La casa d’aste Wannenes si prepara a battere la sua prima asta di arte moderna e contemporanea del 2017 che si terrà a Milano giovedì 25 maggio, presso la sede di Open Care ai Frigoriferi Milanesi. Nell’attesa della preview dei lotti, che aprirà lunedì prossimo, ci siamo studiati il loro catalogo per cogliere i pezzi più interessanti tra quelli proposti dal dipartimento guidato da Guido Vitali e Massimo Vecchia che, dallo scorso anno, hanno iniziato un importante percorso di rilancio del settore arte moderna e contemporanea.
Guidata da Giallino, tela del 1977 di Piero Dorazio proposta al lotto 110 con una stima di 90- 110.000 euro e scelta anche come copertina del catalogo, l’asta di Wannenes per questa primavera è più ampia rispetto a quella del novembre scorso: circa 225 lotti in una sola tornata, tra i quali non mancano punte di pregio e chicche da intenditori.
E’ il caso, ad esempio, dei due disegni di Giulio d’Anna ai lotti 5-7. Datati tutti attorno al 1928-29, questi lavori, infatti, appartengono alle prime prove di aeropittura del futurista messinese il cui primo dipinto noto è Ebbrezza visiva del 1928. Due disegni che impreziosiscono la prima parte dell’asta, dedicata quasi unicamente ad opere su supporto cartaceo e che culmina nella piccola matita su carta di Amedeo Modigliani che troviamo al lotto 10 con una stima di 30-40.000 euro: Ragazza con le mani giunte (1916).
Si arriva così al lotto 21 e alla prima opera di punta di questa asta: Battaglia, bellissima ceramica smaltata policroma di Lucio Fontana datata 1947. Una data importante, quest’ultima, nella biografia dell’artista italo-argentino che proprio in quell’anno, il 22 marzo per la precisione, rientra in Italia da Buenos Aires e, tornato a Milano riprende ad Albisola la sua attività di ceramista, iniziata alla fine degli anni Trenta e che già allora aveva attirato l’attenzione di personaggi come Filippo Tommaso Marinetti e Tullio d’Albisola che lo citano, come ceramista astratto, nel manifesto di Aeroceramica Futurista. Una scultura, quella proposta in asta da Wannenes, che si rifà a quelle prime sperimentazioni ma che ora si qualifica per una dinamica connessa alla problematica dello spazio che preannuncia esiti “informali”.
Senza trascurare i due lavori di Bruno Munari ai lotti 21 e 22 (un Negativo-positivo del 1951 e una Curva di Peano del 1975), al lotto 27 troviamo un Oggetto ottico dinamico del 1961 di Dadamaino presentato con una stima di 15-25.000 euro. Nel 2014 un’opera analoga dello stesso anno fu battuta da Sotheby’s a Milano alla bellezza di 111.900 euro. Di questa tipologia di lavori, peraltro, ci ha lasciato un ricordo particolare Piero Manzoni che proprio nel 1961, presentando una personale dell’artista, scriveva: «Dadamaino ha superato la “problematica pittorica”: altre misure informano la sua opera: i suoi quadri sono bandiere di un nuovo mondo, sono un nuovo significato: non si accontentano di “dire diversamente”: dicono nuove cose». Insomma un lavoro da tenere sott’occhio.
Come da tenere d’occhio è anche Rottura I, opera di Agenore Fabbri del 1958 (lotto 28, stima: 6-8.000 euro) che rappresenta uno dei primi esempi di quei lavori che lo scultore pistoiese inizia ad elaborare durante gli anni Cinquanta e che diventano la metafora del disagio fisico e mentale di un’epoca. La ricerca creativa di Agenore Fabbri si lega così agli anni dell’Informale e, come scrive Claudio Cerritelli, «fissa i punti di rottura della superficie come possibilità di inventare immagini della precarietà e dell’inquietudine».
Attenzione poi l’Untitled al lotto 45 che rischia di sfuggire, specie ad una lettura non attenta del catalogo cartaceo. Si tratta di un acquarello su carta del 1963 a firma di Sadanasa Motonaga, artista giapponese autodidatta e membro del Gutai. Come tutti i componenti del gruppo, Motonaga cerca espressioni nuove, forme inedite, colori squillanti e libere sperimentazioni anche se poi la sua pratica artistica, negli anni, si allargata a varie sperimentazioni, facendo di lui uno dei più popolari artisti giapponesi contemporanei. L ‘opera è presentata con una stima di 6000-12.000 euro.
In un apprezzabile equilibrio tra opere su carta, dipinti e scultura – pregevole la piccola scultura di Fausto Melotti al lotto 65, L’araba fenice, uno dei suo ultimi lavori -, si arriva al lotto 101 dove troviamo Impressionabilità, bella tempera su carta di Marino Marini del 1961 valutata 50-70.000 euro. Mentre 15 lotti dopo è la volta della tela estroflessa Giallo (1974) di Agostino Bonalumi, presentata con stima identica. Si susseguono, poi, lavori di Mattia Moreni – bellissimo il suo Il ministro dell’importanza “non” intubato (1990) al lotto 126 -, Bengt Lindstrom e Karel Appel. Per aprire ad una mini-sezione dedicata a Giulio Turcato, che va dal lotto 129 al 132, ed arrivare ad una bella tecnica mista su carta di Alighiero Boetti: Luca Signorelli (1988). Un’opera che richiama alla mente quella serie di quadri verticali a cui l’arista si dedicherà negli anni Novanta e in cui lo spazio è diviso in due parti: sopra, disegni a matita tratti da immagini quotidiane e sotto, una colorata giungla popolata dalle sagome dei suoi animali.
E tra le pieghe del catalogo Wannenes risbuca anche la Transavanguardia con un cammeo di Sandro Chia, di cui vengono proposte varie opere tra le quali il dipinto Melancholic Double del 1994 (lotto 148, stima 17-22.000 euro), che inaugura una delle parti più interessanti dell’asta del 25 maggio prossimo. E’ qui, infatti, che troviamo una serie di lavori pregevoli di Mimmo Paladino, Ettore Spalletti, Hermann Nitsch e Daniel Spoerri che, in un climax, ci conducono a quello che, con molta probabilità, è uno dei lotti più interessanti dell’intera asta: Struttura del tempo, scultura in terracotta e liana arrotolata di Giuseppe Penone a cui non potevamo che dedicare la copertina di questo articolo.
Datata 1992 quest’opera è valutata 90-110.000 euro ed è un esempio maturo della ricerca artistica di Penone che da sempre consiste nell’asserire il principio d’identità fra essere umano e natura. Posizione, questa, che lo porta ad indagare ogni materiale fino a svelarne i fondamenti magici e fantastici. Penone con quest’opera fa prova di una comprensione intuitiva della natura in quanto “forza scultrice” e si dimostra profondamente sensibile al paesaggio, inteso come depositario della memoria e indicatore dello scorrere del tempo. Il titolo di quest’opera, Struttura del tempo, evoca la percezione che Penone ha del mondo, un concetto descritto dai geologi come “tempo profondo”, campo temporale dove il tempo viene misurato in milioni di anni. Chiude l’asta di Wannenes una ricca selezione di opere grafiche e multipli d’arista che va dal lotto 178 al 225.
SFOGLIA IL CATALOGO -> ASTA WANNENES N. 222