Per parlare del Museo Revoltella non ci si può esimere dalla descrizione del palazzo che lo ospita, un edificio complesso e ampio, che occupa un intero isolato nel cuore del centro di Trieste, di una sorprendente bellezza, in cui la residenza ottocentesca in stile biedermeier si fonde con la galleria restaurata da Carlo Scarpa a metà degli anni Sessanta.
Ma chi era Pasquale Revoltella? Carismatico imprenditore, dedito al commercio, aveva trovato nella Trieste dell’Ottocento la sua patria di adozione. Collezionista anche se non esperto d’arte perché totalmente assorbito dalla sua attività commerciale, capisce fin da subito che per affermarsi nella allora movida cittadina doveva accrescere il suo patrimonio artistico. Così, circondatosi da esperti e figure che oggi potremmo definire come consulenti finanziari, comincia a mettere insieme la sua collezione.
Il patrimonio che deriva è imponente sia in termini di numeri sia in fatto di prestigio: cinquemila pezzi tra dipinti, sculture, grafiche e altre tipologie. L’intera collezione è oggi in gestione alla città di Trieste, in seguito a un lascito testamentario con il quale lo stesso Revoltella donò le opere messe insieme durante la sua vita.
La vita del museo oggi è raccontata con entusiasmo da Susanna Gregorat, conservatrice dell’istituzione. Ascoltarla fa capire quanto sia complicato mettere in fila tutte le attività di una collezione numerosa, in parte esposta, aperta ai prestiti e che vorrebbe crescere ancora con competenza e scientificità.
Nota importante: sul tetto dello splendido edificio c’è una bellissima terrazza/caffetteria che si affaccia sul golfo di Trieste, sulla quale- tra gli altri eventi – vengono organizzati incontri artistici e culturali.