Che effetto fa entrare in un museo di arte moderna e contemporanea e imbattersi in uno scavo archeologico? Basta fare un salto a Udine, entrare dentro Casa Cavazzini e scoprirlo.
Ma i colpi di scena potrebbero non finire qui. Perché, varcando la soglia di questo museo ben inserito nel tessuto urbano e che quasi scompare tra i negozi del centro, sollevando lo sguardo sulla parete accanto a mattoni dell’antico forno del cinquecento e i resti antichi compare un’istallazione del 2012 di Marotta & Russi e poco più in là un modello in gesso di Mirko Basadella della fine degli anni Quaranta.
Con ogni probabilità a darvi il benvenuto all’ingresso potreste trovare la conservatrice della collezione Vania Gransinigh, che qualche settimana fa, Collezione da Tiffany ha incontrato per farsi raccontare la nascita della collezione Astaldi, vera e propria mappa dell’arte italiana tra gli anni Venti e Sessanta.
Complice l’amicizia dei ricchi coniugi Astaldi con Savinio, De Pisis e altri esponenti della scena artistica romana del primo Novecento, tra cui con molta probabilità compariva anche Mario Sironi, la collezione elenca nomi importanti, come De Chirico, Morandi, Guttuso e così via.
Ascoltando le parole di Vania, che a tratti si sono trasformate quasi in una bellissima raffigurazione del contesto intellettuale della Italia a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, sono state snocciolate tutti i passaggi importanti di una collezione complessa e importante: dall’influenza del gusto imperante nell’Italia fascista, alla passione per Rosai; dall’attenta riflessione storica operata negli anni Cinquanta dai collezionisti che volevano far crescere in maniera oculata la loro raccolta, alla scelta finale di siglare un lascito testamentario al Comune di Udine per trasformare la collezione in una vera galleria di arte moderna.
Abbiamo così camminato nella sede museale, che prende il nome da Dante Cavazzini ultimo proprietario dell’edificio, oggi proprietà del Comune di Udine e ristrutturato nel 2012 su progetto dell’architetto Gae Aulenti. La casa, di stampo rinascimentale, presenta alle pareti curiosi affreschi di animalia infernali con accanto opere di scultura contemporanea, in un perfetto equilibrio espositivo.
L’intervista rilasciata a Collezione da Tiffany è una vera e propria testimonianza storica, un racconto delicato di come una grande collezione privata italiana si sia trasformata in un museo pubblico italiano, che continua a crescere modificarsi e migliorarsi, per render omaggio a una coppia di collezionisti appassionati quali erano gli Astaldi