del -7% sul 2017. (Leggi -> Report Aste 2018: l’Italia rallenta ma non molla)

Calo che, però, e questa è la notizia positiva, sembra inserirsi in un contesto di mercato positivo: secondo il rapporto di artprice.com, infatti, il mercato italiano delle aste d’arte visto nel suo complesso è cresciuto del +17% rispetto al 2017, attestandosi sui 201.500.000 $ con l’1.3% delle quote di mercato in valore e 4% in volume. Sfortunatamente i report non ci dicono quale sia il segmento che ha determinato questo risultato, ma a poche settimane dalle prime aste importanti in programma in Italia ci pare un dato incoraggiante. Time will tell!

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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